Pubblico Impiego

Pubblico impiego: sciopero generale 19 dicembre

Lunedì prossimo, 19 dicembre, si terrà lo sciopero generale nazionale del pubblico impiego indetto da CGIL CISL UIL (intera giornata – cod. 046).
Il S.I. COBAS della Regione Lombardia invita tutte le lavoratrici e tutti  i lavoratori regionali a partecipare allo sciopero, nella convinzione che questa sia un’occasione da non perdere per far giungere al governo Monti la nostra opposizione alle sue scelte antipopolari.

Questo, nonostante la prassi seguita per l’indizione dello sciopero e i contenuti dati da CGIL CISl UI siano insufficienti e inadeguati.

Nella prassi, poiché non c’è stato nessun coinvolgimento dei lavoratori nella indizione e nella elaborazione dei contenuti, e negativa diventa la risposta puramente settoriale all’attacco generale che il capitale italiano e europeo sta portando alle condizioni di vita di lavoratori e pensionati. A un attacco generale la risposta non può che essere generale! Le modalità scelte per questo sciopero escludono invece il coinvolgimento dell’insieme dei lavoratori sia del settore pubblico come di quello privato.

Sui contenuti, la logica che si muove è puramente quella degli emendamenti.  Non si tratta di chiedere e proporre emendamenti. Non si tratta di migliorare la manovra, di ridurre il suo carattere iniquo e antipopolare. Quelli che, come la Camusso, si limitano a proporre emendamenti e correttivi del programma di macelleria sociale del governo Monti, frenano le lotte per cacciare il governo e concorrono a rafforzarlo: è secondario che lo facciano intenzionalmente o meno, che se ne rendano conto o meno.

BISOGNA CACCIARE IL GOVERNO MONTI

Se il governo Monti si consolida, se le misure antipopolari fissate dal governo Monti vengono approvate sia pure dopo aver smussato alcune punte, aver ridotto alcune iniquità, esse apriranno la strada ad altre misure ancora peggiori.
Se passano, sicuramente ci diranno che occorrono nuovi sacrifici per ottenere i benefici che dovevano derivare dai sacrifici di oggi, ma che non si sono visti: occorrerà abolire i contratti collettivi nazionali di lavoro, abolire i diritti sindacali, privatizzare completamente i servizi pubblici (acqua, trasporti, istruzione, assistenza sanitaria, raccolta rifiuti ecc.), ridurre ulteriormente le pensioni, dare completa libertà d’impresa ai capitalisti abolendo ogni controllo pubblico sulle condizioni igieniche, sanitarie e di sicurezza dei lavoratori, contribuire a nuove spedizioni militari contro gli “Stati Canaglia”, in altre parole a nuove guerre.

La crisi del capitalismo non può che aggravarsi, la borghesia, l’attuale classe dominante della nostra società, non ha altra via che tirare in lungo dimenandosi e agitandosi, cercando di guadagnare terreno.

Perciò è da sciocchi discutere le singole misure di macelleria sociale e proporre delle attenuazioni qua è là. L’unica via di uscita per noi lavoratori è organizzarci a ogni livello, per difendere le nostre condizioni di vita e di lavoro.   Sindacato Intercategoriale Cobas – 15.12.2011