Pubblico Impiego

Regione Lombardia: risultati elezioni RSU 2012

TUTTO CAMBIA PERCHÉ TUTTO RIMANGA COM’È?

Al termine di uno spoglio dei voti interminabile, lunedì ci sono stati comunicati i dati delle elezioni RSU.

Un apparente terremoto ha ribaltato i rapporti di forza fra i confederali: la Uil diventa il primo sindacato, a 15 voti di distanza la Cgil (ex prima della classe -?-), seguita dalla Cisl.

“Apparente” terremoto: legati come sempre a filo doppio, nonostante veri e finti dissidi nazionali, i confederali conservano la maggioranza relativa e si apprestano a continuare nei loro rapporti privilegiati con l’amministrazione, come d’altronde segnalavano certe candidature. Vorremmo essere smentiti, ma sappiamo che le promesse elettorali saranno scordate prima che il gallo canti.

Il “nuovo” Csa non ha ricevuto il plebiscito che si aspettava e perde 40 voti rispetto al “vecchio” Csa: i richiami corporativi non sono stati evidentemente sufficienti a scardinare le clientele consolidate.

I sindacati di base insieme sono il primo sindacato: quasi un quarto dei dipendenti li ha scelti. L’Usb ha avuto un buon successo, ottenuto soprattutto nel bacino Cgil.

E il SI Cobas? Il nostro sindacato, saldo come una roccia, non arretra né avanza, ottenendo quasi l’esatto numero di voti del 2007 e due delegati (Daniela Battisti e Arturo Pinotti)! Al di là delle battute, certamente si può sempre far meglio. Abbiamo conservato il diritto di tribuna e ci batteremo perché cessi la nostra esclusione dalla delegazione trattante e, con essa, la lesione dei diritti sindacali delle lavoratrici e dei lavoratori che ci hanno votato.

Un risultato però ci preme sottolineare: in occasione di questa campagna elettorale l’attenzione nei nostri confronti è stata maggiore che in passato e, quanto più importa, si è costituito un gruppo di colleghe e colleghi, iscritti e no, che ha ripreso a svolgere attività sindacale proprio in questa occasione, attivandosi con idee, proposte e, anche, con l’impegno concreto.

Questo è per il SI Cobas, che fa dell’auto-organizzazione dei lavoratori la propria ragione d’essere, il risultato più importante. Su questa strada intendiamo continuare, spingendo perché si consolidi un ambito di discussione e iniziativa sindacale espressione delle lavoratrici e dei lavoratori dell’ente, indipendentemente dall’appartenenza o no ai sindacati e autonomo da lobby politiche e consorterie varie. Iniziativa prima di tutto sindacale, perché tanto c’è da fare per ricostituire condizioni di lavoro economicamente soddisfacenti ed egualitarie e organizzativamente sopportabili, recuperando il continuo aumento del costo della vita. Ma anche iniziativa politica e culturale, perché sono in tante/i che dentro il palazzo e i “pirellini” vivono come contraddizione crescente lavorare per applicare le politiche dell’ente da troppo tempo rivolte contro i lavoratori, le donne, l’ambiente, la salute, l’istruzione, la laicità delle istituzioni… Non crediamo nella favoletta delle mele marce!

Lo scopo principale della nostra azione sindacale sarà la lotta per la riduzione della forbice salariale all’interno dell’ente e, in prospettiva, fra enti e, a livello nazionale, fra comparti. Perciò:

    * meno soldi a direttori e consulenti; distribuzione egualitaria delle risorse fra i dipendenti;
    * lotta al nuovo sistema premiante, come primo passo per rimettere in discussione le differenziazioni di stipendio arbitrarie;
    * in quest’ottica, vertenza per ottenere modalità trasparenti ed egualitarie di reperimento ed erogazione delle risorse provenienti dalle “economie gestionali aggiuntive” per la contrattazione decentrata (art. 16 l. 111/2011);
    * lotta al precariato;
    * lotta alle esternalizzazioni, a partire dalle Ster;
    * apertura di un dibattito sulla legge 54/76 e sul suo potenziamento e adeguamento alla situazione economica attuale;
    * ridiscussione del telelavoro in vista del nuovo bando;
    * lotta per i diritti delle/dei part-timer;
    * condizioni legate alla sicurezza nei posti di lavoro (nuova sede), diritto alla salute (circolare malattia-terapie);
    * piano della formazione adeguato all’accrescimento professionale.

Solo se lavoratrici e lavoratori riprenderanno in mano direttamente l’iniziativa, qualcosa potrà cambiare in meglio. Ci aspettano tempi duri, domani potrebbe essere troppo tardi!

SI Cobas Regione Lombardia