Non si ferma la catena di proteste nella logistica. Ieri mattina si sono fermati gli/le operai/e dello stabilimento DHL di Liscate, dipendenti di diverse cooperative facenti capo al consorzio UCSA.
Lo sciopero si é sviluppato a partire dalla “solita rivendicazione economica” comune a tutto il settore, e dall’esigenza di affermarsi come soggetto collettivo di fronte a piccoli e grandi soprusi che, qui come altrove, sono all’ordine del giorno.
L’unica vera novità era rappresentata da una cospicua presenza femminile.
Dopo aver presidiato per tre ore e mezza i cancelli dello stabilimento di LIscate gli scioperanti, sostenuta dai militanti SI.Cobas del presidio di Pioltello, hanno deciso di trasferirsi davanti ai cancelli dei limitrofi magazzini DHL di Settala in cui lavorano oltre 200 persone (affiliate allo stesso consorzio), col chiaro intento di estendere la lotta.
Il tentativo riesce a metà: se da una parte gli operai già al lavoro a Settala, non hanno trovato la forza politica di incrociare le braccia e unirsi fisicamente agli scioperanti, dall’altra sono riusciti a dar vita ad un’assemblea interna per discutere sulle possibilità concrete di unirsi ad una vertenza che, da qualche settimana, tiene banco nelle discussioni fra gli operai e che la CGIL (a cui è ancora iscritta la maggioranza) fa molta fatica a controllare.
Sullo sfondo della vicenda infatti, troviamo un accordo siglato dal consorzio UCSA proprio con CGIL-CISL-UIL che, in deroga al Contratto di categoria e ai successivi accordi nazionali, concede un’erosione salariale di circa 2€ all’ora (tra mancato riconoscimento dei livelli di inquadramento e riduzioni sull’erogazione di13^, 14^, ferie, festività e Tfr.
Ma, sempre sullo stesso sfondo, ci sta anche la vertenza aperta dagli operai della SDA di Carpiano (anch’essi dipendenti di UCSA) che dopo gli scioperi di dicembre, stanno cercando di forzare gli stessi accordi siglati dai Confederali e ottenere miglioramenti immediati della busta-paga.
Quindi, in sintesi, se lo sciopero di ieri non é stato sufficiente a imporre nuovi rapporti di forza e far saltare l’accordo coi confederali, allo stesso tempo ha creato migliori condizioni per un’effettiva unità di lotta e andare in quella direzione.
L’assemblea finale, respingendo la proposta aziendale di tornare al lavoro (in ragione dell’accordo parziale raggiunto durante la trattativa contemporanea allo sciopero, riguardante il riconoscimento dei delegati sindacali, un sistema di verifica trasparente delle timbrature, il controllo operaio su orari e carichi di lavoro) e decidendo di prolungare lo sciopero fino alla mattina successiva (24/4), è la miglior sanzione del fatto che la lotta proseguirà nella prospettiva di un’unità dal basso che si sviluppa e si costruisce pazientemente nella lotta.
S.I. Cobas – Milano 24-4-2012