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Dall’Ikea di Piacenza, un nuovo segnale di dignità operaia..VIDEO

Ieri, 14 giungo, alle 5.00 del mattino oltre 200 operai in forza ai magazzini del deposito centrale dell’IKEA a Piacenza sono entrati in sciopero.

Dopo il tentativo andato a vuoto, nei giorni precedenti, di avviare una trattativa con il consorzio CGS e le tre cooperative ad esso associate, Cristall, Euroservizi e San Martino, la maggioranza dei lavoratori iscritti al Si-Cobas decideva di mandare un segnale forte e chiaro alla controparte.

La piattaforma sindacale richiedeva sostanzialmente il rispetto degli operai da parte dei responsabili, l’equità nella distribuzione del lavoro, giusti livelli di inquadramento e giuste retribuzioni, carichi di lavoro in linea con gli standard di sicurezza, applicazione di un unico contratto, il CCNL trasporto e Logistica, per tutti gli operai in appalto ai magazzini a fronte del fatto che la coop. San Martino applica invece il contratto Multiservizi.

Alla base di questa elementare piattaforma e della determinazione degli operai a cambiare le cose, una profonda voglia di riscatto e di affermazione della loro dignità, alimentata dalle tenaci e generose lotte che sono state recentemente protagoniste nel polo logistico piacentino – dalla TNT alla GLS – e puntualmente sostenuta dai lavoratori accorsi ad appoggiare i loro compagni in sciopero.

Un fatto, questo, che rappresenta, probabilmente, il contenuto più alto di ogni singola vertenza: l’unità e la solidarietà dei lavoratori.

Dinnanzi al blocco dei magazzini e alla pressoché totale adesione degli operai in appalto al deposito Ikea, la proposta di un incontro presso la Provincia con le parti sociali giungeva in mattinata. Valutatone l’esito sostanzialmente insoddisfacente da parte dell’assemblea e vista l’ostilità della controparte a riconoscere formalmente il Si-Cobas, sostenuta dalla complicità dei confederali che nei giorni scorsi avevano tentato invano di fare delle assemblee con i lavoratori nei magazzini che si erano rifiutati, si decideva di mantenere lo sciopero organizzandosi per affrontare la notte ed i giorni successivi.

Stamani di buon ora c’è stato l’intervento della polizia in assetto antisommossa e dopo una serie di valutazioni i lavoratori decidevano di permettere il passaggio dei camion decisi, però, a non voler far entrare lavoratori esterni chiamati per sostituirli. Mentre i delegati del Si-Cobas erano in trattativa con il Consorzio e le cooperative, è partita una carica della polizia contro alcuni scioperanti che si erano avvicinati ad una macchina di operai non in forza ai magazzini Ikea chiamati per rimpiazzarli. Una pratica antisindacale con l’obbiettivo di minare l’efficacia dello sciopero non tollerabile da chi lotta per difendere i propri diritti e che molto spesso viene difesa ed assunta dalle forze di polizia, così come è pesantemente successo nei giorni scorsi a Basiano contro i lavoratori in appalto ai magazzini del Gigante, pestati ed incarcerati. 

La compattezza, la determinazione, l’unità e la solidarietà dei lavoratori è stata la chiave di volta per compiere un primo passo in avanti che mentre rafforza e fa crescere la consapevolezza e la forza di un movimento di operai, nella maggior parte immigrati, che con grandissima dignità rompe con il ricatto e la paura, riesce a raggiungere e conquistare dei risultati.

Sul piano della trattativa, il formale riconoscimento della struttura dei delegati ed il rispetto della libertà di scelta dei lavoratori di associazione al sindacato, è stata la mediazione che ha portato alla sottoscrizione di un accordo articolato in una serie di punti già espressi dalla piattaforma sindacale.

Banale e non veritiera l’affermazione che si legge nel comunicato diffuso dal consorzio Cgs delle coop subappaltatrici che recita: “la protesta non riguardava problemi sostanziali ma esclusivamente alcuni aspetti di carattere organizzativo subito superati”.

I lavoratori del deposito Ikea hanno scioperato non per problemi organizzativi ma per questioni sostanziali e non demanderanno, da oggi in poi, agli “organi di vigilanza” la certificazione dei comportamenti del Consorzio e delle cooperative, ma saranno essi stessi che vigileranno perché nessuno, meglio di loro, può adempiere a questo compito e che valuteranno se i problemi sono superati o persistenti. Così come saranno, sempre loro, a valutare se certi “personaggi” hanno o non hanno “a cuore l’interesse vero dei lavoratori”.

Piacenza, 15/06/2012

Sindacato Intercategoriale Cobas

vedi anche da ilfattoquotidiano.it del 14 giugno 2012 e del 15 giugno 2012

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