Nella giornata di martedì 1° ottobre si è tenuto a Milano un incontro tra un responsabile olandese per l’Italia di TNT, accompagnato da due dirigenti di TNT Italia e una delegazione di lavoratori in rappresentanza dei magazzini TNT di Milano, Bologna, Piacenza, Verona, Padova,…….accompagnati dai coordinatori di SI Cobas e Adl Cobas.
Questo incontro (altri due incontri informali erano già avvenuti), aveva un significato particolare, oltre che essere un momento importante per affrontare le problematiche relative al piano di riorganizzazione di TNT e ai punti della piattaforma nazionale di lotta che da tempo abbiamo inviato a TNT e ad altri committenti. Il significato particolare dell’incontro sta nel fatto che, come abbiamo da tempo rivendicato, vogliamo avere rapporti diretti con i committenti per aprire con loro una trattativa inerente il contratto nazionale e quello di secondo livello, finalizzati al superamento del rapporto di lavoro che passa attraverso consorzi e cooperative.
Ciò detto, l’incontro è stato aperto da una relazione di TNT nella quale venivano esposte le presunte cause della crisi del colosso multinazionale della .logistica in Italia, con riferimento al progetto di ristrutturazione e riorganizzazione interna che ha già portato alla decisione di tagliare 850 posti di lavoro tra i dipendenti TNT e che prevede da adesso in avanti un taglio di circa 400 posti di lavoro tra i facchini soci lavoratori di cooperative e consorzi, accompagnato da un piano di ristrutturazione di alcuni Hub con importanti investimenti in termini di nuove tecnologie atte comprimere ulteriormente il costo del lavoro.
Ciò che in sostanza è venuta a chiedere TNT è di essere compartecipi di un piano micidiale che porterebbe al licenziamento di centinaia di altri lavoratori. A fronte di quanto illustratoci dai dirigenti di TNT, abbiamo ritenuto opportuno mettere in evidenza i seguenti punti: E’ chiaro che la questione della logistica in Italia sta attraversando un periodo di flessione nel volume complessivo della movimentazione delle merci, ma non siamo in presenza di un crollo, anche perchè le merci, pure all’interno della crisi, devono comunque circolare, quindi ciò che sta accadendo è un ridimensionamento della movimentazione e un diverso posizionamento sul target distributivo che spinge i corrieri ad una spietata concorrenza fondata ancora una volta sulla compressione del costo del lavoro usando, comunque, cooperative e consorzi.
E’ evidente che assisteremo ad un riassestamento del mercato che produrrà chiusura di alcuni corrieri, come già è successo, riorganizzazione come nel caso della TNT dei magazzini, e aumento di lavoro per altri. Va quindi affrontata la situazione contingente con una prospettiva di medio periodo. In riferimento a questa considerazione, è stato rilevato che non si può pensare di scaricare oggi tutto sui lavoratori, che hanno consentito margini enormi di profitto, grazie a forme di sfruttamento di tipo schiavistico e che, ancora una volta dovrebbero pagare le conseguenze di una crisi di assestamento e riorganizzazione distributiva. In ogni caso, sia quando non c’era la crisi, sia oggi, a pagare dovrebbero essere sempre i lavoratori.
Abbiamo dichiarato molto chiaramente a TNT che a questo gioco non ci stiamo. In virtù di quanto sopra, abbiamo rilevato che non possiamo accettare che la crisi in atto e la problematica dei costi debba essere affrontata senza intervenire su chi svolge una azione di intermediazione di manodopera, lucrando sui passaggi da committente a consorzi, a cooperative.
E’ evidente che intervenire tagliando posti di lavoro è la soluzione più semplice e serve anche ad indebolire la forza sindacale costruita in questi anni. Mentre è chiaro che intervenire sull’intricato mondo delle cooperative vuol dire mettere le mani veramente sulla questione centrale da noi più volte posta.
Abbiamo proposto a TNT di cominciare a dare dei segnali concreti su una precisa volontà di superamento del sistema delle cooperative, da loro favorito e incentivato, accettando uno dei punti della piattaforma che prevede la facoltà di scelta per il lavoratore tra l’essere socio o dipendente (su questo punto vi è stata l’ammissione che si vuole andare nella direzione da noi richiesta ma per il momento non vi sono certezze e date che confermano questo indirizzo, solo un cambio d’immagine nel logo sulle tute di lavoro dove ci sarà la scritta della TNT) .
Abbiamo anche chiesto un altro segnale, consistente nel porre una clausola che obbligasse i fornitori, in caso di cambio di appalto, ad assumere tutti i lavoratori presenti nel magazzino. Da parte di TNT non abbiamo avuto chiari segnali se sintende accettare la nostra proposta in questo senso.
Abbiamo inoltre chiesto a TNT risposte alle richieste relative ad alcuni punti fondamentali della piattaforma di lotta da noi presentata, ed in particolare per quanto concerne l’estensione a tutti i magazzini della corresponsione degli istituti contrattuali al 100% a prescindere dalle ore lavorate, l’integrazione per malattia e infortunio, eliminazione del 6° J, passaggi automatici dal 6° al 5° , dal 5° al 4°J e dal 4 J al 4° S e l’applicazione di un ticket restaurant di € 5,29 ovunque.
Anche su questi punti, da parte di TNT non vi è stata alcuna risposta, mentre veniva ribadita la loro priorità che è quella di procedere con il taglio di posti di lavoro e a vedere quali strumenti da utilizzare per fare ciò. In conclusione vogliamo chiarire che se TNT pensa di poter cogestire la problematica degli esuberi con il sindacato, sperando di poter evitare il conflitto, diciamo subito che si sta sbagliando di grosso.
Noi pensiamo che questo processo di riorganizzazione e ristrutturazione debba ricadere su di loro, in quanto i lavoratori di questo comparto hanno già dato fin troppo sotto tutti i punti di vista. Abbiamo concordato, per prima cosa, di confrontarci sui numeri dei lavoratori da loro dichiarati in esubero, partendo dall’Hub di Piacenza.
Contemporaneamente, però, pensiamo che non sia accettabile una politica dei due tempi perchè c’è la crisi. Abbiamo posto e porremo con forza e con urgenza a TNT una richiesta che consiste nel fornirci risposte alle richieste in piattaforma da noi presentate.
Lo stato di agitazione è già in atto, noi abbiamo dato disponibilità a trovare istituti e condizioni economiche per un processo di ristrutturazione che certamente non stà nelle cifre da loro presentate, se si vuole evitare che ci sia in tempi rapidi una generalizzazione della mobilitazione.
TNT deve risponderci su tutti i punti che abbiamo indicato, arrivando a delineare una forma di accordo quadro nel quale siano contenuti anche impegni precisi sul piano normativo, relativo ai cambi di appalto e alla figura del socio lavoratore.
Comunque i due piani, incontri per verificare i numeri della forza lavoro presenti nei magazzini ed eventuali interventi per ridurne la forza e incontri sul piano più generale legato anche alle nostre richieste, debbono andare avanti contemporaneamente, perchè ogni soluzione abbia il consenso di tutti i compagni da noi organizzati.
E’ un difficile confronto e trattativa, ma sapremo utilizzare la forza espressa complessivamente dalle due nostre organizzazioni.
Per SI Cobas Aldo Milani – Per ADL Cobas Gianni Boetto