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Grave rappresaglia di Artoni: 41 facchini senza lavoro dal giorno 24 dicembre

I lavoratori decidono il presidio all’interno del piazzale del magazzino
Nel magazzino Artoni di Via Inghilterra a Padova,  a partire dal 24 dicembre tutti i facchini presenti all’interno del magazzino, attualmente occupati  come soci lavoratori, presso la cooperativa Emmegierre del consorzio Sicurint Group, resteranno senza lavoro, in quanto la cooperativa ha fatto partire le lettere di licenziamento per tutti i lavoratori perchè Artoni non ha più rinnovato il contratto di appalto con Sicurint Group e non ha nemmeno provveduto ad effettuare il cambio di appalto con una nuova cooperativa. Nessuna comunicazione ufficiale è giunta fino ad ora, ma sembra  che Artoni intenda far fronte al lavoro di movimentazione delle merci con proprio personale e senza più far ricorso a lavoratori di cooperative.

E’ superfluo sottolineare la gravità di quanto è accaduto.  Ripercorrendo l’ultimo periodo, va ricordato che sono quattro mesi che Artoni sta pagando direttamente le buste paga ai lavoratori della cooperativa, in quanto la cooperativa si era trovata in difficoltà nel garantire la corresponsione regolare del salario e dei contributi ed era in corso una trattativa tra cooperativa e Artoni per una ridefinizione delle tariffe, in vista di un rinnovo del contratto di appalto.  Artoni decideva deliberatamente di portare proprio a fine anno la decisione di rompere con il Consorzio Sicurint, superando il periodo delle feste natalizie e di scegliere una strada che esclude ogni possibilità di trattativa, con l’unico risultato di gettare in strada 41 persone con relative famiglie. La motivazione di tale iniziativa va ricercata nel fatto che, grazie alle iniziative sindacali intraprese negli ultimi anni e grazie anche all’intervento dell’Ispettorato del Lavoro, le cooperative che si sono succedute sono state costrette ad applicare regolarmente il CCNL Trasporto merci, riconoscendo anche l’integrazione per malattia e infortunio. Artoni, evidentemente, non è disponibile ad accettare una situazione di regolarità, ma pretende di continuare ad avere al suo servizio degli schiavi, sottopagati, pagati in nero e disposti a lavorare a qualsiasi condizione.

Abbiamo già inviato una comunicazione  al  Prefetto perchè crediamo indispensabile una convocazione di Artoni congiuntamente ai rappresentanti dei lavoratori, per arrivare a capire bene qual’è il piano di questa importante azienda, i cui rappresentanti spesso appaiono in televisione presentandosi come modello di correttezza imprenditoriale, ponendo con molta determinazione, una questione di merito relativa al fatto che, di questi tempi, con la crisi che morde ancora, non sia accettabile che, dall’oggi al domani, vengano licenziate 41 persone, non perchè non c’è più lavoro, ma perchè  non si vuole  riconoscere a chi lavora una giusta remunerazione.
                                                                    
Contro questo gravissimo atto di artoni che crea nuovi drammi a 41 famiglie, oggi 30 dicembre, l’assemblea dei lavoratori ha deciso di istituire un presidio permanente all’interno del cortile del magazzino  volendo lanciare ad artoni un segnale molto chiaro relativo al fatto che questo magazzino, fino a che non verra’ trovata una soluzione valida per tutti i 41 lavoratori, non potrà essere utilizzato.
30 dicembre 2013 – ADL Cobas