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Sciopero alla Dielle: scampoli di liberazione operaia

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Scendono in campo gli operai del riciclaggio della plastica: sciopero alla Dielle di Cassina de Pecchi!

 

Lo sciopero è iniziato ieri alle 16. Dopo anni di sfruttamento intensivo, 60 operai (su 63) si bloccano davanti ai cancelli dell’impianto di smaltimento della plastica di Cassina de Pecchi. Salari da 700€ al mese, trattamento schiavistico, continui infortuni nascosti…Questo, ed altro ancora, sono gli ingredienti base della miscela che è esplosa ieri pomeriggio, che ha continuato a bruciare per tutta la gioranta di oggi, e che proseguirà fino ad una conclusione positiva della fulminea vertenza messa in atto dagli operai africani dell’impianto
La mossa degli operai è stata letteralmente un colpo a sorpresa per i proprietari della Dielle che dopo aver reagito in maniera scomposta (della serie: “ma come, i miei schiavi si ribellano?”) cercano di correre ai ripari cercando affannosamente una nuova cooperativa con cui sostituire la Fast Service, da sei mesi appaltatrice dell’impianto Dielle.

 

Conseguentemente alla ribellione operaia, oggi si è quindi svolto un primo (burrascoso) incontro tra le parti che ha raggiunto un accordo informale sui seguenti punti:
1) Applicazione del CCNL “Trasporto merci spedizioni e logistica” con inquadramento omogeneo al 6° livello (con un incremento della paga oraria di 1,35€)
2) Applicazione al 100% degli istituti contrattuali (attualmente non c’è traccia di 14ma, e vengono retribuiti 6gg all’anno di ferie)
3) Erogazione di uno scatto di anzianità (in ogni caso “compensativo” a fronte di operai che lavorano da oltre 6 anni in quell’impianto)
4) Riconoscimento formale del SI.Cobas e dei suoi delegati di fabbrica
5) Rispetto delle misure di sicurezza

 

Tale piattaforma avrebbe dovuto essere formalizzata in un successivo incontro, nella stessa giornata di oggi, rispetto al quale l’azienda ha cercato di prendere tempo. Tempo che non gli è stato concesso dagli operai in sciopero, nè dalla delgazione trattante del SI.Cobas, che ha quindi deciso di rimadare l’incontro a domani, proseguendo l’azione di sciopero di altre 24 ore

 

Domani si tornerà all’attacco, forti di uno sciopero compatto che non accenna ad arretrare di un millimetro, e, soprattutto, che non punta in primo luogo ad ottenere un risultato sindacale ma ad approfondire la dinamica di riscatto e di liberazione che si è vissuta in questi due giorni

Mentre imperversa la battaglia all’Ikea di Piacenza (dove si preannunciano 33 probabili licenziamenti per “violata quiete aziendale”) e prosegue la campagna nazionale contro la Carrefour (2^ multinazionale, per fatturato, della grande distribuzione) che, alla stessa stregua, licenzia 25 operaqi scomodi sfruttandeo uno dei tanti cambi appalto pilotati dalla logica del profitto, gli scioperi non accennano a fermarsi e aprono nuovi fronti di intervento nell’area metropolitana.

 

Il conflitto fra le classi emerge sempre di più nella sua essenza di interessi inconciliabili destinata a scontrarsi e, possibilmente, ribasltarsi i rapporti di forza dati al momento
Estendere questa dinamica, cercando di intravedere, elaborare e organizzare una possibile prospettiva politica di liberazione più generale è la sfida che, sempre più, si fa concreta

 

Si.Cobas Milano