I lavoratori della Titan giovedì saranno in piazza. I lavoratori del SI COBAS distribuiranno questo volantino. Ricordiamo ai lettori che il SICobas ha all’interno della Titan due delegati, uno dei quali è stato quello più votato nelle precedenti elezioni Rsu.
Solo 5 anni fa abbiamo dovuto respingere con forza il tentativo dell’azienda di ristrutturare pesantemente la fabbrica, non permettendo il licenziamento indiscriminato di 100 operai (ma abbiamo dovuto comunque ingoiare l’incentivo alla fuoriuscita volontaria dall’azienda). Solo tre anni fa abbiamo concesso alla Titan di lavorare il sabato e riorganizzare i turni settimanali per accogliere fraternamente i nostri compagni di Finale Emilia e non dare all’azienda la possibilità di tagliare posti di lavoro con la scusa del terremoto. Da due anni combattiamo giornalmente per impedire l’uso indiscriminato e fraudolento della cassa integrazione, anche se spesso abbiamo dovuta comunque subirla.
Nulla di tutto ciò è servito a garantire il nostro futuro.
Nell’ultimo incontro avuto pochi giorni fa (16/10/2014) il padronato Titan ci ha letteralmente sbattuto in faccia, dopo aver dissimulato per mesi le loro vere intenzioni con richieste false di cassa integrazione, la volontà di chiudere la nostra azienda nel comune di Valsamoggia.
Nulla hanno saputo fare questi ben prezzolati “dirigenti” in questi anni per contrastare la crisi di settore se non quello di pensare di eliminare l’intera fabbrica, lasciandoci a casa senza nessun salario.
Noi operai della Titan divisione Sirmac di Valsamoggia, abbiamo risposto a questa ultima provocazione, ritirandoci subito dal tavolo di confronto aperto in Confindustria e portando il “confronto” stesso immediatamente nei cortili e nei reparti della nostra fabbrica. Prima il presidio dello stabilimento fino a lunedi mattina, poi abbiamo proseguito, fino ad oggi, rallentando la produzione e picchetando la fabbrica 24 ore su 24.
Noi accettiamo le merci e le lavoriamo, seppur a ritmi ridotti, al contempo non permettiamo che neppure un bullone esca dalle nostre officine.
Tutti noi siamo pienamente coscienti che questa è l’ultima delle battaglie. Non saremo un docile branco di pecore. I nostri padroni prendano coscienza che toccare uno di noi e come toccare tutti noi. Non indietreggeremo di un solo passo e difenderemo fino alla fine il nostro salario.
In questi anni avete tentato di tutto per separarci, per renderci individui isolati, per cancellare il nostro senso di appartenenza di classe. Oggi la nostra reazione al vostro attacco dimostra che il vostro agire, al contrario, ha rafforzato la nostra coscienza e la nostra unità, e di questo avrete modo di fare, nel prossimo futuro, esperienza.
Giovedì 24/10 abbiamo deciso, insieme ai nostri colleghi di Finale Emilia e di Fanano, di far compiere un ulteriore passo alla nostra lotta andando a manifestare sotto le finestre di Confindustria e della Regione Emilia Romagna, non per chiedere un’elemosina sotto forma di un qualsiasi ammortizzatore sociale, ma per richiedere con forza ed intransigenza che neppure un operaio perda il proprio salario.
Invitiamo tutte le lavoratrici e i lavoratori della provincia di Bologna, al di la delle categorie, falsa divisione impostaci dai padroni, a partecipare alla nostra giornata di lotta.