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Cronaca di uno sciopero sociale.

sciopero sociale

sciopero sociale

il riassunto della nostra giornata in uno striscione

 

UN REPORT SULLA GIORNATA DI OGGI:

 

Innanzitutto felicità perchè Piacenza conferma di avere una composizione antagonista numerosa: in tutto eravamo più di 80 in partenza alle 8 dalla stazione.
Un’altra nota positiva deriva dal come siamo riusciti a caratterizzarci come NAP. Tutti sanno che lo spazio politico della sinistra conflittuale in città è appannaggio di noi antagonisti ma nella misura in cui siamo stati capaci di costruire conflitti reali: principalmente logistica e antisfratto. Queste componenti, che hanno fatto i numeri per la nostra trasferta, scontano però su scala nazionale una sorta di settorialità che li isola, figlia anche dell’ostracismo portato avanti dalla CGIL (che, non sempre ma spesso, è anche complice nello sfruttamento nei magazzini).
Abbiamo quindi cercato di “rompere” questo isolamento facendo saldare i pullman piacentini, e con essi l’intero spezzone del SiCobas, con altri pezzi di antagonismo sociale, con i compagni milanesi.
Ciò è stato possibile grazie a due fattori.

 

Il primo è stato la lungimiranza del SiCobas, che ha rifuggito l’opzione minoritaria di un corteo dei sindacati di base slegato dalla FIOM. Altre sigle hanno fatto questa scelta, ad esempio USB con a rimorchio alcune sigle studentesche e alcuni centri sociali. Senza voler polemizzare ne passare per i “filo-CGIL”, ci sentiamo di criticare questa scelta perchè rompe la possibilità di un dialogo unitario dal basso fra i lavoratori. Per carità, gli studenti che hanno impattato con la polizia hanno tutta la nostra solidarietà, ma li invitiamo a interrogarsi se oggi fosse quella la vittoria da portare a casa o piuttosto provare a far marciare fianco a fianco i conflitti reali: la logistica appunto ma con essa le occupazioni abitative. Insomma, provare a ricomporre.

 

Il secondo fattore è stata la lungimiranza dei compagni antagonisti milanesi. Fin dalla prima mattina abbiamo incrociato in Corvetto alcune realtà anarchiche e autonome che marciavano contro la schifosa campagna d’odio “anti-occupazioni” che la Lega e il PD stanno fomentando in questi giorni a Milano. Poi con gli antagonisti, con l’autonomia diffusa abbiamo portato le bandiere NoTav, nel corteo FIOM, con tutto quello che esse significano. Poi tutto questo insieme che si inserisce all’altezza dello spezzone SiCobas, regalandoci un’istantanea del tessuto di resistenze del nord-Italia. Un’operazione simbolicamente e logisticamente riuscita, che la solita “paura dei manifestanti cattivi” di certa burocrazia CGIL non è riuscita a rovinare quando si è consumato un breve momento di tensione all’ingresso di Piazza Duomo. Un compagno era stato accalappiato dalla celere ma la determinazione del nostro blocco, che non è arretrato di un centimetro, è riuscito a farlo rilasciare. Alcuni militanti di base della FIOM ci hanno seguito nel rivendicare la sua libertà e nello spostamento immediatamente successivo.

 

Un successo completo quindi? No, si può e si deve fare tanto meglio, ma il tentativo di ricomporre e di far parlare chi sta in basso non è mai tempo perso.
Per questo torniamo a casa con una certa soddisfazione, convinti di aver svolto, pur essendo una piccola realtà, un importante ruolo di cerniera fra le realtà dell’Italia degna e che resiste.

 

Renzi e padroni…torneremo!

 

da Piacenza Antagonista.