Non tutti sanno che il 12 gennaio 2015 la federchimica si è incontrata con Cgil-cisl-uil chimici per discutere della norma contrattuale prevista dal ccnl del 2012.
Di cosa parla questa norma?
Questa norma prevede una verifica degli eventuali scostamenti tra inflazione prevista(sulla cui base sono avvenuti gli aumenti) e quella reale relativa al biennio 2013-2014.
Ora l’ultimo contratto firmato dai chimici per il triennio 2013-2015 prevede quattro tranche di aumenti per un totale di 148 euro, di cui 86 sono già stati erogati e 62 ancora da erogare.
Federchimica ha chiamato i confederali firmatari del contratto e gli ha comunicato che , per effetto del calo dell’inflazione i lavoratori hanno preso 34 euro in più(degli 86) di quanto loro spettante e altri 45 in più ne prenderanno nel 2015 .
MA COME E’POTUTO ACCADERE TUTTO CIO’?
L’arcano, di cui molti si sono dimenticati, sta nel fatto che da dicembre 2009 i contratti si rinnovano assumendo come indice di calcolo previsionale la famigerata IPCA(che avevamo già denunciato come schifezza) che lega i salari all’inflazione.
Oggi che ,secondo l’Istat siamo in deflazione, federchimica chiede indietro i soldi.
CGIL-CISL-UIL CHE FANNO?
Acconsentono alla diminuzione senza nemmeno fiatare come fanno ormai da anni in tutti i settori( per non parlare delle porcherie salariali che fanno ai lavoratori della logistica) proseguendo nel togliere i diritti che già hanno firmato nel ccnl chimici, come la cancellazione degli scatti d’anzianità e la deroga al contratto nazionale per le materie aziendali.
In linea con questa impostazione del meno peggio, anche la maggioranza della RSU della Sun edison di Novara,(fabbrica chimica di 600 operai ex Montedison) ha accettato la revoca degli accordi firmati negli anni ’70 aprendo la strada all’abbassamento del salario.
I sindacati confederali sono talmente legati al governo e alla confindustria che mentre alla domenica cianciano di lotta per la difesa del salario e dei diritti, durante la settimana fanno accordi e accettano tutte le condizioni peggiorative per i lavoratori.
I confederali hanno la lingua biforcuta e se lo possono ancora permettere, visto che la maggioranza dei lavoratori italiani sono ancora dormienti e assuefatti alle istituzioni.
Ciò non toglie che per respingere tali richieste, i lavoratori chimici(come quelli degli altri settori) non hanno scelta: o scendono in lotta ( anche alla luce dell’approvazione del jobs-act che parla anche di de-mansionamento, che i chimici hanno già derogato, –oltre che di licenziamenti-) in prima persona andando a colpire la produzione, oppure non possono che accettare la perdita di salario fino alla prossima richiesta dei padroni di togliere ancora soldi e diritti.
Milano,24-2-15
S.I. COBAS CHIMICI