Alimentaristi

[MODENA] Castelfrigo: quale accordo é stato raggiunto dalla Cgil?

L’accordo raggiunto alla Castelfrigo di Castelnuovo Rangone (MO) per i lavoratori addetti alla macellazione e lavorazione carni è una beffa per gli stessi lavoratori che hanno sostenuto l’iniziativa sindacale per alcuni giorni, con scioperi davanti ai cancelli, per rivendicare diritti e salario, dopo che per anni hanno subito malversazioni contrattuali e salariali imposte dalle cooperative ILIA e WORK SERVICE operanti attraverso il consorzio JOB SERVICE fornitore nell’appalto.
 
Premesso che il SI Cobas e’ da alcuni mesi sta operando nel distretto modenese del settore lavorazione e macellazione carni, scoperchiando montagne di letame, facendo luce ed evidenziando le collusioni tra le false cooperative che gestiscono migliaia di lavoratori in condizioni di semi schiavitù, dove il caporalato è assurto a sistema di lavoro e il confederume sindacale e’ anch’esso un sindacalismo di comodo connivente con le grandi aziende di macellazione. In questo comparto si applicano contratti di lavoro (CCNL Trasporto merci e Logistica), non corrispondenti alle declaratorie previste quelle applicate al lavoro prevalente che e ‘ quello del CCNL Industria Alimentare. Chi, inoltre, dovrebbe controllare il sistema, è parte integrante di questo sistema di super sfruttamento della forza lavoro.
 
L’iniziativa sindacale della CGIL, si inserisce al seguito dei nostri interventi sindacali (che tutt’ora proseguono senza sosta) in questo settore, con centinaia di lavoratori che si organizzano con il SI Cobas. Con tutte le difficoltà presenti e come sempre abbiamo tutti contro, questi lavoratori stanno rialzando la testa. Alla Castelfrigo, solo ora la CGIL è costretta a muoversi, per timore che i lavoratori si organizzino fuori dal loro controllo. Per anni questi lavoratori, di cui molti loro iscritti sono stati resi inattivi, pochissime le denunce dei rapporti di lavoro e delle buste paga fuori legge, così come l’apertura di contenziosi legali davanti il giudice del lavoro anche contro le aziende committenti mentre son ben vigili ad ottenere le quote sindacali.
 
Tantissimi lavoratori, prima si rivolgevano ai sindacati confederali per controllare le buste paga, ma la risposta era sempre la stessa: “è tutto a posto e, tutto regolare”. Questo “orrore” e’ presente in tutti gli stabilimenti di lavorazione e macellazione carni, dove i rapporti e le relazioni sindacali nulla hanno da invidiare a quelli a suo tempo evidenziammo all’Ortomercato di Milano controllato dalle cooperative in odore di mafia. I lavoratori stufi di subire questa situazione si sono organizzati in maggioranza nel SI Cobas, perché solo attraverso l’organizzazione, l’unità e la lotta, possono rappresentare una prospettiva di cambiamento del loro stato, di fronte ad un sistema di barbarie nei confronti del lavoro salariato.
 
La grande vittoria strombazzata all’unisono oltre che dai confederali anche dai padroni e dai mezzi di informazione a cui gli stolti hanno dato ascolto, a ben guardare, E’ UNA BUFALA.
In ordine, si parte dalla questione del ritiro delle denunce dei padroni, nei confronti dei lavoratori, che hanno esercitato il sacrosanto diritto di sciopero e, a fronte della vertenza in atto, la CGIL revoca qualsiasi azione legale o risarcitoria nei confronti degli stessi padroni per qualsiasi titolo individuale o collettivo e, comunque a cessare quelle eventualmente intraprese.
 
L’accordo ben rimarca che si applicherà’ il CCNL “industria alimentare” pero’ non adesso e non sarà per tutti. Per ora si proclama l’integrale applicazione del CCNL Trasporto merci e Logistica in capo ai lavoratori delle cooperative operanti in Castelfrigo. Infatti dal marzo 2016 ulteriori incontri valuteranno quali (e non tutti) saranno i lavoratori che avranno il“privilegio” di essere inquadrati e i tempi di tale applicazione non potranno essere prorogati oltre il 31 luglio 2017 (fra 17 mesi!!!), con il chiaro intento discriminatorio tra i lavoratori.
 
Beffardo poi è l’adeguamento salariale istituito sul differenziale dei due contratti (es. se la differenza che c’e’ al 5 livello è quella di 100 euro, solo il 40% sarà’ dato e la parte restante sarà data solo in occasione dell’integrale applicazione del CCNL Alimentare che avverrà nel mese di “luglio del 2017”. questo in modo graduale: il 10% a partire da marzo 2016 nella cifra di € 4,00 lordi al mese e per l’ulteriore 30% dei lavoratori a partire dal novembre del 2016 si avrà un aumento di circa € 12 euro lordi al mese). Solo, per fare un esempio e paragone, con i nostri accordi sindacali in Alcar Uno, Global Carni, Gigi il Salumificio, Specialcarni, tutti i lavoratori percepiscono già da ora un indennità di mensa pari a € 3,00 al giorno, che è già superiore di per se al differenziale di pari livello tra il CCNL Trasporti e CCNL Alimentare.
 
Una ovvietà per noi, ma non per i padroni e la CGIL é la revocata indennità lavaggio vestiario, fino ad ora imposta forzatamente e mai denunciata, con l’impropria decurtazione stipendiale in capo ai lavoratori. Non è dato sapere se spariranno dalle buste paga di questi lavoratori le voci “trasferta Italia” e “indennità chilometrica” (che camuffano, esentasse, le ore di lavoro ordinario e straordinario), se verranno retribuiti tutti gli istituti contrattuali di 13, 14, ferie, rol e tfr al 100% calcolati sulle ore contrattuali parametrate a 168 ore e se verrà recepita dal datore di lavoro l’onere di integrazione al 100% degli istituti di malattia ed infortunio. Ed è su tutto questo insieme che compone la busta paga che la lotta dei lavoratori è portata avanti dal SI Cobas.
 
Infine questo accordo bidone falsamente sostiene che verra’ applicata la clausola sociale, al contrario l’accordo nella sua formulazione non garantisce nei cambi di appalto quanto ad esempio previsto nell’art. 4 del CCNL Multiservizi, in particolare in materia di successione tra le imprese: nella risoluzione dei rapporti di lavoro con l’impresa cedente, l’obbligo “ex novo” di assunzione da parte dell’impresa subentrante senza alcun periodo di prova per i dipendenti neo assunti.
 
Si stabilisce invero nell’accordo fatto un impegno generico a mantenere inalterati i livelli occupazionali, ferme restando identità e sovrapponibilità dell’appalto, con il riconoscimento all’uopo di un “diritto di precedenza”. Facciamo presenti le preoccupazioni dei lavoratori operanti nei magazzini che nell’eventualità del cambio di appalto le cooperative subentranti non vogliano rispettate le disposizioni di salvaguardia dei loro diritti, che possa essere, invece, azzerato quanto acquisito con il precedente rapporto di lavoro (livelli, anzianità, TFR), oppure, con il cambio d’appalto si possa intervenire direttamente anche sulla retribuzione ordinaria peggiorandola o non garantendo in primo luogo, per chi subentra, l’obbligo di assumere tutto il personale presente nel cantiere, e che ai suddetti rapporti di lavoro non verranno poi applicate le disposizioni di cui alla legge n. 183/2014 (jobs act) e successivi decreti attuativi, mantenendo la tutela prevista dall’art. 18 L. 300/1970, con espressa esclusione di quanto previsto in tema di licenziamento dal D.lgs. n. 23/2015.
 
L’accordo bidone è stato preparato come una polpetta avvelenata per questi lavoratori, essi si accorgeranno ben presto sulla loro pelle qual’e’ il contenuto, preparato insieme dai padroni e dai sindacati di comodo confederali  (e presentato come positivo anche da certi sindacalisti della ” sinistra” interna alla CGIL) e allora ne riparleremo con loro in sciopero davanti ai cancelli!
 

DIRITTI, SALARIO E DIGNITÀ
LA LOTTA E L’UNITÀ DEI LAVORATORI VINCE
SE SI ORGANIZZA CON IL S. I. COBAS!

 

Modena, 20 Febbraio 2016
S. I. Cobas Modena

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