Il settore della logistica e dei trasporti è organizzato nella forma di appalti nei magazzini, veri e proprie scatole cinesi che a partire da un committente si dipanano al proprio interno attraverso consorzi, ditte appaltatrici e in ultimo i lavoratori, spesso soci di cooperativa. Questo sistema piramidale che ha la sola funzione di restringere i salari e negare i diritti dei lavoratori, aggiunge l’aggravante dell’intermediazione spesso esercitata da caporali di ogni specie.
I continui cambi appalto subiti dai lavoratori e avallati dai sindacati confederali servono esclusivamente a ridurre il costo della forza-lavoro. La cancellazione degli scatti salariali, la sparizione delle spettanze arretrate, la chiusura conciliativa sotto minaccia per escludere ogni possibile rivendicazione sul pregresso e talvolta la perdita del posto di lavoro sono l’incubo ricorrente degli operai del settore ancora non organizzati dal S.I. Cobas. Cosa importante il CCNL firmato da CGIL CISL e UIL non garantisce la permanenza dei lavoratori in caso di cambio appalto. Le nostre battaglie nel settore hanno con gli anni portato ad un progressivo aumento dei salari, al miglioramento delle condizioni normative, imponendo allo stesso tempo condizioni di maggior stabilizzazione dei lavoratori in un sistema basato sulla precarietà, flessibilità e ed il super sfruttamento dei lavoratori . L’avanzare del nostro fronte di lotta e organizzazione e il continuo allargamento su scala nazionale, grazie all’adesione di ulteriori settori professionali in aggiunta ai facchini, ha messo in discussione il sistema e ha teso a minare le fondamenta su cui si basa.
Il sistema basato sulle cooperative, vero e proprio strumento di compressione dei salari, è stato da noi messo in discussione nella tendenza ormai avviata di internalizzazione della forza-lavoro e di introduzione di aziende non cooperativistiche da parte dei committenti. Un risultato dovuto alla forte spinta messa in campo dagli operai in questo settore. Nonostante questa esperienza SDA ha avviato in questi giorni, in tutta Italia, una serie di riorganizzazioni negli appalti dove lavorano i driver, scavalcando completamente anche dall’informazione tutte le organizzazioni sindacali, è un attacco frontale ai lavoratori, riproponendo quel modello di precarietà ed insicurezza lavorativa che stiamo ogni giorno combattendo.
La presenza estesa del S.I. Cobas e la scelta di iniziare lo sciopero dei driver e facchini nei magazzini per adesso coinvolti (Bergamo, Brescia e Piacenza), con la possibilità di una discesa in lotta di tutti i facchini degli altri magazzini, ci ha permesso oggi di respingere questo progetto, ci è stato prospettato verbalmente da un funzionario SDA un tavolo giovedi, dove non permetteremo nessuna decisione che metta in discussione i diritti dei lavoratori, le conquiste ottenute, le relazioni positive sindacali instaurate con i fornitori e la garanzia che chi mai dovesse prendere in appalto l’attività rispetti al 100% quanto è già in vigore, senza perdita di posti di lavoro, semmai con maggiori diritti in termini salariali e di dignità. Nel frattempo lo stato d’agitazione rimane aperto.
D’altronde la strada è quella che stiamo percorrendo con la trattativa avviata con la FEDIT, associazione padronale più rappresentativa nel settore dei corrieri, dove stiamo discutendo, insieme all’ADL Cobas, un accordo nazionale che stabilizzerà, su questa questione la clausola di garanzia gli operai driver nel magazzino in cui lavorano.
Un accordo che inciderà anche fortemente sulle condizioni di vita dei lavoratori introducendo garanzie in caso di malattie professionali e infortuni invalidanti, una riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario e che fisserà, nero su bianco, quanto già contenuto in tutti gli accordi aziendali siglati in questi anni (ticket, passaggi di livello, pagamento integrale delle malattie e infortuni). Ancora una volta davanti alla passività di tutte le sigle sindacali, confederali e di base, anche quelle sedicenti di conflitto, solo il S.I. Cobas ha saputo reagire con prontezza, mettendo in piedi una mobilitazione che ha coinvolto centinaia di lavoratori in poche ore e dimostra, se fosse necessario, che solo la lotta paga!
I continui cambi appalto subiti dai lavoratori e avallati dai sindacati confederali servono esclusivamente a ridurre il costo della forza-lavoro. La cancellazione degli scatti salariali, la sparizione delle spettanze arretrate, la chiusura conciliativa sotto minaccia per escludere ogni possibile rivendicazione sul pregresso e talvolta la perdita del posto di lavoro sono l’incubo ricorrente degli operai del settore ancora non organizzati dal S.I. Cobas. Cosa importante il CCNL firmato da CGIL CISL e UIL non garantisce la permanenza dei lavoratori in caso di cambio appalto. Le nostre battaglie nel settore hanno con gli anni portato ad un progressivo aumento dei salari, al miglioramento delle condizioni normative, imponendo allo stesso tempo condizioni di maggior stabilizzazione dei lavoratori in un sistema basato sulla precarietà, flessibilità e ed il super sfruttamento dei lavoratori . L’avanzare del nostro fronte di lotta e organizzazione e il continuo allargamento su scala nazionale, grazie all’adesione di ulteriori settori professionali in aggiunta ai facchini, ha messo in discussione il sistema e ha teso a minare le fondamenta su cui si basa.
Il sistema basato sulle cooperative, vero e proprio strumento di compressione dei salari, è stato da noi messo in discussione nella tendenza ormai avviata di internalizzazione della forza-lavoro e di introduzione di aziende non cooperativistiche da parte dei committenti. Un risultato dovuto alla forte spinta messa in campo dagli operai in questo settore. Nonostante questa esperienza SDA ha avviato in questi giorni, in tutta Italia, una serie di riorganizzazioni negli appalti dove lavorano i driver, scavalcando completamente anche dall’informazione tutte le organizzazioni sindacali, è un attacco frontale ai lavoratori, riproponendo quel modello di precarietà ed insicurezza lavorativa che stiamo ogni giorno combattendo.
La presenza estesa del S.I. Cobas e la scelta di iniziare lo sciopero dei driver e facchini nei magazzini per adesso coinvolti (Bergamo, Brescia e Piacenza), con la possibilità di una discesa in lotta di tutti i facchini degli altri magazzini, ci ha permesso oggi di respingere questo progetto, ci è stato prospettato verbalmente da un funzionario SDA un tavolo giovedi, dove non permetteremo nessuna decisione che metta in discussione i diritti dei lavoratori, le conquiste ottenute, le relazioni positive sindacali instaurate con i fornitori e la garanzia che chi mai dovesse prendere in appalto l’attività rispetti al 100% quanto è già in vigore, senza perdita di posti di lavoro, semmai con maggiori diritti in termini salariali e di dignità. Nel frattempo lo stato d’agitazione rimane aperto.
D’altronde la strada è quella che stiamo percorrendo con la trattativa avviata con la FEDIT, associazione padronale più rappresentativa nel settore dei corrieri, dove stiamo discutendo, insieme all’ADL Cobas, un accordo nazionale che stabilizzerà, su questa questione la clausola di garanzia gli operai driver nel magazzino in cui lavorano.
Un accordo che inciderà anche fortemente sulle condizioni di vita dei lavoratori introducendo garanzie in caso di malattie professionali e infortuni invalidanti, una riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario e che fisserà, nero su bianco, quanto già contenuto in tutti gli accordi aziendali siglati in questi anni (ticket, passaggi di livello, pagamento integrale delle malattie e infortuni). Ancora una volta davanti alla passività di tutte le sigle sindacali, confederali e di base, anche quelle sedicenti di conflitto, solo il S.I. Cobas ha saputo reagire con prontezza, mettendo in piedi una mobilitazione che ha coinvolto centinaia di lavoratori in poche ore e dimostra, se fosse necessario, che solo la lotta paga!
Milano, 27/09/2016
S.I. Cobas nazionale