Cobas

[21 OTTOBRE] Un altro passo in avanti sul terreno dell’autonomia di classe!

Come avevamo previsto, lo sciopero generale, logistico e metropolitano del 21 ottobre ha rappresentato uno snodo essenziale per le prospettive di rilancio del movimento di classe nel nostro paese. Nella logistica abbiamo assistito a un’adesione e a livelli di partecipazione senza precedenti, in un clima di forte combattività e determinazione dei facchini (e ormai non si tratta di una novità) e di importanti settori di drivers (e questa invece è una novità importante). Sarebbe impossibile elencare tutti i presidi e i picchetti che dal nord al sud del paese hanno reso il 21 una vera giornata di lotta e di blocco della filiera del profitto.
Ci limitiamo ai più rilevanti non solo per partecipazione numerica e/o rilevanza: a Bologna 500 operai di tutti i più importanti corrieri bloccano per ore l’interporto; a Milano picchetti non solo in TNT e SDA ma anche alla Bennet di Origgio, quella che fu la culla delle lotte nella logistica e dove è in atto un forte risveglio operaio dopo anni di torpore prodotti dall’offensiva padronale, e soprattutto a Carpiano dove centinaia di facchini hanno bloccato l’intero transito di merci in entrata e in uscita; a Bergamo ferme così come alla Dhl di Settala; a Torino ancora una volta abbiamo assistito al picchetto più carico di tensione: al CAAT la repressione delle forze dell’ordine contro i lavoratori ha colpito duramente, con cariche, lanci di lacrimogeni e persino minacce personali da parte di una Questura come non mai a braccetto con i boss delle cooperative; a Piacenza blocchi alla Sda, alla Tnt e corteo cittadino con centinaia di lavoratori; anche alla Conad di Modena cariche e fermi contro gli scioperanti, che rispondono con un corteo e numerosi blocchi stradali; a Brescia corteo di facchini e drivers che blocca la zona industriale; a Genova corteo dei lavoratori del pubblico impiego per le vie della città; a Pontedera blocco delle merci nell’indotto Piaggio; a Roma più di 100 tra lavoratori e solidali bloccano la GLS di Fiumicino; a Napoli bloccato per più di 2 ore l’interposrto di Nola al cui interno vi è il reparto-confino dell’FCA, causa scatenante del licenziamento dei cinque operai e della lunga battaglia conclusasi con la sentenza di reintegro dello scorso 27 settembre; a Foggia centinaia di braccianti manifestano per le vie della città e assediano per ore la prefettura che da mesi si rifiuta di convocare un tavolo per affrontare le condizioni schiavistiche in cui versano migliaia di lavoratori delle campagne; infine in Veneto i nostri compagni di lotta dell’Adl Cobas bloccano l’interporto e numerosi magazzini del nord-est… Senza dimenticare ovviamente le iniziative di lotta messe in atto dai lavoratori appartenenti alle altre sigle sindacali promotrici, in primo luogo nel settore dei trasporti in cui si sono registrate punte altissime di adesione allo sciopero.

Questo solo un sintetico e veloce sommario di una giornata in cui siamo orgogliosi di poter dire che la parola sciopero ha riconquistato il suo significato effettivo di blocco della produzione e della circolazione di merci.  Ma altrettanto importante è stato il carattere sociale e metropolitano di questa giornata di lotta, che ha visto nelle manifestazioni di studenti, precari e disoccupati di Bologna, Napoli e Palermo un “valore aggiunto”non indifferente, e soprattutto la straordinaria mobilitazione dei movimenti romani per il diritto all’abitare giunti in più di 1000 fuori al Campidoglio a denunciare l’indifferenza della giunta Raggi verso l’emergenza abitativa.
Il dato però più importante della giornata è stato il carattere essenzialmente politico di questa giornata di lotta: si tratta, soprattutto nella logistica, di un evoluzione importante rispetto alle lotte di questi anni, concentrate prevalentemente attorno al tema salariale e alle problematiche dei singoli magazzini.
Per un sindacato come il nostro che ha l’ambizione non solo di migliorare per quanto possibile le condizioni di vita degli sfruttati all’interno del sistema capitalistico, ma di indicare altresì la possibilità e la necessità storica di superare ed abbattere il sistema di sfruttamento dell’uomo sull’uomo, vedere migliaia di lavoratori che presidiano e bloccano i loro magazzini non solo e non tanto perchè chiedono una manciata di euro in più in busta paga, ma perchè hanno acquisito consapevolezza che il nemico di classe non è solo il loro padrone, ma l’intero sistema capitalistico e il suo stato impersonato dal governo Renzi, è il segno più inequivocabile del processo di crescita e di maturazione del movimento dei lavoratori della logistica, uno scarto enorme, per certi versi abissale rispetto al riflusso (politico prim’ancora che sindacale) che da almeno 20 anni ha colpito il movimento proletario del nostro paese nel suo insieme.

Lo sciopero è stato anche, non solo, per il no sociale e operaio al tentativo di riformare la Costituzione in chiave reazionaria: è una scelta che rivendichiamo e ribadiamo senza riserve e che guiderà le nostre iniziative a venire, in primo luogo la manifestazione unitaria del prossimo 27 novembre a Roma, nella quale punteremo assieme a tutte le forze vive del movimento a porre all’ordine del giorno la cacciata del governo Renzi, fuori e contro ogni schieramento istituzionale in nome e per conto delle lotte e del rilancio dell’autonomia di classe sul piano sindacale, sociale e politico. In barba alle elucubrazioni di qualche intellettualoide da strapazzo che dall chiuso della sua cameretta vorrebbe insegnare ai lavoratori come si lotta, i lavoratori hanno già fin troppo chiara la reale posta in gioco del 4 dicembre: indebolire il governo a guida PD significa indebolire i padroni che quel governo rappresenta, dunque significa creare condizioni migliori per riaprire la partita sui contratti collettivi nazionali, sul tema dei permessi di soggiorno, sull’emergenza casa, su ambiente e grandi opere, sul salario ai disoccupati e sulla democrazia sindacale rasa al suolo dal TUR voluto da governo, padroni e sindacati di Stato Cgil-Cisl-Uil-Ugl.
Dopo il 21 ottobre siamo consapevoli e ancora piu convinti che la messa in discussione e la rottura delle compatibilità capitalistiche è un obiettivo che può tornare ad essere una guida per l’azione concreta e quotidiana di migliaia e migliaia di proletari e non più solo una mera enunciazione fatta nel sottoscala di qualche circoletto di intellettuali: si tratta di un obiettivo che va posto in chiave internazionale ed internazionalista ma che, com’è sempre stato nella storia del movimento operaio, parte dall’assunto che “il nemico è in casa nostra”.

CACCIAMO IL GOVERNO RENZI CON LA LOTTA: IL 27 NOVEMBRE TUTTI A ROMA!  BASTA SFRUTTAMENTO, PRECARIETÀ, LICENZIAMENTI E DISOCCUPAZIONE! FERMIAMO I PIANI DI GUERRA DEI PADRONI E DELL’IMPERIALISMO! CONTRO IL RAZZISMO DI STATO: PER UNA MOBILITÀ SENZA CONFINI E SENZA SFRUTTAMENTO! UNITI SI VINCE!

SI COBAS NAZIONALE