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[POMIGLIANO] Mimmo Mignano torna in fabbrica

MIMMO MIGNANO TORNA IN FABBRICA: UN ALTRO PASSO AVANTI VERSO LA RICONQUISTA DELLA LIBERTA’ SINDACALE E DEL DIRITTO DI OPPOSIZIONE ALL’FCA DI POMIGLIANO
Dopo la sentenza di reintegro dello scorso 26 settembre, oggi un altra giornata storica per i cinque reintegrati SI Cobas alla FCA di Pomigliano: nonostante l’esonero della prestazione comunicato dall’azienda all’indomani della sentenza della corte d’appello, oggi pomeriggio Mimmo Mignano è riuscito finalmente a varcare i cancelli della fabbrica per partecipare all’assemblea sindacale indetta dai sindacati firmatari FIM e UILM. Pur trattandosi di un diritto inalienabile, quello di prendere parte alle assembleee sindacali, abbiamo accompagnato Mimmo fin sulla soglia dell’ingresso con la consapevolezza che oltre quella soglia i diritti e le leggi formali hanno ben poco valore: oltre quella soglia vige unicamente il regime del profitto, e ogni diritto va conquistato sudando sette camicie…
Fortunatamente, almeno questa volta la Fiat si è astenuta da azioni arbitrarie o da condotte ostacolanti e antisindacali, consentendo a Mimmo di poter andare in assemblea tranquillamente. In un clima di malcontento operaio e in alcuni casi di aperta contestazione dei vertici confederali a fronte del nuovo accordo-bidone sul trasferimento di 500 unità per due anni a Cassino, il nostro compagno ha preso la parola davanti a centinaia di lavoratori gran parte dei quali hanno salutato il suo ritorno in fabbrica con un lungo applauso.

Nell’intervento Mimmo ha attaccato senza mezzi termini l’operato dei sindacati collusi: la prossima deportazione di centinaia di operai a Cassino, costretti a viaggiare di notte in cambio di un incentivo che viene spacciato di quasi cinquecento euro al mese nascondendo invece agli operai la verità, ossia che al netto delle trattenute finiranno nelle loro tasche non più di trecentocinquanta euro, non è altro che la conferma del totale fallimento del Piano Marchionne e della condotta di FIM UILM UGL. In questi anni si sono chiesti sacrifici immani agli operai in termini di produttività e tagli salariali in nome di un rilancio occupazionale che non è mai avvenuto, al punto che oggi nessuno è in grado di dire quale sarà il futuro della fabbrica una volta che anche i contratti di solidarietà andranno in scadenza!

Le bugie di FIM- UILM- FISMIC- UGL oramai hanno le gambe cortissime, e i sonori fischi con cui gli operai hanno accolto i vertici confederali sia nell’assemblea del turno di mattina che in quella pomeridiana alla presenza di Mimmo, dimostrano che la misura inizia ad essere colma. Resta da vedere di fronte a questa situazione esplosiva cosa farà la Fiom, se darà realmente voce al malcontento operaio o resterà con un piede in due scarpe, nel ruolo di “opposizione di sua maestà”. Lo scandaloso appoggio dei landiniani al rinnovo-truffa del CCNL metalmeccanico, tanto più a fronte di una marea montante di NO in gran parte delle principali fabbriche, anche in FCA non lascia presagire nulla di buono…

Per quel che ci riguarda, l’intervento di Mimmo all’ assemblea di oggi, accolto con nervosismo e imbarazzo dai funzionari sindacali, ha lanciato agli operai FCA un messaggio chiaro: gli anni di allontanamento dalla fabbrica non hanno piegato ne fiaccato la resistenza delle avanguardie di lotta oggi riunitesi nel SI Cobas, e quelle stesse avanguardie sono pronte a riprendersi il loro ruolo di punto di riferimento per tutti coloro che sono stufi di abbassare la testa.
E’ solo l’inizio…

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