14 febbraio, ore 11.15, un carrello elevatore investe un operaio, schiacciando una gamba. In queste ore i dottori all’ospedale Maggiore studiano la possibilità per evitare l’amputazione. Risposta immediata degli RLS con la RSU con uno sciopero sulla sicurezza, di cui l’adesione è stata in officina del 100%. L’operaio usciva dal bagno, con una porta senza visuale, percorsi pedonali poco chiari e percorsi per carrellisti con limitata visibilità a causa di materiali stoccati ovunque e in altezza.
Il carrellista guidava un carrello fatiscente, senza una buona visuale perché munito di un sistema meccanico per ribaltare cassoni pieni di ferro in container, un carrello da esterno, dove non c’è circolazione di pedoni. Lo sciopero dei colleghi è scoppiato subito e senza esitazione perché tutti i lavoratori della Titan sanno che la motivazione di un infortunio grave non può essere imputabile ad una fatalità, perché i lavoratori con gli RLS hanno sempre denunciato i problemi sulla sicurezza ed hanno sempre avuto poche risposte concrete dalla direzione aziendale.
Già l’anno scorso, è stato indetto uno sciopero sulla sicurezza perché la direzione aziendale rimandava le richieste degli incontri con le RLS dove si chiedevano, su una lista di problemi, di programmare soluzioni in tempi accettabili per affrontare i molteplici problemi sulla sicurezza.
Da sempre la direzione dimostra di non vedere la sicurezza come un punto primario di investimento, come una risorsa che punta all’innovazione dei processi produttivi e alla salute dei suoi dipendenti, ma vede semplicemente un costo e tutto questo porta poi ad avere eventi come questo appena accaduto.
L’infortunio di Afrim e lo sciopero di oggi saranno per tutti noi, lavoratori della Titan, una forte spinta per rivendicare da subito, nel concreto, con risposte immediate i nostri problemi sulla sicurezza. La nostra lotta non si fermerà!