In una giornata di lotta estremamente dura che, a livello nazionale, ha bloccato nuovamente i maggiori hub della logistica nazionale, i facchini e i driver organizzati nel SI Cobas e nell’ADL Cobas hanno dimostrato per l’ennesima volta la propria forza. La notizia della sottoscrizione di un’ipotesi di accordo di rinnovo del CCNL di categoria, a distanza di due anni dalla scadenza, da parte del servile sindacalismo confederale e del padronato non hanno smorzato la mobilitazione già lanciata su una piattaforma realmente progressiva avanzata da chi nei fatti rappresenta una fetta sempre più ampia di lavoratori del settore.
Avremo tempo di commentare quello che, dalle prime bozze che trapelano, si rivela essere un ulteriore bidone sulla pelle dei lavoratori e l’ennesima concessione agli interessi padronali e ai loro profitti da parte del sindacalismo complice e subordinato al solo obiettivo di fermare le lotte operaie. Segnaliamo infatti, come già tentato alla Granarolo di Bologna, la volontà di considerare quale “servizio essenziale” tutta la filiera della grande distribuzione con la conseguente limitazione drastica del diritto di sciopero anche per chi è addetto alla fase logistica e di trasporto.
Una conflittualità che, nel milanese, ha disdegnato le vetrine di giornata e ha prodotto risultati concreti e confermato che l’unità delle lotte e il conflitto di classe sono gli unici strumenti per rispondere colpo su colpo all’attacco che quotidianamente il padronato conduce. Sono state completamente bloccate, tra le altre, la Geodis di Landriano (che lavora anche colli per Amazon), la piattaforma e-commerce Esselunga di San Giuliano Milanese e la Toncar di Muggiò.
Qui si è prodotta una limpida vittoria contro una committenza assoggettata a consorzi e cooperative appaltatrici che rifiutava di reintegrare dieci lavoratori iscritti al SI Cobas nonostante la sentenza favorevole del Tribunale del Lavoro e il blocco dei conti correnti. La determinazione e la resistenza degli operai Toncar e dei numerosi solidali presenti al picchetto, hanno costretto il padrone a rivedere la propria posizione di chiusura e a permettere ai lavoratori e alle lavoratrici di riprendere il lavoro dopo il licenziamento politico.
Assolutamente inutile per il padrone anche la massiccia presenza delle forze dell’ordine schierate a sua difesa. Segnaliamo peraltro l’ottuso e ridicolo intervento dei Carabinieri che, prima, ha identificato un lavoratore che stava filmando il presidio e ha inseguito una nostra compagna poi identificata insieme a due compagni per aver scritto degli striscioni e, poi, provocatoriamente, ha caricato su una volante per portare in Caserma il compagno Papis, dirigente sindacale riconosciuto e impegnato nella trattativa, “reo” di aver fermato la macchina dell’amministratore Toncar per potergli parlare. Una bieca provocazione rispedita al mittente dai lavoratori che hanno preteso e ottenuto l’immediato rilascio del compagno, ma che segnala l’inasprirsi del conflitto e dello scontro e si accoda agli attacchi anche personali subiti dai delegati e dai dirigenti del sindacato.
Un altro tassello è stato quindi posto nella più complessiva lotta contro la riorganizzazione padronale.
La lotta continua!
Csa Vittoria