ASSEMBLEA NAZIONALE
DOMENICA 8 LUGLIO
A BOLOGNA, VIA AURELIO SAFFI 30
SEDE SI COBAS
Decenni di macelleria sociale, di attacco ai salari e di smantellamento di ogni forma di tutela sociale dentro e fuori i luoghi di lavoro hanno prodotto il collasso elettorale del PD, della sinistra di Stato e di tutti coloro che si sono resi complici di una stagione di austerity ordinata dai padroni per uscire dalla loro crisi generale, e pagata sulla pelle e col sangue di milioni di proletari.
Guerre, licenziamenti, precarietà, morti sul lavoro, tagli drastici alla spesa sociale, misure antisindacali, attacco al diritto alla casa, militarizzazione dei territori, dei confini e delle coste: utilizzo degli immigrati come manodopera supersfruttata messa alla mercè di padroni schiavisti in nome di una retorica ipocrita dell'”accoglienza” dietro cui si cela il business delle braccia ad opera di Onlus e sistema delle Cooperative; devastazioni ambientali, arresti e repressione nei confronti di chiunque si oppone a tutto ciò con gli scioperi e la lotta: questo il cumulo di macerie lasciato in eredità dai padroni e dai governi della “seconda Repubblica”.
Su queste rovine la destra di Salvini e il qualunquismo dei 5 Stelle hanno costruito la loro fortuna, speculando sulla disperazione e sulla paura di milioni di operai e disoccupati e indirizzando il malessere sociale verso la barbarie del razzismo e della guerra tra poveri.
Non sappiamo quanto durerà la “luna di miele” tra il governo Conte e i milioni di disperati e “disillusi” che ad esso si sono affidati; sappiamo però con certezza che chi soffia sul fuoco delle divisioni su base etnica e sull’odio xenofobo non potrà mai offrire nulla di buono ai lavoratori.
Chi come noi è stato per anni in prima fila nelle lotte della logistica al fianco di migliaia di proletari immigrati e ha visto crescere e svilupparsi un processo straordinario di liberazione dalle forme più brutali di sfruttamento, sa bene che il razzismo è, oggi più di ieri, una potente arma in mano ai padroni per dividere la classe oppressa: oggi si colpisce il suo anello più debole ma al tempo stesso più combattivo; domani si attaccheranno ancora più a fondo le condizioni di vita e salariali dei lavoratori italiani.
Lo scorso 24 febbraio come SI Cobas abbiamo lanciato il sasso nello stagno della frammentazione, della disillusione e del senso d’impotenza che da tempo alberga in larga parte del sindacalismo di base e dei movimenti.
Abbiamo provato a “sparigliare le carte” rifiutando ogni illusoria e oramai ritualistica riproposizione di scorciatoie elettorali, respingendo al mittente ogni tentativo aperto o occulto di iniettare nelle vene della nostra classe il veleno de nazionalismo e del sovranismo, e mettendo in campo il peso reale di migliaia di lavoratori che ogni giorno combattono nelle trincee dei magazzini della logistica in una lotta che diviene sempre più un esempio e un’indicazione pratica per le avanguardie attive in tutte le categorie e, in prospettiva, per l’intera classe degli sfruttati.
La crisi capitalistica pone ogni lotta parziale per la difesa e il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei proletari dinanzi a un bivio: o si pone nell’ottica di una più ampia e generale battaglia anticapitalista e internazionalista, o si autocondanna alla testimonianza, e quindi alla sconfitta.
Il successo della manifestazione del 24 febbraio, replicato in numerose piazze cittadine lo scorso 1 maggio, dimostra chiaramente che il processo di sviluppo di un fronte anticapitalista è non solo necessario, ma anche praticabile.
Le illusioni elargite a piene mani dal governo “giallo-verde” vanno aggredite nell’immediato, mettendone a nudo le contraddizioni e smontandone pezzo dopo pezzo l’impianto demagogico e reazionario. Terminata la solita sequela di promesse elettorali a tutto e tutti, appare già in maniera chiarissima la natura di classe del duo Salvini-Di Maio e la loro subordinazione alla fame di profitti di padroni e padroncini e alla loro volontà di esportare ovunque il modello di sfruttamento “Marchionne- Amazon”.
Alla retorica pentastellata di un “reddito di cittadinanza” che va configurandosi sempre più come un cavallo di Troia utile a conseguire il duplice obbiettivo di costringere, da un lato, i disoccupati ad accettare ogni forma di sfruttamento e di precarietà e dall’altro a completare lo smantellamento delle tutele e dei CCNL per chi un lavoro ce l’ha, opponiamo una battaglia generale per il salario pieno e garantito a tutti i proletari occupati e disoccupati.
Alla barbarie del razzismo leghista opponiamo una mobilitazione generale per il diritto d’accesso, di soggiorno e di asilo a chiunque sbarca sulle nostre coste in fuga dalle guerre e alla ricerca di un futuro migliore per se ed i suoi familiari, e per il definitivo smantellamento del sistema di schiavitù, di miseria e di morte in cui versano oggi migliaia di lavoratori immigrati nelle campagne del Sud Italia e nell’intera filiera agroalimentare.
All’illusione nazionalista e sovranista dei “No-Euro” opponiamo un serio lavoro di coordinamento e collegamento delle lotte e degli scioperi su scala europea e internazionale.
Alla repressione, ai licenziamenti politici e all’isteria securitaria opponiamo una campagna per il diritto di sciopero di critica e di opinione, contro gli sgomberi e gli attacchi agli spazi sociali e alle occupazioni a scopo abitativo, per dire no ai DASPO e al ricatto delle sanzioni amministrative, per la libertà immediata di tutti i compagni e gli attivisti incarcerati, condannati o sotto processo a seguito di lotte sociali, politiche e sindacali.
Per discutere e definire insieme i temi, i percorsi e le scadenze di lotta prossime venture, invitiamo tutte le organizzazioni del sindacalismo di base e le realtà di movimento all’assemblea nazionale che si terrà domenica 8 luglio, alle ore 10,30 presso la sede SI Cobas in via A. Saffi 30.
Per adesioni inviare un messaggio alla pagina facebook SI Cobas Lavoratori Autorganizzati.