Nella notte del 20 febbraio é iniziato un grande sciopero nazionale da parte del S.I. Cobas e dell’Adl Cobas che ha fermato tutta la filiera della multinazionale Gls.
Da una parte Gls vuole sferrare un duro attacco chiedendo esuberi nell’hub di Piacenza, dall’altro GlsEenterprise (gestore delle filiali) non vuole sedersi al tavolo con il S.I. Cobas e l’Adl cobas per avviare una trattativa nazionale.
Migliaia di lavoratori di Milano, Rho, Piacenza, Brescia, Mantova, Parma, Modena, Padova, Verona, Firenze, Roma e molte altre città sono scesi in sciopero: alla lotta!
Avanti fino alla vittoria!
“Piacenza-Milano-Roma-Padova-Firenze-Modena-Pizzighettone-Parma… e altre città si stanno aggiungendo: da ieri sera è partita la lotta contro la ristrutturazione GLS.
Il piano della multinazionale è particolarmente importante da un punto di vista politico, perchè utilizzato come “ariete” dalle leghe padronali per provare a fare marcia indietro rispetto alle conquiste e alle paghe ottenute in dieci anni di lotte dal sindacalismo conflittuale.
E da dove parte l’esperimento?
Ovviamente da quella Piacenza che è stata fieramente avanguardia proprio per le conquiste sindacali, con un vero e proprio lavoro di preparazione che si è servito di propaganda sui media, provocazioni disciplinari e addirittura di altre sigle “sindacali” di base che creassero una condizione funzionale alla chiusura (prontamente scaricate appena svolto il compitino, come da copione già visto tante volte negli USA della repressione antisindacale).
Ma se astuta è stata la strategia padronale, generosa è in queste ore la risposta operaia, che attorno ai facchini di Piacenza sta vedendo in queste ore la solidarietà non solo del S.I.Cobas (cui aderisce il 100% della manodopera del magazzino di Piacenza), ma anche di altre sigle come Non Una Di Meno, numerosi centri sociali e collettivi e altri sindacati conflittuali come ADL Cobas e USI.
Toccano uno… toccano tutti!
20 febbraio,
S.I. COBAS PIACENZA“