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[EX-ALMAVIVA] Tragedia annunciata? Toccano uno, toccano tutti!

EX-ALMAVIVA: TRAGEDIA ANNUNCIATA?
TOCCANO UNO, TOCCANO TUTTI!

La situazione dei lavoratori oramai ex Almaviva, è quella che purtroppo possiamo definire significativa di questi tempi: un’azienda non è soddisfatta dai profitti o decide di cambiare i propri connotati e chiede ai lavoratori il sacrificio di qualche pezzo dei loro diritti.

I lavoratori consigliati male arretrano e cedono, credendo di mostrare così la loro disponibilità ad “andare incontro all’azienda”, chiaramente per il timore di perdere il lavoro.

Al primo arretramento ne sarà chiesto un altro e poi un altro ancora, fino a che verrà dato il benservito, ad una parte di essi o a tutti.

Un copione molto tristemente noto.

Un copione nel quale i sindacati confederali, forti del loro potere di rappresentanza, accreditati a sedersi a tutti i tavoli, invece di usare ogni arma a loro disposizione svolgono sempre e soltanto il ruolo di aiutare i lavoratori a cedere i loro diritti, di arretrare un passo alla volta fino all’orlo del burrone: hanno il grande pregio di apparire ragionevoli, rassicuranti, sinceramente coinvolti nelle sorti dei lavoratori, mentre li accompagnano per mano alla sconfitta.

In questa situazione, portando la nostra solidarietà, coinvolti da alcuni lavoratori, abbiamo sentito qualcuno dire che parlare con il senno di poi è semplice e che noi facciamo gli “arruffapopolo” perché vogliamo “metterci sopra”.

Non capiamo cosa voglia dire, non è mai stata e mai sarà la nostra lingua. Noi ci siamo sempre messi al fianco, perché è lì che sappiamo stare, dei lavoratori che si autorganizzano, e cioè che discutono in maniera collettiva e prendono decisioni collegiali rispetto alle quali mettiamo a disposizione competenza, esperienza e tutto il necessario supporto sindacale o legale quando serve.

Questo vuol dire fare sindacato: dare coraggio quando la strada sembra impervia, non abbassare la testa, non cedere i diritti ma lavorare per conquistarne qualcuno in più.

Siamo sinceramente convinti che in questa vertenza sia stato sbagliato tutto e che tutto quello che stanno facendo le aziende e le istituzioni fosse prevedibile, perché si è già visto, sentito e detto!

In questo momento i lavoratori hanno soltanto una strada: rivolgere la loro lotta verso INPS, che è il committente e verso Comdata, con tutti i mezzi possibili, per non lasciare fuori i 147.

Siamo convinti anche che il trasferimento a Marcianise andrà a colpire inevitabilmente i soggetti più esposti, ovvero chi lavora a part – time, che con uno stipendio già contratto all’osso dovrà impiegare risorse dalla propria tasca per andare al lavoro in un posto senza collegamenti.

E stiamo parlando prevalentemente di donne, che si troveranno a dover gestire l’ingestibile per cui il timore è che ai 147 eliminati dall’azienda si sommeranno altri/e costretti ad autoeliminarsi: questo noi lo riteniamo agghiacciante e questa non si può chiamare “mezza vittoria”, perché in realtà dal punto di vista sociale e sindacale è una sconfitta su tutti i fronti!

Comunque vada il tavolo al ministero nella giornata di oggi, i lavoratori e le lavoratrici hanno il diritto e il dovere verso sé stessi e verso il loro stesso futuro di iniziare a prendere in mano la loro situazione imparando a dismettere il ragionamento della delega “vuota”.

Ribadiamo il nostro supporto incondizionato, la nostra vicinanza e se sarà richiesto, il nostro intervento in maniera organizzata e riconosciuta e non più soltanto spontanea ed emotiva.

NON UNO DI MENO: UNITI SI VINCE!

S.I. Cobas