Spett.le GESC GLS
Spett.li Fornitori di Padova, Verona,
Firenze, Piacenza, Bologna
Oggetto: valutazione delle condizioni di rischio
per emergenza “coronavirus” nei magazzini GLS – GESC
Il Governo ha emanato tra ieri ed oggi un nuovo Decreto, nel quale è stato deciso tra le altre cose di chiudere tutte le attività commerciali ad eccezione dei servizi essenziali (alimentari, farmacie, edicole ecc.).
Per quanto riguarda le attività produttive e di trasporto delle merci si è deciso ipocritamente di non chiuderle ma di chiedere ai datori di lavoro solo di predisporre condizioni di sicurezza, e laddove non si possa rispettare la distanza minima di un metro, di dotare i lavoratori di dispositivi di protezione individuale.
Mentre si fa un gran parlare dello slogan “io resto a casa”, per i lavoratori, non solo non si dice di restare a casa, ma si mette a repentaglio la sicurezza di milioni di persone solo per cercare di contenere i danni economici provocati da Covid 19, mettendo in secondo piano la vita delle persone.
Ma su questo terreno non è possibile, in questa fase così drammatica, accettare che per tutto il mondo del lavoro si misuri a spanne il rischio di contagio.
E’ evidente che dove c’è una concentrazione significativa di persone il rischio aumenta, anche se si indossano dispositivi di protezione che non offrono alcuna garanzia.
In particolar modo, nel riferirci alla situazione dei magazzini di GLS, risulta evidente che per la tipologia del lavoro (specie quello che si fa in giostra) l’utilizzo di mascherine e guanti non può assolutamente tutelare i lavoratori quando lavorano costantemente a stretto contatto.
GLS si appella a quanto previsto dal decreto per affermare che i lavoratori che operano nei loro magazzini lo fanno nel rispetto delle norme governative, ma noi, come OO.SS. sappiamo che condizioni di sicurezza non possono essere garantite, né in GLS, né in molti altri magazzini e posti di lavoro, dove già sono partite proteste spontanee per rivendicare il diritto di rimanere a casa e di avere adeguate coperture economiche.
In questo contesto risulta evidente che, in assenza di una decisione governativa di bloccare tutte le attività produttive e di logistica e della mancata scelta di GLS (ma lo stesso problema si pone in molti altri magazzini) di non fermare le attività per manifesta mancanza delle condizioni di sicurezza, sta solo ai lavoratori la decisione di intraprendere un percorso di lotta che porti a salvaguardare prima di tutto la salute, per sé, per i propri compagni di lavoro, per le proprie famiglie e per tutti gli altri cittadini e chiedere urgentemente un incontro al Governo perché si adoperi quanto prima a predisporre l’utilizzo di ammortizzatori sociali laddove gli stessi lavoratori reputino che non esistano condizioni di sicurezza.
Ciò che auspichiamo ovviamente è che GLS e i Fornitori riconoscano che non vi sono condizioni di sicurezza in base alle quali si possa chiedere immediatamente l’utilizzo di una Cassa Integrazione Straordinaria che copra il 100 % del salario.
Qualora ciò non avvenga si apre un terreno di lotta per il diritto alla salute, astenendoci dal lavoro per mancanza delle condizioni di sicurezza e per contribuire, rimanendo a casa, a debellare il Coronavirus e per il riconoscimento per tutti i lavoratori travolti dagli effetti del “Coronavirus” di un reddito garantito.
Si Cobas e Adl Cobas Nazionali