Stavolta ha ragione la CEI.
La riapertura a senso unico, valida solo per i padroni, i loro profitti e in nome della “produzione nazionale”, fa ormai acqua da tutte le parti e tutti i nodi iniziano a venire prepotentemente al pettine.
Se bisogna accettare di “convivere col virus” per andare a lavoro, il più delle volte senza uno straccio di tutela e di protezione dai contagi, allora si può andare anche a messa, al parco, fare una chiacchierata con gli amici, fare assemblea, scioperare e scendere in piazza a manifestare.
Si può farlo indossando le mascherine e mantenendo le distanze, cioè rispettando quelle stesse misure di protezione e prevenzione che per due mesi i padroni, i prefetti e il governo non hanno garantito a milioni di persone che andavano e vanno ogni giorno a rompersi la schiena al lavoro in cambio di un salario da miseria, contagiandosi tra loro e talvolta crepando di CoVid-19.
Preoccupato dal peso politico rivestito dalla CEI, Conte si è subito affrettato a garantire un Protocollo ad hoc per le messe.
Benissimo: allora Conte inizi a preparare un Protocollo anche per il diritto di sciopero, di riunione e di manifestazione!
Se così non sarà, alla prima messa aperta al pubblico saremo in migliaia ad invadere le piazze di ogni città, e non ci sarà divieto che tenga!
Intanto il 30 aprile e il 1 maggio si sciopera e si lotta per la salute, la sicurezza e la difesa dei salari.
Basta furbate, basta stato di Polizia col pretesto del coronavirus.
SI Cobas nazionale