Mentre FedEx annuncia 6 mila licenziamenti in Europa,
si becca il più grande sciopero di filiera degli ultimi anni.
Da quasi due giorni l’intera filiera nazionale Fedex-Tnt è ferma.
Da Milano a Bologna, da Parma a Piacenza, da Roma a Fidenza, da Modena a Napoli, tutti i principali hub e magazzini del colosso americano hanno aderito allo sciopero nazionale proclamato dal SI Cobas per ottenere dei veri protocolli di prevenzione dei contagi da Covid sui luoghi di lavoro e il pagamento dei premi di risultato del 2020 svincolati dalla produttività e come riconoscimento ai lavoratori per aver continuato ad operare durante tutto il periodo in condizioni proibitive.
L’adesione a questa iniziativa di lotta è andata persino oltre la già altissima adesione allo sciopero nazionale di categoria dello scorso 18 dicembre per il rinnovo del CCNL.
Proprio nelle stesse ore FedEx, nel mentre non si degna di rispondere alle nostre richieste, presenta in pompa magna un piano mastodontico di licenziamenti in tutti i siti europei, annunciando il taglio di circa 6300 unità di personale.
I lavoratori dei magazzini FedEx dovrebbero avere ormai chiare le idee su quale sarà il futuro che i padroni stanno gli preparando .
Con lo sciopero di questi due giorni abbiamo chiarito ancora una volta a questi signori che il SI Cobas non arretrerà di un passo e venderà cara la pelle per impedire che 10 anni di lotte e di conquiste siano vanificate e azzerate dall’arroganza dei vertici aziendali.
È giunto il momento che tutti i lavoratori del personale viaggiante e non viaggiante, dei dipendenti diretti così come delle società in appalto, abbandonino i sindacati confederali venduti e concertativi e si uniscano a chi ha già dimostrato negli anni di poter resistere un minuto in più dei padroni.
Lo sciopero generale del 29 gennaio servirà anche a loro.
Avanti SI Cobas!
S.I. Cobas