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[GENOVA] Brt: un anticipo dei licenziamenti che verranno?

COMUNICATO STAMPAGENOVA, BRT:

UN ANTICIPO DEI LICENZIAMENTI CHE VERRANNO?

Se il blocco dei licenziamenti non ha impedito in questi mesi che aziende grandi e piccole lasciassero tranquillamente per strada, non rinnovando i contratti in scadenza, quasi 800.000 lavoratori in tutta Italia, l’approssimarsi a fine marzo della possibile fine del blocco mette ulteriormente in fibrillazione le aziende, che già scaldano i motori in riferimento alle prossime future ristrutturazioni.

Dalla metalmeccanica alla logistica, dalla Fedex – TNT alla Electrolux sono tanti i segnali che si ripercuotono a livello nazionale e che iniziano a riprodursi anche sul territorio genovese.

Ultimo esempio é proprio la situazione di questi giorni nel magazzino BRT di Genova, dove la cooperativa Diesse – titolare dell’appalto di facchinaggio in questo deposito – non ha rinnovato il contratto di lavoro a più di una decina di lavoratori, operativi sul cantiere da almeno un anno e che oggi vengono lasciati a casa senza tante spiegazioni e senza che si sia registrato alcun calo reale del volume di lavoro che, al contrario, grazie al ruolo dell’e – commerce, é invece complessivamente aumentato.

Lavoratori spremuti per più di un anno in un magazzino dove ogni sera si movimentano decine di migliaia di colli, facchini costretti a lavorare anche nei mesi più critici della pandemia nella speranza di vedersi rinnovato il contratto, oggi vengono scaricati come limoni spremuti perché non più necessari o forse perché la BRT sta già ragionando su come tagliare costi e salari, lavorando lo stesso volume di merce, con meno personale, con carichi di lavoro sempre più pesanti e ritmi sempre più frenetici?

E dopo l’eventuale sblocco dei licenziamenti cosa succederà?

Altri mancati rinnovi?

Altri licenziamenti, come la stessa Confindustria Genova auspicava solo pochi giorni fa dichiarando senza peli sulla lingua come “[…] sappiamo tutti che il 31 marzo 2021 scadrà il blocco dei licenziamenti. Crediamo sia giusto toglierlo, alcune aziende devono riorganizzarsi. […]”. (Genova 24 – 4 Febbraio 2021)

Di fronte a questo preoccupante scenario un sindacalismo, non diciamo combattivo, ma minimaente coerente, non può permettersi di guardare dall’altra parte, mentre le grandi committenti della logistica preparano il terreno alle future ristrutturazioni, mandando avanti le cooperative a fare il lavoro sporco.

Esprimendo tutta la nostra solidarietà ai lavoratori lasciati a casa e la nostra preoccupazione rispetto un’operazione che dimezza il personale a tempo determinato in questo magazzino, ci chiediamo CGIL, CISL E UIL cosa fanno?

Mercanteggiano sottobanco per provare a salvare qualche parente/amico, oppure credono come già espresso immediatamente dai nostri delegati in magazzino che vada posto il problema di non far passare in sordina il ridimensionamento dell’organico in BRT?

Vogliamo fare gli struzzi o si prova a costruire una diga contro le manovre che lasciano a casa i lavoratori, in un magazzino dove si continua a fare straordinario a spron battuto?

Già nei prossimi giorni dovremo chiedere conto a cooperativa e BRT rispetto questi esuberi, mantenendo alta l’attenzione, qui come in tanti altri magazzini del territorio, per difendere salario e dignità.

Coordinamento provinciale S.I. Cobas Genova