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[NAPOLI] Disoccupati in lotta: l’8 marzo tutti i giorni! Ottenuto incontro con la Regione Campania

SOLO LA LOTTA PAGA!

L’8 TUTTI I GIORNI!

Non abbiamo il tempo di fare le dirette facebook, sia perché in piazza pensiamo a lottare, sia perché già ci pensano loro a riprenderci.

Dopo tensioni con la polizia e blocchi stradali ottenuto un passaggio con l’Assessorato alle politiche sociali della Regione Campania.

In una giornata dove abbiamo coniugato la questione generale della lotta contro l’oppressione di genere e lo sfruttamento della donna in tutte le sue forme (una lotta da condurre quotidianamente nella classe) e la vertenza che come movimento vede protagoniste tantissime proletarie.

Dopo la mobilitazione al Ministero del Lavoro a Roma oggi abbiamo dimostrato ancora una volta che non ci fermeremo fino a quando non avremo soluzioni concrete.

Nelle assemblee discuteremo dei passaggi fatti per la vertenza e nelle prossime giornate ci saranno altre iniziative ed assemblee in questa direzione.

Riportiamo nel frattempo i punti generali della giornata di mobilitazione.

Quanto la crisi si scarichi soprattutto sulla parte femminile di noi è ormai sotto gli occhi di tutti.

Il governo e le istituzioni di prossimità, regionali e comunali non hanno saputo far fronte a nessuna delle criticità prodotte dalla crisi innescata dalla pandemia; oggi più che mai è indispensabile aprire ambiti di discussione con quei soggetti che rappresentano realmente i bisogni della classe proletaria e di tutte le fasce sociali più deboli, ed è indispensabile garantire sistemi efficienti per l’erogazione di salario indiretto e diretto.

– Potenziamento del trasporto pubblico e gratuità attraverso abbonamenti senza restrizioni per disoccupati/e, inoccupati/e, precari/e;

– Bonus baby sitter regionale per tutte le disoccupate, le inoccupate e le lavoratrici con figli di età inferiore agli 11 anni in ogni situazione, soggettiva od oggettiva, che pregiudichi la possibilità di una scuola in presenza;

– Apertura delle scuole in sicurezza con campagne regolari di screening per docenti e alunni, attivazione di nuovi spazi, sistemi di aereazione controllata;

– Potenziamento in prospettiva dei piani didattici delle scuole, attraverso l’attivazione di progetti extra curriculari che integrino il percorso scolastico (inserendo figure professionali trasversali), negli orari pomeridiani ( scuole aperte fino alle 7 di sera);

– Potenziamento dei consultori pubblici e obbligatorietà della presenza di medici non obiettori nelle strutture ospedaliere pubbliche;

– Servizi adeguati e qualitativamente elevati per le famiglie con basso reddito dove ci sono figli con disabilità;

– Maternità e paternità garantita a tutte le lavoratrici e ai lavoratori precari, a prescindere dalle ore di lavoro prestate, fino a 18 mesi dopo il parto;

– Salario garantito x disoccupati/e ed inoccupati/e.

CHIACCHIERE E PROMESSE NON NE VOGLIAMO PIÙ:

ALLA VIOLENZA E ALL’OPPRESSIONE

RISPONDIAMO CON L’AUTORGANIZZAZIONE.

Movimento di Lotta – Disoccupati “7 Novembre”


Per lo sciopero dell’8 marzo

Appello dell’Assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi

Alle lavoratrici, a tutte le donne, ai lavoratori

L’8 marzo non è una ricorrenza. Lo sciopero dell’8 deve essere un giorno di lotta a 360 gradi, che dia sostanza e continuità alle lotte di tutte le donne che ogni giorno hanno sulle loro spalle tutto il lavoro di cura necessario per la casa e per la famiglia, oltre che il lavoro salariato, generalmente sottopagato, con padroni che agiscono livelli di sfruttamento più profondi e alienanti rispetto ai colleghi maschi. In molti posti di lavoro sono all’ordine del giorno le molestie sessuali e il lavoro al nero diventa l’altra faccia del ricatto psicologico quando è il solo mezzo di emancipazione dalla subalternità economica. In tanti posti di lavoro il padrone dice che dobbiamo essere disponibili, lavorare quanto i maschi, anche se non prendiamo il salario dei maschi.

Alle donne che lavorano nelle fabbriche, nei magazzini della logistica, nelle pulizie, nelle scuole, negli uffici, nel commercio, alle lavoratrici domestiche, alle donne immigrate che subiscono anche il razzismo, a quelle che sono disoccupate, senza salario, alle donne e alle madri sole che sono le più povere nella nostra società, alle donne che subiscono violenze sessuali, che rischiano la morte per mano dei loro mariti o conviventi, alle donne che sono obbligate a prostituirsi da questo sistema sociale che ha bisogno di sfruttare i loro corpi, diciamo

Alziamo la testa, non basta lamentarci!

La nostra condizione sta peggiorando, la pandemia la stanno scaricando soprattutto su di noi!

Siamo noi in prima linea nei lavori di cura: dobbiamo difendere anzitutto la salute nostra e dei nostri cari, pretendere che la scienza medica sia a servizio nostro e non del profitto, lottare per la prevenzione e per la diffusione dei presidi medici sul territorio, pretendere la sicurezza sul posto di lavoro.

Siamo noi le prime ad essere licenziate, a perdere anche un lavoro misero e precario: perciò dobbiamo lottare per difendere il lavoro e la garanzia del salario pieno!

Con la scusa del Covid, scaricano su di noi ancora di più l’assistenza e la cura dei familiari: perciò dobbiamo lottare contro il taglio dei servizi, contro il lavoro da casa, contro la didattica a distanza completamente deregolamentata, che discrimina senza possibilità di appello i figli e le figlie di tante famiglie proletarie.

Non vogliamo essere rinchiuse in casa, dove le più “fortunate” vedono aumentare esponenzialmente i carichi di lavoro fisico e mentale, mentre le meno “fortunate” restano intrappolate a colpi di DPCM in ogni forma di violenza.

Dobbiamo lottare per difendere il diritto d’aborto libero, gratuito, assistito, rivendicare la possibilità di decidere sulla maternità e sull’interruzione di gravidanza, un diritto conquistato con dure lotte nel passato, che è diventato sempre più lettera morta e che ad oggi, considerata la percentuale inammissibile di obiettori, l’inefficienza dei consultori, l’assoluta mancanza di assistenza psicologica e medica, diventa una punizione o peggio una condanna per le donne.

Con lo sciopero dell’8 marzo vogliamo dire chiaro che questo sistema capitalista, patriarcale non deve essere solo combattuto, deve essere rovesciato. Perché

TUTTA LA VITA DEVE CAMBIARE!

Noi respingiamo l’ipocrisia di chi dal governo, dalle tv, dai giornali parlerà in questi giorni “a favore” delle donne. Respingiamo la retorica dei discorsi di rappresentanza copia incollati per celebrare una ricorrenza obbligata, per salvare la facciata del “politicamente corretto”.

Noi non vogliamo essere politicamente corrette, mentre ci tolgono i diritti, ci tolgono il lavoro e il salario, ci tolgono l’aria. Noi non vogliamo le “quote donne” per condividere il potere del capitale. Vogliamo spezzare le catene di questo potere soffocante.

Denunciamo l’ipocrisia dei rappresentanti istituzionali che parlano in “difesa dei diritti delle donne”, mentre anche quest’anno proprio lo Stato, tramite la Commissione di Garanzia sugli scioperi, con i suoi divieti/sanzioni, impedisce a tante lavoratrici e lavoratori di poter scioperare l’8 marzo.

Ma noi scendiamo lo stesso in lotta!

Unite con il coraggio di lottare non un solo giorno, ma tutti i giorni, per un mondo senza sfruttamento e senza oppressione, siamo orgogliose di scioperare, di scendere in piazza e chiamiamo tutte e tutti a lottare, per noi e per il futuro dei nostri figli.

L’8 marzo, riappropriamoci della natura rivoluzionaria e internazionalista di questa giornata, della sua impostazione di classe.

L’8 marzo non riguarda solo le donne, riguarda tutti i lavoratori. Per questo l’Assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi chiama tutti i lavoratori a scendere in sciopero in questa giornata.

Gli operai che non hanno nulla in questa società se non le loro catene, ma che hanno testa per pensare, nell’interesse della loro battaglia di classe, facciano proprie le rivendicazioni e la lotta delle donne oppresse e sfruttate che pongono la necessità di una trasformazione generale di questa società.

In questa giornata in cui in tutto il mondo, dall’Argentina all’India, dal Marocco alla Polonia, le donne lottano dando vita a grandi manifestazioni, il nostro appello è rivolto a tutti proletari che ogni giorno si battono contro lo sfruttamento, la miseria, l’attacco ai diritti, perché solo nella lotta comune sarà possibile abbattere questo sistema sociale, il capitalismo.

RIBELLIAMOCI, UNIAMOCI, LOTTIAMO INSIEME!

TOCCANO UNA TOCCANO TUTTE E TUTTI!

Assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi