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[CONTRIBUTO] Germania e Cina: scontro di potenza e profitto, dall’idrogeno alle armi

La pandemia Covid-19, come abbiamo più volte sottolineato, mette a nudo e accelera tendenze e contraddizioni già presenti, sia all’interno dei singoli paesi che a livello internazionale, nei rapporti tra le potenze. 

Il gigante asiatico cinese, uscito più velocemente dalla pandemia dei concorrenti occidentali, ha ripreso la sua corsa di sviluppo economico, divenendo sempre più un polo di attrazione per le altre potenze ancora frenate dalla crisi sanitaria, sociale ed economica.

All’interno della UE, Berlino cerca di serrare le relazioni economiche con Pechino, che è già il suo maggior partner commerciale, sfruttando anche gli aiuti statali cinesi erogati per lo sviluppo di tecnologie d’avanguardia, come quelle delle celle a idrogeno per il settore auto.

I tempi stringono, prima che i gruppi cinesi entrino nel mercato europeo vincendo la concorrenza dei gruppi nazionali.

Ma assieme e sulla base dello sviluppo economico, cresce il peso politico e militare della Cina. 

Ecco quindi che gli imperialismi concorrenti si attrezzano con sanzioni economiche ma anche anche militarmente per contenere questa ascesa, consapevoli di mettere con ciò a rischio la possibilità dei profitti derivanti dall’interrelazione economica con la Cina.

GERMANIA E CINA

SCONTRO DI POTENZA E PROFITTO

German Foreign Policy, 28.04.2021 – traduzione a cura di G. L.

28 aprile 2021, consultazioni intergovernative tra Germania e Cina, obiettivo garantire gli affari tedeschi in Cina nonostante le crescenti tensioni.

Nel 2020, anno della pandemia, la Cina ha rafforzato la sua posizione come maggiore partner commerciale della Germania; il suo peso cresce in prospettiva non solo in quanto maggiore mercato mondiale – popolazione di 1,4 miliardi, in cui si è sviluppata una classe media con potere di acquisto – (1) ma anche come sede per la ricerca e lo sviluppo di prodottiad alta tecnologia.

Dato che Pechino sta investendo fortemente nell’industria dell’idrogeno, Bosch, produttore di componentistica per il settore auto, ad es., ha trasferito in Cina importanti attività di sviluppo, approfittando delle sovvenzioni statali cinesi, pari a 13 MD di € stanziati per progetti di motori con celle a idrogeno e combustibile, condizioni queste che non trova altrove, neppure nella UE.

Bosch sta puntando ad una posizione leader nel mercato globale delle unità a celle a combustibile, su cui collabora con il produttore di veicoli commerciali Qingling Motors a Chongqing.

Pechino sta velocemente espandendo l’infrastruttura di idrogeno necessaria, come una rete di stazioni di rifornimento di idrogeno.

Con il suo nuovo piano quinquennale, Pechino ha inaugurato la strategia della “circolazione duale”, secondo la quale il “ciclo economico interno” deve essere potenziato rispetto al “ciclo economico esterno”.

Cioè, da una parte espandere il consumo interno per diminuire la dipendenza dalle esportazioni, e di conseguenza essere al riparo dai dazi punitivi delle potenze occidentali; dall’altra, accelerare lo sviluppo di prodotti ad alta tecnologia rende Pechino meno esposta alle sanzioni e agli embarghi.

Tutto ciò rappresenta delle opportunità per le imprese che vendono ai cinesi merci prodotte in impianti cinesi e anche ai gruppi che conducono Ricerca e Sviluppo in Cina (es. Bosch).

I gruppi tedeschi sono attratti dalle buone prospettive per le tecnologie legate all’ecologia.

Secondo la Camera di Commercio della UE in Cina, con il nuovo accordo con la UE sugli investimenti Pechino si sarebbe impegnata a cooperare contro il cambiamento climatico; le aziende dell’UE sarebbero ” posizionate al meglio ” nel settore cinese.

Se i gruppi tedeschi non riescono a radicarsi profondamente Cina, futuro centro dell’economia globale, si troveranno a competere con quelli cinesi anche nei mercati nazionali, come si sta prospettando – dopo i primi successi cinesi per smartphone e computer – per l’elettromobilità.

La Cina è già da tempo il maggior mercato nazionale per le auto elettriche; ora i gruppi cinesi stanno iniziando ad espandersi – e mirano in particolare al mercato europeo, che sta iniziando a crescere rapidamente.

Dopo il fallimento, anni fa, dei primi tentativi di commercializzare veicoli con motori a combustione nella UE, ora i produttori cinesi di e-car sono considerati molto più preparati e se riescono ad entrare nel mercato, sono da prevedere feroci battaglie per le quote di mercato in Germania e UE.

Per impedirne un’ulteriore ascesa di potenza, Berlino sta al contempo innalzando la sua pressione politica e militare su Pechino, e il che potrebbe mettere a rischio gli affari.

Alle recenti sanzioni imposte dall’UE, Pechino ha reagito in modo insolitamente aspro precisando che ulteriori attacchi potrebbero avere conseguenze drastiche.

Da parte sua però, il governo tedesco non ha cambiato i piani per l’invio di una nave da guerra, la fregata Bayern, in Asia orientale dove parteciperà a operazioni congiunte con il Giappone, e rientrerà in Europa passando per il Mar Cinese Meridionale.

Questo piano avviene in parallelo con attività simili della marina francese e britannica, e rischia di aggravare le tensioni politiche con Pechino.

Dal punto di vista di Berlino, le consultazioni intergovernative tedesco-cinesi di oggi mirano ad evitare danni potenziali all’economia tedesca, nonostante la dimostrazione di forza politico-militare.

Note:

1) Misurata in Parità di Potere di Acquisto, la Cina è già oggi la maggiore economia mondiale.