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[ITALIA] Lavoratori in sciopero per la revoca del “green pass”: da Trieste a Napoli, lotta operaia per salute e sicurezza

Stamattina una mobilitazione diffusa in tante aziende e filiere produttive contro l’imposizione del greenpass obbligatorio in tutti i luoghi di lavoro pubblici e privati.

Oltre ai porti, alla Elettrolux (TV) e in varie fabbriche metalmeccaniche, si sono fermati anche molti magazzini della logistica.

Alla Dhl di Liscate (MI) fermo quasi il 100% del magazzino, con in testa i lavoratori vaccinati solidali coi loro colleghi e finanche gli iscritti Cgil, uniti nel rivendicare che il costo dei tamponi sia a carico dell’azienda:

https://www.facebook.com/sicobasmilano/videos/590997088983591

A Bologna scioperi alla Camst e all’interporto.

A San Tammaro (Caserta) fermi da stamattina gli ingressi della manutenzione stradale con un presidio di più di 200 lavoratori.

In questo video un lavoratore nella Dhl di Liscate spiega le ragioni del no al greenpass in nome della sicurezza e dell’accesso gratuito e universale ai tamponi, unica soluzione per tutelare davvero il diritto alla salute e per respingere il tentativo del governo Draghi di innescare una guerra fratricida tra proletari vaccinati e non vaccinati.

S.I. Cobas


IL POSTO DI LAVORO NON SI TOCCA!

A poche ore dall’entrata in vigore dell’obbligo del greenpass su tutti i luoghi di lavoro pubblici e privati, è oramai chiaro ed evidente a tutti il totale fallimento della prova di forza messa in atto dal goveno Draghi col DL 127/2021.

Una prova di forza che non ha nulla a che fare ne con la tutela della salute e della sicurezza, ne tantomeno con la prevenzione del rischio pandemico sui luoghi di lavoro, ma che al contrario risponde a un disegno politico del governo Draghi, che utilizza il tema del vaccino come cavallo di Troia per dividere i lavoratori ed accelerare il ricatto e lo strapotere padronale sull’insieme del lavoro dipendente.

Il messaggio lanciato dai portuali di Trieste è chiaro come non mai: al disegno governativo e padronale di dividere e contrapporre tra loro i lavoratori vaccinati e non vaccinati, bisogna rispondere uniti e compatti.

Non possiamo consentire che quello stesso governo e quegli stessi padroni responsabili della strage quotidiana dei morti sul lavoro, del collasso degli ospedali durante il picco pandemico, dello sfascio della sanità, della scuola, dei trasporti, dell’attacco ai salari e dello sblocco dei licenziamenti, ora vogliano arrogarsi il potere di decidere chi può entrare al lavoro e chi deve restare a casa senza salario!

In queste ore almeno 3 milioni di lavoratori sono ancora privi del certificato verde, e l’intero sistema sanitario è in tilt poiché non è possibile soddisfare le centinaia di migliaia di richieste di tamponi.

A fronte di un pasticcio del genere, e di un oramai certa interruzione di interi comparti produttivi, il governo Draghi deve prendere atto del fallimento di questa misura e compiere l’unico atto consequenziale: il ritiro immediato del DL 127/2021 e la revoca dell’obbligo del greenpass sui luoghi di lavoro.

Il SI Cobas sostiene la mobilitazione dei portuali di Trieste, degli operai Elettrolux e di tutti i lavoratori che intendono opporsi a questa misura: un sostegno che per noi è sacrosanto e che nulla ha a che fare con le farneticazioni negazioniste e complottiste veicolate dei cosiddetti “no-vax”.

In queste ore in numerose aziende abbiamo strappato accordi nei quali i padroni si impegnano a coprire al 100% il costo dei tamponi: questo risultato è stato possibile solo grazie al peso acquisito con le lotte e la combattività operaia, e bisogna battersi per far si che venga esteso a tutte le aziende.

Per questo motivo il SI Cobas da indicazione a tutti i provinciali di proclamare lo sciopero con effetto immediato in tutte le aziende non soggette alle limitazioni della legge 146 (sanità, ecc.) in cui vi siano lavoratori a cui viene vietato l’ingresso nel proprio posto di lavoro: a partire dai magazzini e dalle fabbriche.

Auspichiamo infine che la mobilitazione in atto in queste ore, frutto anche della riuscita dello sciopero generale dell’11 ottobre, non si limiti al tema del green pass ma sappia nelle prossime settimane contribuire alla costruzione di un largo movimento di opposizione e di lotta contro i licenziamenti, il carovita, l’attacco generalizzato ai salari e la repressione del diritto di sciopero.

14 ottobre

SI Cobas nazionale