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[NAPOLI] Patto, Pnrr, Gol, fondi europei… e per i disoccupati? Verso una mobilitazione unitaria, il 15/4 assemblea pubblica

COMUNICATO STAMPA

Patto per Napoli, PNRR, Gol, fondi europei…

E per i disoccupati e le disoccupate?

“C’è la massima disponibilità, consideratevi a casa, dopo 8 anni dobbiamo dare risposte concrete a questa vertenza”.

Con queste parole, siamo stati accolti durante l’ultima Commissione Lavoro del Comune di Napoli, il giorno 31 Marzo nella sala del Consiglio Comunale.

Purtroppo non possiamo dire di essere rassicurati e anzi, destano in noi preoccupazione le ultime informazioni ricevute durante gli incontri svolti nei confronti istituzionali.

Innanzitutto per coerenza e rispetto verso tutti i disoccupati e le disoccupate che si sono organizzati/e insieme per dare risposta alla loro urgenza di un salario per campare, è opportuno chiarire alcuni passaggi.

Anche per capire gli impegni che abbiamo davanti.

Oramai è noto che il 5 novembre del 2021 alla presenza del Ministro del Lavoro, del Prefetto di Napoli, del Sindaco di Napoli e dell’Assessore al Lavoro, un confronto inter-istituzionale in sede prefettizia portò all’impegno degli enti per individuare un percorso che potesse dare risposte ai disoccupati e alle disoccupate di lunga durata, tenendo conto delle esigenze e della composizione rappresentate dal Movimento 7 Novembre, per inserirle all’interno di misure strutturali più complessive relative alle politiche attive per il lavoro a Napoli.

La Prefettura e gli altri enti condivisero, addirittura, il coinvolgimento di altri ministeri (Ministero degli Interni sulla verifica del rinnovo di alcuni finanziamenti ad oggi legati e vincolati alle Cooperative 25 Giugno e Primavera 3 fino a svecchiamento del personale ad oggi in fase di pensionamento, Ministero della Transizione Ecologica, Ministero dei Beni Culturali e tante altre istituzioni).

E’ bene ricordare che a quel tavolo siamo approdati dopo un lungo percorso di lotta (dagli anni trascorsi senza mai fermare la mobilitazione, fino alle dure giornate a Roma dal Nazareno, quelle fuori Montecitorio e fuori al Ministero del Lavoro, dalle settimane piene di iniziative di lotta fino ai mesi estivi dello scorso anno ha visto svolgere un’attività ha impegnato i disoccupati e le disoccupate nella tutela del litorale e nella raccolta differenziata dei rifiuti sulle 7 spiagge cittadine, da San Giovanni a Teduccio fino a Bagnoli)Una volontà chiara, emersa al Tavolo Interistituzionale, a tal punto da far indicare già alcune proposte nei giorni successivi al Tavolo Interistituzionale come nel pomeriggio del 13 Novembre, quando a Napoli in migliaia hanno partecipato alla mobilitazione nazionale a sostegno del movimento dei disoccupati. In tale occasione, a conclusione della mobilitazione, in Prefettura si valutavano addirittura progettazioni già presentate in passato, e si menzionavano altri percorsi sperimentabili, per dare una prima risposta immediata come auspicava lo stesso Prefetto di Napoli che potesse avvicinare i disoccupati all’orizzonte di una garanzia di salario legata all’utilità pubblica.La volontà di sviluppare progetti per lavori socialmente necessari ed utili alla collettività ed alla città, ai nostri territori e alle nostre periferie, è stata la risultante di questo percorso che possiamo qui solo sintetizzare in maniera estrema; ed è stata confermata all’unanimità anche dal Consiglio Comunale (nel mese di Gennaio) tramite tutti i capigruppo di tutte le forze politiche compresa la Commissione Lavoro del Comune di Napoli (nel mese di Marzo).

Del resto in questi mesi, al netto delle dinamiche di piazza e delle centinaia di scadenze e mobilitazioni per i ritardi circa le convocazioni degli incontri che avrebbero dovuto dare seguito a tali impegni condivisi, le interlocuzioni in Prefettura, con il Ministero del Lavoro a Roma e con il Comune di Napoli sono state numerose.L’elemento di fondo che ha caratterizzato la discussione, da Dicembre in poi, in questi incontri è stato articolato sui G.O.L., voce di spesa inserita nel PNRR dal Ministero del Lavoro, tramite cui destinare risorse importanti ai fini della formazione dei disoccupati finalizzata all’inserimento al lavoro: parliamo di 124 milioni di euro che dal Ministero alla Regione potrebbero andare a fornire formazione/lavoro per donne, over 55 disoccupati, under 30, percettori di ammortizzatori e soprattutto disoccupati di lunga durata.

Un programma che, se ci fosse la giusta volontà politica e coordinamento tra gli enti, si adeguerebbe perfettamente a dare soluzione ai bisogni primari espressi dal movimento 7 novembre ma che ad oggi è ancora oggetto di discussioni tra la Regione ed il Ministero circa alcuni criteri che dovrebbero tenere in considerazione le differenze e le particolarità delle Regioni, soprattutto del Sud e della Campania, e che pare invece non ci siano.

Questo atteggiamento a nostro avviso dilatorio, emerso negli ultimi incontri svolti ha comportato l’insorgere di numerose preoccupazioni oltre che perplessità: si è passati da un confronto inter-istituzionale apparentemente concreto per l’individuazione di risorse e di progettazioni utili a dare una risposta alla vertenza ed al tema lavoro in città (tanto da moltiplicare quotidianamente gli inviti a “mantenere la calma ed evitare iniziative perché non c’era bisogno dato che si stava lavorando per noi”) alla attesa messianica di questo piano G.O.L. (necessario per un eventuale percorso formativo e di rinserimento al lavoro) senza nel frattempo lavorare ad ipotesi progettuali concrete da parte delle istituzioni.

La nostra preoccupazione, in parte confermata dalle dichiarazioni di alcuni esponenti istituzionali, è che alla fine dei conti stiamo in attesa di questo piano che rischia però di “accompagnare” i disoccupati e le disoccupate ad un orientamento inadeguato a produrre quanto condiviso nei confronti inter-istituzionali precedenti, trattandosi di una formazione costruita esclusivamente sulla base delle richieste del mercato privato, con il rischio di spacchettare, dividere e lasciare i singoli disoccupati nella giungla del mercato e soprattutto utilizzando risorse pubbliche per lavori utili non alla collettività ma rivolti alla formazione di forza lavoro da offrire esclusivamente alle imprese private con tempi e modalità non decisi da un indirizzo pubblico.

Le ultime settimane hanno visto una mobilitazione permanente dei disoccupati e delle disoccupate, per certi aspetti straordinaria, che hanno indicato la volontà di intrecciare l’impellente urgenza ed esigenza di soddisfare il bisogno di un salario per campare il nostro movimento con gli interessi sociali individuando quali lavori necessari servirebbero per tutte e tutti;Sono state coinvolte le Presidenze della Repubblica, della Camera dei Deputati, del Consiglio dei ministri, la Curia di Napoli, i Ministeri nazionali i governi regionali e l’amministrazione comunale.

In mille modi abbiamo indicato anche immediatamente come si potrebbero dare prime risposte alle nostre richieste, ma a fronte di tutto questo le istituzioni ci hanno invitato ancora una volta, in particolare nell’ultimo incontro del 1° aprile, a “stare molto tranquilli”.

Questo orientamento di tutte le istituzioni verso una direzione diametralmente opposta alle nostre aspettative e indicazioni, è la fonte della nostra preoccupazione (oltre il classico rimbalzo costante di responsabilità tra gli enti); in sostanza anziché ricevere rassicurazioni nel merito delle nostre proposte e rivendicazioni, vediamo che si sostanzia l’intenzione di partorire percorsi fallimentari.

Una preoccupazione più che fondata, la nostra: non solo perché sappiamo il sudore che c’è stato dietro questa lotta e che ancora oggi è in corso.

Soprattutto perché nel frattempo i compagni e le compagne che si sono assunti la responsabilità anche di essere i portavoce in numerose occasioni del Movimento e decine e decine di disoccupati e disoccupate sono oggetto di indagini, processi, multe, denunce fino agli avvisi orali ed all’indagine di associazione a delinquere.

Pensiamo che quanto riportato fin qui sia abbastanza per capire che se da un lato una parte delle istituzioni sostiene di voler individuare finalmente una svolta a questa vertenza, dall’altra si agisce per reprimere e fermare questa lotta che è stata capace di generalizzarsi e non parlare solo alla “propria lista di disoccupati”.

Era evidente sin da subito che se da parte degli attori istituzionali non ci fosse la volontà di ripercorrere percorsi già praticati in passato con platee e bacini costruiti ad hoc (tenendo tra l’altro in considerazione la trasformazione che il Reddito di Cittadinanza ha prodotto in seno al movimento dei disoccupati per i quali) dall’altra si era ugualmente individuata una strada che potesse dare la possibilità di partecipare a procedure atte a garantire una certificazione di competenze finalizzate al lavoro, da spendere in maniera coordinata contemporaneamente in progettazioni socialmente utili e necessarie con il coordinamento delle Istituzioni, proprio tramite il Tavolo Inter-istituzionale.

Deve essere altrettanto evidente ai nostri interlocutori che riteniamo inimmaginabile che la strutturazione di un percorso tanto articolato possa concretizzarsi esclusivamente in una fila indiana di singoli disoccupati nel mare agitato e nella giungla della formazione per le imprese private senza nessuna capacità di accompagnamento del pubblico; tuttavia, nell’eventualità che ci stessimo sbagliando, pensiamo sia opportuna già da domani la richiesta di un urgente un confronto con i rappresentanti istituzionali (Sindaco, Prefetto, Ministero e Regione Campania) per un chiarimento rispetto al futuro del nostro percorso dentro il quadro generale delle politiche attive per il lavoro, nel quale auspichiamo si rinnovi la volontà politica emersa nelle varie interlocuzioni da tradurre in passaggi concreti.Per questo, anche nella giornata di Martedì 5 Aprile siamo andati ad incontrare il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, durante l’inaugurazione dei cantieri della Metro di Piazza Municipio che, verbalmente, ci ha assicurato che l’intenzione e l’interesse come l’impegno dell’amministrazione è proseguire sull’indicazione emersa nel tavolo del 5 Novembre.

Insomma, valutare la possibilità con i G.O.L. di dare certificazioni di competenze per i disoccupati ma senza abbandonare in nessun modo una progettazione specifica e coerente con le esigenze del Movimento e gli impegni assunti.

Abbiamo accolto sicuramente con piacere le parole del Sindaco che ha confermato l’impegno con noi di individuare un percorso progettuale come deciso in precedenza, ma non possono rassicurarci delle semplici dichiarazioni.

Soprattutto a seguito di mesi in cui sono emerse tante perplessità, come la continua distanza della Regione Campania, ed i moltiplicati ritardi e rimandi degli incontri inter-istituzionali stabiliti che nei fatti mettono in discussione gli impegni assunti.Sono mesi in cui le conseguenze dell’escalation militare e gli scenari di guerra dopo due anni di politiche fallimentari di contenimento della pandemia, che hanno comportato la ricaduta di costi abnormi sui proletari e sugli strati popolari peggiorandone ulteriormente le condizioni di vita e di lavoro/non lavoro (aumenti per le bollette, generi di consumo compresi i beni di prima necessità, fitti, carburanti ecc.); nei quartieri di Napoli, l’adozione di una gestione tesa a salvaguardare i profitti delle aziende a scapito del welfare diretto e indiretto così come dei salari, vuol dire fornire manovalanza alle marginalità sociale.

Abbiamo ripetuto fino allo sfinimento che lungo questi anni sono stati individuati molteplici percorsi e risorse economiche per poter sbloccare la possibilità d’inserimento al lavoro ed alla formazione per centinaia di disoccupati/e.

Abbiamo indicato esigenze, bisogni sociali e con esattezza le tipologie di lavori socialmente necessari alla città su tanti ambiti e settori d’intervento: la messa in sicurezza dei territori, la riqualificazione della città, la valorizzazione del patrimonio culturale, la lotta allo spreco alimentare, la prevenzione contro roghi e sversamenti illeciti, la raccolta differenziata ed i servizi legati al ciclo dei rifiuti, la manutenzione delle poche spiagge a disposizione, la manutenzione stradale, la cura del verde e degli spazi inutilizzati, la valorizzazione dei beni comuni, il potenziamento del trasporto pubblico e dei servizi territoriali, lo sviluppo delle opere di ripascimento e rifunzionalizzazione del litorale, la realizzazione di progetti di miglioramento della vivibilità quotidiana, il contrasto al dissesto idrogeologico affiancato ad un serio programma per le bonifiche, il superamento di un approccio emergenziale di smottamenti dei suoli, dell’inquinamento da polveri sottili, di alluvioni e frane, il piano di formazione per mansioni di controllo, monitoraggio e cura del territorio anche come utile argine per le infiltrazioni criminali, ecc.

Abbiamo accertato che questi percorsi sono resi disponibili oltre che dalle risorse ordinarie ed europee anche dalle risorse del PNRR ed altri finanziamenti come quelle previste dalla Legge di Bilancio (vedi il comma 249 e la possibilità di Patti territoriali per la Transizione Ecologica per progetti formativi e di inserimento al lavoro) collegati proprio al sopra citato programma di Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori (G.O.L.) che per la Campania destina 124 milioni di euro per la formazione al lavoro, ai quali si sommano gli Accordi per la promozione della Sicurezza Integrata recentemente in Prefettura stipulati ai sensi dell’art.3 del d.l. n°14/2017 convertito, con modificazioni, dalla l.n. 38 del 18/04/2017; l’art.11 prefigura Tavoli straordinari anticrisi per prevenire le situazione di disagio sociale fornendo la possibilità di affiancare al tavolo interistituzionale alcune procedure urgenti per situazioni di crisi legate al problema della crisi del lavoro, disoccupazione ed occupazione; inoltre, preso atto che il D.L. 152/2021, convertito con modificazioni dalla L. 233/2021, prevede l’assegnazione di apposite risorse alle città metropolitane in attuazione della linea progettuale «Piani Integrati – M5C2 – Investimento 2.2» nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), per un ammontare complessivo pari a 2.493,79 milioni di euro per il periodo 2022-2026, e che l’importo destinato alla Città Metropolitana di Napoli, calcolato secondo quanto previsto dal comma 3 dell’art. 21, e come da Allegato 1 del D.L. 152/2021, è pari a € 351.207.758 ripartiti in sei anni, dal 2021 al 2026.

Pertanto, oltre confermare la nostra intenzione a sollecitare ancor di più tutti gli enti per chiarire quanto abbiamo espresso, facciamo appello a tutta la città, alle forze sociali, alla parte sana dei nostri territori e della metropoli, ai compagni e compagne che ci hanno sempre sostenuto, alle altre vertenze dei lavoratori e disoccupati, di confrontarci insieme per un percorso di mobilitazione unitario e comune capace di portare ai tavoli interistituzionali tutte le vertenze sociali che abbiamo in piedi e che attendono risposte.Il Patto per Napoli, le risorse del PNRR, quelle ordinarie ed europee non possono essere discusse dentro i palazzi istituzionali senza dare risposte concrete ai bisogni sociali ed alle diverse vertenze che parlano di lavoro, salario, sanità, trasporti, territori, ambiente.

Invitiamo tutti/e ad un confronto che possa portarci ad una mobilitazione unitaria a livello regionale e cittadino che dia spazio ad ogni voce, vertenza e lotta sociale.

ASSEMBLEA PUBBLICA

VENERDI 15 APRILE H 17:30

GALLERIA UMBERTO

Movimento di Lotta “Disoccupati 7 Novembre”