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[NAPOLI] Perché tutta questa “violenza” contro i disoccupati?

Perché tutta questa “violenza” contro i disoccupati?

Secondo recenti sondaggi dell’Istat in Italia vi sono circa 1.346.670 percettori del reddito di cittadinanza per una quota mensile media di 588 €.

I “furbetti” finora sgamati sono lo 0,4 %, ed il danno è stimabile intorno ai 35.280.000 €. l’anno.

I “furbetti” borghesi, invece, evadono intorno ai 110 MILIARDI di euro l’anno, mentre di media su 142.000 aziende ispezionate risultano irregolari 99.000 aziende, con un danno stimato intorno ad 1 miliardo e 270 milioni di euro.

Insomma, noi disoccupati organizzati, sappiamo bene che il problema è ben altro. Anzi, il Reddito di Cittadinanza (che andrebbe allargato e migliorato secondo le esigenze di disoccupati e lavoratori) se da un lato permette a molti di noi di non sprofondare (tanti non lo percepiscono) e di poter pagare qualche bolletta e acquistare qualche prodotto in più al supermercato, ad ora sta funzionando come strumento infame delle amministrazioni per utilizzare i percettori in lavori comunali, senza contratto, colmando la mancanza di personale che a parità di orario verrebbe pagato di più di chi oggi riceve questo sostegno.

Ma se servono giardinieri, spazzini, manutentori, operatori per il decoro urbano, operatori ecologici, l’apertura di parchi, aree pubbliche, strutture sociali, ecc., perché non formare i disoccupati ed assumerli regolarmente? È chiaro che l’uso del Reddito di cittadinanza in tal senso ha la funzione di sfruttare manodopera senza contratto né contributi da parte del “pubblico”.

Inoltre altro che voglia di stare sul divano! Con poche centinaia di euro non ci fai nulla; molti percettori lavorano part-time o con contratto parasubordinati perché, da solo, altro che vita dignitosa!

Nel frattempo continua l’utilizzo delle Agenzie Interinali per il Lavoro da parte anche delle amministrazioni pubbliche e nuovi concorsi le cui modalità e forme facilitano vecchi clientelismi e favori a sindacati confederali, politicanti ed amministratori.

I padroni ed i governi continuano ad impegnarsi nelle riforme che richiede il “mercato privato” per impegnare risorse e soldi pubblici per formare i disoccupati ed i lavoratori su misura per le aziende che spesso utilizzano la forza lavoro sfruttandola ed espellendola una volta terminato il periodo di bisogno tra tirocini, contratti a tempo determinato, agevolazioni fiscali per le aziende.

Noi vogliamo

FORMAZIONE ED INSERIMENTO AL LAVORO SOCIALMENTE NECESSARIO PER GARANTIRCI UN SALARIO PER CAMPARE E OFFRIRE SERVIZI SOCIALI UTILI ALLA COLLETTIVITÀ!

Quando ci dite che i soldi non ci sono, basta chiedervi come mai dai Fondi Coesione Sociale avete trovato 190 milioni di euro per l’ennesima base militare ma non si trovano i soldi per coordinare Ministero, Anpal, Regione, Comune per progetti per i disoccupati di lunga durata che da tempo rivendicano l’inserimento lavorativo?

Movimento di Lotta – Disoccupati “7 Novembre”


I SOLDI PER I DISOCCUPATI… NIENTE!

PER LE BASI E SPESE MILITARI… SUBITO!

Si trovano in poco tempo i 190 milioni di euro dal Fondo di Coesione Sociale per finanziare una nuova base militare in provincia di Pisa (Coltano), uno dei fondi dai quali il Governo, il Ministero del Lavoro, insieme agli enti locali, potrebbe individuare le risorse da affiancare alle misure per la formazione ed il lavoro ai disoccupati organizzati che rivendicano salario e progetti per il lavoro socialmente necessario.

Ma per i disoccupati bisogna aspettare anni ed ancora tavoli, per gli interessi degli imperialisti e capitalisti basta un minuto per sbloccare le risorse necessarie.

Mentre si costruiscono basi militari, ai disoccupati solo chiacchiere, continui rinvii rispetto le soluzioni concrete per le loro vertenze e repressione (anche questo mese avremo diversi processi ed udienze in tribunale per diverse iniziative di lotta).

Addirittura le misure in atto (come i G.O.L. i 124 milioni di euro alle Regioni dal Ministero per la formazione) sono tutte concepite per garantire i profitti delle aziende e l’incrocio tra domanda ed offerta privata tramite Agenzie Interinali.

ombattere per la nostra vertenza significa per questo necessariamente combattere contro queste politiche di sfruttamento e di guerra, quindi significa anche opporsi alle sue ricadute sociali: dopo 2 anni di gestione caotica e criminale della pandemia il governo Draghi aumenta la spesa militare fino al 2% del Pil, togliendo così risorse a lavoro, sanità, scuola, trasporti; mentre le fasce più deboli della popolazione continuano a subire gli effetti della crisi in termini di carovita, aumento del costo dei beni di prima necessità, aumento della precarietà e dello sfruttamento, e peggioramento delle condizioni di vita.

La lotta per la vertenza, per la nostra vertenza, per risposte concrete e immediate per il lavoro sono legate a doppio fino alla necessità di una mobilitazione su scala generale che sia in grado di recuperare la forza necessaria per opporsi alle politiche di sfruttamento, miseria, lutto dei nostri governi.

Per questo lavoriamo insieme ad una grande mobilitazione in città che sia in grado di dare prospettiva generale alla nostra lotta e che unisca le rivendicazioni ed i bisogni immediati alla lotta contro questo sistema di sfruttamento.

4 giugno

Movimento di Lotta – Disoccupati “7 Novembre”


È CHIARO PER COSA STIAMO LOTTANDO?

Perché il Governo, i Ministeri, il Ministero del Lavoro, la Regione Campania, la Città Metropolitana, il Comune di Napoli, la Prefettura non vogliono trovare una quadra e dare risposte concrete?

Perché si preferiscono concorsi, come per ASIA, senza riservare una quota delle assunzioni in favore dei disoccupati/e che stanno lottando da anni per un lavoro stabile e sicuro? O anche tra questi quelli che sono percettori del Reddito di Cittadinanza dandogli un contratto di lavoro vero al posto di sfruttarli senza contributi né contratti in lavori che dovrebbero essere veri e propri lavori da dipendenti comunali? Perché non fanno altrettanto le aziende pubbliche nazionali e locali che si apprestano ad assumere? Come mai questa proposta non viene avanzata dai politici locali e nazionali ? Forse devono sistemare i loro galoppìni o pagare cambiali elettorali insieme ai Sindacati Confederali?

A CHE PUNTO STA LA NOSTRA VERTENZA?

Allo stato attuale il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in coordinamento con la Prefettura di Napoli ed il Sindaco di Napoli e della Città Metropolitana di Napoli, Gaetano Manfredi hanno confermato che nei prossimi giorni ci sarà un incontro specifico per recuperare il ritardo dell’ultimo Tavolo Interistituzionale, per verificare le modalità per affiancare nel prossimo mese alle misure finanziarie già previsti per la formazione/lavoro ai disoccupati/e (le risorse G.O.L. che dovranno nelle prossime settimane sbloccarsi) altre risorse e strumenti per accompagnare a progetti specifici le platee dei disoccupati/e con il coinvolgimento dell’ANPAL.

Entro Martedì ci organizziamo per andare al Ministero del Lavoro o in Prefettura a Napoli dove si terrà l’incontro con una nostra delegazione ed il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando ed il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. I percorsi di lotta come il nostro sono fatti di tante iniziative di lotta, strappi, tavoli, scontri e confronti. Fino a quando non si troverà una soluzione concreta e reale.

MA COSA VOGLIAMO NOI?

Formazione per l’inserimento lavorativo dei disoccupati/e nei settori riguardanti le esigenze, i bisogni sociali quindi per lavori socialmente necessari su diversi possibili settori d’intervento tramite progetti per:

1) La messa in sicurezza dei territori, la prevenzione contro roghi e sversamenti illeciti, la raccolta differenziata ed i servizi legati al ciclo dei rifiuti, il contrasto al dissesto idrogeologico affiancato ad un serio programma per le bonifiche, la prevenzione e mitigazione dei rischi naturali e antropici con azioni di miglioramento dei sistemi di gestione del rischio e la gestione eco-compatibile dei rifiuti industriali per il superamento di un approccio emergenziale che rincorre smottamenti del terreno, inquinamento da polveri sottili, alluvioni e frane, il piano di formazione per mansioni di controllo, monitoraggio e cura del territorio anche come utile argine per le infiltrazioni criminali ecc…

2) La valorizzazione del patrimonio culturale, l’incremento e la qualifica ulteriore della fruizione pubblica dei beni culturali attraverso l’apertura delle chiese in orari prolungati rispetto a quelli liturgici, prevedendo svolgimento di eventi culturali rivolti a platea dedicata e visitatori: potenziare l’offerta turistica e culturale del territorio mettendo a sistema il patrimonio culturale dell’area metropolitana in sinergia con altri soggetti portatori di interesse pubblico per il territorio (scuole, associazioni, enti culturali etc…).

3) La lotta allo spreco alimentare, interventi volti al recupero e alla redistribuzione delle eccedenze alimentari, la costituzione da parte degli enti di cooperative per il recupero e riutilizzo a breve termine di tali eccedenze alimentari della grande e media distribuzione sul territorio metropolitano, tramite il coinvolgimenti di centri commerciali, supermercati, ristoranti, negozi alimentari che insistono sul territorio cittadino che da subito possono garantire la realizzazione della rete solidale metropolitana.

4) La manutenzione delle poche spiagge a disposizione, la tutela e controllo del litorale cittadino da San Giovanni a Teduccio a Bagnoli con le 7 spiagge cittadine: Lido comunale di Bagnoli, Spiaggia delle Monache, Largo Sermoneta, Rotonda Diaz, Arenile di Via Boccaperti, Arenile I Vico Marina di San Giovanni a Teduccio, Arenile II Vico Marina di San Giovanni a Teduccio (dalla tutela dell’ambiente, alla manutenzione e pulizie delle spiagge, l’aiuto a disabili per l’accesso ai servizi, controllo dei flussi, sviluppo delle opere di ripascimento e rifunzionalizzazione del litorale, la pulizia quotidiana da rifiuti in plastica usa e getta nonché da vuoti a perdere, nonché il conferimento di detti rifiuti negli appositi cassonetti, in coordinamento per la raccolta con l’azienda Asia ecc…)

5) Decoro urbano e vivibilità: manutenzione stradale, cura del verde, riapertura e ripristino spazi inutilizzati, supporto gestione eventi per la città tramite l’affiancamento dei disoccupati/e alle Cooperative 25 Giugno e Primavera 3, coinvolgendo il commissario governativo ed il Ministero degli Interni per dare la possibilità di rinnovare l’esperienza di queste cooperative destinate a “concludersi” con lo svecchiamento delle platee di lavoratori oggi operanti in supporto alle aziende partecipate del Comune di Napoli. Anche se non è compito nostro individuare anche le soluzioni, questa è la dimostrazione che il Movimento dei disoccupati/e sa bene quali priorità indicare e l’elenco potrebbe continuare su tanti altri tempi legati ai servizi territoriali, servizi alle persone, alla terza età, all’accoglienza ecc…6) Clausole sociali per i disoccupati/e di lunga durata nei capitolati d’appalto di tutti i lavori di riqualificazione e rigenerazione urbana previsti per i S.I.N. e le aree oggetto di progettazioni straordinarie ed ordinarie da Napoli Est a Napoli Ovest.

COME CONCRETIZZARLI?

Tramite le risorse ordinarie ed europee o anche le risorse del PNRR ed altri finanziamenti come quelle previste dalla Legge di Bilancio (vedi il comma 249 e la possibilità di Patti territoriali per la Transizione Ecologica per progetti formativi e di inserimento al lavoro) collegati al programma di Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori (G.O.L.) che per la Campania destina 124 milioni di euro per la formazione al lavoro per fasce svantaggiate al quale affiancare dei protocollo integrativi tra Ministeri ed Enti locali per orientare la formazione rispetto alle esigenze pubbliche e non solo ai profili richiesti dal mercato privato delle aziende.

Oppure quelle previste dal D.L. 152/2021, convertito con modificazioni dalla L. 233/2021, che prevede l’assegnazione di apposite risorse alle città metropolitane in attuazione della linea progettuale «Piani Integrati – M5C2 – Investimento 2.2» nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), per un ammontare complessivo pari a 2.493,79 milioni di euro per il periodo 2022-2026, dove l’importo destinato alla Città Metropolitana di Napoli, calcolato secondo quanto previsto dal comma 3 dell’art. 21, e come da Allegato 1 del D.L. 152/2021, è pari a € 351.207.758 ripartiti in sei anni, dal 2021 al 2026. A questi si aggiungono le risorse dell’avanzo libero della Città Metropolitana o anche le risorse PON-FSE o ancora misure specifiche dirette da parte del Ministero.

O ancora il finanziamento dei piani comunali di protezione civile e potenziamento della sorveglianza e del monitoraggio delle aree vulcaniche o destinati alla prevenzione dei rischi naturali (per quanto riguarda i temi della messa in sicurezza dei territori)

CON QUALI STRUMENTI?

Tramite per esempio l’Accordo per la Promozione della Sicurezza Integrata che è stato “recentemente” firmato in Prefettura (ed era stato pubblicizzato come strumento importante anche per la nostra vertenza) stipulato ai sensi dell’art.3 del d.l. n°14/2017 convertito, con modificazioni, dalla l.n. 38 del 18/04/2017 che con l’art.11 prevede Tavoli straordinari anticrisi per prevenire le situazione di disagio sociale fornendo la possibilità di affiancare al tavolo interistituzionale (già esistente per la nostra vertenza) ed alcune procedure urgenti per situazioni di crisi legate al problema della crisi del lavoro, disoccupazione ed occupazione.

Tramite il coordinamento tra le istituzioni che attorno a queste progettualità possono con protocolli d’intesa e piattaforme specifiche individuare le mansioni e figure specifiche per costruire e formale i profili necessari per tali progettazioni. Per esempio prevedere la formazione di disoccupati, anche scarsamente qualifica, in mansioni di controllo, monitoraggio e cura del nostro territorio può essere un primo passo per immaginare la nascita di un ciclo virtuoso che non rincorre l’emergenza o le grandi opere, ma che al contrario mette al centro le comunità e da vita ad un ciclo di messa in sicurezza che può vedere anche l’utilizzo di mano d’opera altamente qualificata, in un secondo momento, o l’ingresso del mondo dell’accademia e della ricerca scientifica che l’attuale amministrazione dovrebbe anche conoscere bene.

Tramite il coinvolgimento diretto dell’ANPAL in qualità di Agenzia Nazionale Politiche Attive per il Lavoro.Per tutto questo stiamo pagando con processi, condanne, multe, avvisi orali, indagini per associazione a delinquere…

E mentre lottiamo per la nostra vertenza ci uniamo a tutti i lavoratori e lavoratrici, precari, studenti, comitati di lotta che si organizzano contro lo sfruttamento, la precarietà, le morti sul lavoro, lo smantellamento della sanità e dei servizi territoriali, leghiamo la nostra lotta alla prospettiva di superamento di un sistema capitalistico basato solo sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e dell’uomo sulla natura che ci conduce a guerra e barbarie.

Continueremo a farlo, senza tregua!

29 maggio

Movimento di Lotta – Disoccupati “7 Novembre”