Bonus 200 €
(più malus che bonus)
Il governo Draghi, dopo aver strillato ai quattro venti la propria attenzione alla condizione dei poveri, dei disagiati e dei lavoratori tutti, mette a disposizione un bonus di 200 €.
Questa “pietà” serve a salvare l’immagine e l’anima di chi si propone di tanto in tanto progressista e democratico ma non salva la condizione di povertà di chi deve campare non “una tantum” ma tutti i santi
giorni.
E’ stata così forte l’urgenza di contenere, a parole, l’aumento dei prezzi, prodotto della guerra in Ucraina: voluta e partecipata da questo governo, che sono riusciti a scrivere un provvedimento che va a penalizzare proprio i più poveri.
I più poveri non avendo prodotto un reddito non possono esibire il requisito dell’esonero contributivo dello 0,80% IVS previsto dal decreto aiuti.
Queste sono le conseguenza di chi scrive i provvedimenti con i piedi!
E’ questa la condizione degli operatori sanitari sospesi per non essersi vaccinati.
Neanche lo facessero apposta riescono ad essere più casinisti di Cimabue che come è risaputo nel fare una cosa ne sbagliava due.
Se il provvedimento, come è nello spirito del decreto, ha l’ intenzioni di aiutare chi è in difficoltà, di grazia, questi non sono lavoratori degni d’aiuto?
All’atto della loro sospensione non si era chiarito che nessuna conseguenza disciplinare e discriminazione dovesse seguire al non ottemperare all’obbligo vaccinale?
Altra condizione e quella dei lavoratori svantaggiati essendo esentati dal versamento dei contributi IVS devono rinunciare allo status di svantaggiati ed essere riclassificati in quanto fruitori di un esonero come neo
abbienti e privati del bonus.
Quasi fossero dei nuovi ricchi non toccati dall’aumento dei prezzi.
Invece proprio considerando il livello di reddito di questi lavoratori si va ad intaccare le condizioni minime di esistenza.
Quanto rigore, quanto stupido accanimento sui poveri più poveri!
Come contraltare la Confindustria insiste sul taglio del cuneo fiscale e addirittura altre voci che vengono dal governo invocano l’abolizione dell’IRAP, voci che concorrono in modo determinante al finanziamento del SSN.
Questi, pur di soddisfare gli interessi legati alla concorrenza, scaricano sui lavoratori, e su tutti gli emarginati da questo sistema di produzione un diluvio di contraddizioni.
La caoticità, l’incongruenza, l’inefficacia è solo la conseguenza del caos della produzione capitalistica.
Lo stesso caos si riflette nella stesura di leggi e decreti.
Altro che complottismo e controllo con algoritmi, questi accecati dal profitto, riescono a sbagliare anche le divisioni con la virgola.
S.I. Cobas