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[COMUNICATO] Cara Associazione nazionale magistrati: la legge non è uguale per tutti

Comunicato – stampa

CARA ANM: LA LEGGE NON E’ UGUALE PER TUTTI!

Col passare dei giorni, appare sempre più evidente la strumentalità e la faziosità del teorema accusatorio messo in piedi dalla Procura di Piacenza e dal PM Grazia Pradella contro il sindacalismo conflittuale e in particolare contro il SI Cobas, e che ha portato quattro nostri dirigenti nazionali e locali agli arresti domiciliari.

La riprova del carattere pretestuoso e squisitamente politico di questa inchiesta sta nelle molteplici prese di posizione assunte in queste due settimane da autorevoli organi di stampa, esperti e giuristi tutt’altro che “vicini” al Si Cobas e men che meno solidali con le nostre lotte: su tutti l’articolo di Gianluca De Feo su La Repubblica del 20 luglio, dal titolo inequivocabile “Ma quell’accusa criminalizza la rappresentanza”, e il pregevole intervento nel merito del giudice di Napoli Linda D’Ancona (consultabile on line al seguente link: https://www.questionegiustizia.it/…/il-caso-piacenza…).

Di fronte all’eventualità tangibile che questa inchiesta si trasformi in un vero e proprio flop, o peggio ancora in un boomerang in termini d’immagine per la procura di Piacenza, lo scorso 26 luglio è giunta in soccorso al PM una notta della giunta dell’ANM dell’Emilia Romagna, la quale ne giustifica l’operato sostenendo che “non esistono né possono esistere soggetti immuni dall’iniziativa penale, neppure se operano ‘a tutela’ dei più nobili scopi”, e che “proprio l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, garantita dall’obbligatorietà dell’azione penale, non consente il dileggio e la delegittimazione”.

Proprio a tal riguardo ci preme evidenziare come, purtroppo, i fatti vadano nella direzione esattamente opposta rispetto ai nobili e “solenni” principi di uguaglianza che l’ANM emiliana evoca a sostegno delle tesi della Procura di Piacenza.

La nostra più che decennale battaglia a sostegno dei lavoratori contro lo sfruttamento e lo strapotere padronale, non di rado ha affiancato l’azione sindacale e di lotta alla denuncia, in sede non solo civile ma anche penale, dei reati commessi dalle aziende, delle minacce a nostri operatori o delle ripetute aggressioni compiute contro i lavoratori in sciopero: denunce che, nella stragrande maggioranza dei casi, sono state repentinamente archiviate dalle procure oppure giacciono da anni ad ammuffire in chissà quale cassetto…

Ne citiamo qualcuna tra le più recenti al solo scopo esemplificativo:

– fatti di maggio 2015 alla Sda di Roma, laddove una squadraccia di crumiri aggredì a bastonate i lavoratori in sciopero, provocando una grave lesione al bulbo oculare a un iscritto SI Cobas.

– fatto del 23 luglio 2020 per lesioni aggravate avvenute a San Giuliano (presentata da Zadra A. e dal sindacato);

– fatto del 17.3.21 per minaccia nei confronti di un lavoratore avvenuta a Vimodrone (MI) – società SPD;

– fatti del 20.5.21 per lesioni aggravate nei confronti degli scioperanti avvenute a Gorgonzola (MI) – Mondo Convenienza: archiviato l’11 aprile 2022;

– fatti di lesioni personali del 12 maggio 2021 presso Gorgonzola (MI) – Mondo Convenienza

– fatti di lesioni aggravate e omissione d’atti di ufficio avvenuti in San Giuliano (MI) la notte tra il 26 e il 27 maggio 2021, allorquando fuori ai cancelli di Zampieri Holding gli scioperanti, licenziati Fedex di Piacenza, furono assaltati con bastoni e coltelli da squadracce guidate da bodyguards privati (la denuncia fu presentata dal nostro compagno Damiano Zorzo, colpito alla testa da un bancale di legno, il quale ci ha purtoppo lasciato lo scorso dicembre…);

– fatti di lesioni aggravate avvenute a Tavazzano (MI) la notte tra il 10 e l’11 giugno 2021, sempre fuori ai cancelli di Zampieri Holding, laddove un nostro iscritto, licenziato Fedex, fu ridotto in fin di vita a suon di bastonate;

– fatti del 18.6.2021 per omicidio colposo di Adil Belakhdim nel polo logistico di Biandrate (NO), per il quale il reato è stato derubricato in semplice “omicidio stradale”;

– fatti di calunnia avvenuti il 20.2.21 in Piacenza – Nippon: richiesta di archiviazione della Procura, opposta dalla difesa e in attesa di udienza per valutazione nel marzo 2023;

– fatti di lesioni aggravate avvenute l’8.9.21 in Pozzuolo Martesana (MI) – Brivio-Viganò;

– fatti plurimi di lesioni aggravate, abuso d’ufficio e tortura contro esponenti dalle forze dell’ordine a maggio 2019 a seguito degli scioperi fuori ai cancelli di Italpizza a Modena. Denunce archiviate.

– ripetute querele per diffamazione contro i vertici dell’azienda Italpizza (MO). Tutte archiviate.

– querela per lesioni nei confronti di un agente di PS che aveva utilizzato senza motivo lo spray urticante contro un manifestante durante gli scioperi alla Yoox di Bologna.

– denuncia per aggressione di giugno 2019 a Prato contro il picchetto fuori a Grucce Creation. Ferite diverse persone, era presente anche la Digos che non ha identificato gli aggressori. Denunce archiviate (la stessa squadraccia ha poi fatto una nuova aggressione a Ottobre 2021, sempre ad un picchetto sindacale).

– novembre 2018, a Prato due lavoratori che avevano denunciato di lavorare 12 ore al giorno 7 giorni, la sera tornando da lavoro sono stati aggrediti sempre da sgherri del padrone con mazze, bottiglie e coltelli in un sottopassaggio. Un lavoratore finito all’ospedale, denuncia archiviata.

– ottobre 2019, ancora a Prato: un cliente legato al padrone di una stamperia investe volontariamente una operatrice sindacale, davanti alla Digos, durante un picchetto per chiedere di lavorare 8 ore x 5 giorni. Provando a fermare l’auto un compagno spacca lo specchietto della macchina. Il compagno viene denunciato per danneggiamento, chi guidava l’auto se ne va e non subisce alcuna conseguenza.

– gennaio 2021: a Napoli il SI Cobas presenta una querela contro il terminalista Portuale Co.Na.Te.Co. (gruppo MSC) per estorsione legata all’esclusione dal Terminal di alcuni lavoratori che avevano avviato una causa per differenze retributive e a seguito di innumerevoli atti discriminatori e persecutori nei confronti dei propri iscritti. La procura chiede l’archiviazione.

Si tratta solo di una minima parte delle querele presentate dal SI Cobas e dai suoi iscritti in questi anni, ma come si può vedere, di fronte ad aggressioni, violenze di ogni tipo o addirittura omicidi, le Procure si sono ben guardate dall’applicare il principio dell’ “obbligatorietà dell’azione penale”: una condotta diamentralmente opposta sia rispetto alla vera e propria persecuzione adottata in questi anni da alcune procure contro gli scioperi e dei picchetti, sia dall’ossessione inquisitoria della PM di Piacenza, la quale è arrivata al punto di intercettare per anni le conversazioni telefoniche ed elencanre in maniera certosina tutti gli scioperi condotti dal SI Cobas dal 2014 ad oggi nel goffo tentativo di equiparare la lotta sindacale e la contrattazione di secondo livello a una associazione per delinquere…

L’ANM emiliana, prima di evocare i princìpi di uguaglianza e obbligatorietà dell’azione penale per avallare i teoremi repressivi contro il SI Cobas e contro le lotte dei lavoratori, farebbe meglio a valutare più attentamente i fatti e le circostanze che hanno portato a questa inchiesta, e ad interrogarsi sulla sequela di omissioni compiute dalla magistratura, segno tangibile ed evidente di una “giustizia a senso unico”, nella stragrande dei casi tanto clemente con le illegalità, i soprusi e i reati compiuti dai padroni, quanto implacabile con gli “eccessi” (veri o presunti), compiuti da chi ha deciso di dire basta a ricatti, sfruttamento e salari da fame.In parole povere: una giustizia classista e ferocemente anti-operaia.

2 agosto 2022

SI Cobas nazionale