Riceviamo e pubblichiamo questo contributo dai compagni della redazione Il Pungolo Rosso, già disponibile sul loro sito (vedi qui):
Traduciamo dal blog del Workers’ Front of Ukraine questo testo che fornisce degli elementi particolari utili a scavare sotto la retorica della propaganda di guerra, mandandola in pezzi. In questo caso si tratta della propaganda di guerra russa. Ma in altri testi di questa organizzazione m-l la critica si volge alla retorica nazionalista della ‘propria’ borghesia, accusata di avere svenduto l’Ucraina ai capitali occidentali in cambio di prestiti, e mette capo – per quello che riguarda il conflitto armato in corso – alla prospettiva disfattista “guerra alla guerra” valida per entrambi i campi in scontro.
Il valore di questi testi non è solo nelle analisi che contengono, che non debbono essere necessariamente condivise in toto, quanto nel porsi davanti a questa guerra, in uno dei paesi belligeranti in cui impazza il nazionalismo anti-russo, dal punto di vista degli interessi della classe operaia, del proletariato, della comune umanità tanto ucraini quanto russi, che stanno pagando per questa “guerra imperialista”, scoppiata “per la rispartizione dei mercati”.
Sappiamo poco di questa organizzazione e dei suoi militanti, ma quel poco che stiamo via via scoprendo ce li fa sentire vicini, compagni della stessa lotta contro questa guerra e contro le guerre del capitale, della stessa lotta per la rivoluzione sociale anticapitalista.
Il Pungolo Rosso
Parole d’ordine diverse, per una sola verità
– Fronte operaio dell’Ucraina (m-l)
Città bombardate nell’ex Jugoslavia, Iraq e Afghanistan distrutti e mutilati, una Libia precedentemente prospera precipitata nella povertà assoluta, migliaia, milioni di tragiche morti ad Algeri, in Vietnam, in Corea. Cosa ci dice questo elenco di fatti dell’amara storia della guerra? Ci dice una sola cosa: l’Ucraina sta seguendo in pieno le orme di questi paesi.
Come gli altri disgraziati paesi compresi in questa lista, siamo diventati vittime della guerra imperialista, vittime di una guerra che ha già falciato migliaia di vite, portato lacrime a donne e bambini, distrutto città, prodotto povertà, spinto la gente a lottare per il pane. Le guerre sono il fenomeno più tragico dell’umanità; le guerre sono la morte delle persone come produttrici di vita, la morte dell’umanità, la perdita di tutti i segni di appartenenza all’umanità. Rimangono solo i tratti genetici, dal momento che i riflessi di sopravvivenza erano andati perduti durante il periodo di pace. E si vorrebbe usare parole altisonanti per decantare il valore di una nazione, la guerra per proteggere la Patria, il diritto degli ucraini alla propria cultura, ma lasciamo queste questioni per la fine, e per ora citiamo alcune parole che sono popolari nella sinistra:
“Non c’è crimine che il capitalista non commetterebbe per un profitto del 300%”.
Perché queste parole? Quando guardiamo i media, incontriamo costantemente spiegazioni populiste per le guerre, come “La guerra è cominciata perché la Russia è un impero, che ha interesse a conquistare territori”, “Oggi l’Ucraina, domani la Polonia”, “La Russia sta cercando di incorporare a sé il nostro popolo libero e di distruggere il mondo civile”: un profano troverà tali spiegazioni abbastanza significative e logiche. È triste quando le persone cercano una ragione per queste guerre, quando la ragione di esse già esiste, ed era stata formulata a suo tempo nelle opere di un uomo il cui nome non deve essere pronunciato [Marx – n.]. Per dirla in maniera semplice, siamo diventati testimoni oculari della rispartizione dei mercati. Non importa quanto ululino i nostri cari liberali, la guerra è uno strumento del mercato [del capitale] per regolare la concorrenza.
Per citare Mao:
“La politica è guerra senza spargimento di sangue, mentre la guerra è politica con spargimento di sangue”.
Ci stiamo abituando al fatto che politica contemporanea e mercato sono concetti strettamente intrecciati tra loro, o forse addirittura identici. La competizione sul mercato può essere condotta attraverso metodi diplomatici e manipolazioni economiche, ma anche attraverso la guerra. È interessante notare che in entrambi i casi di “competizione”, a soffrire è la gente comune. Un esempio lampante: i russi sentono tutti gli effetti della concorrenza economica e incruenta, mentre perdono posti di lavoro e beni materiali e cadono in povertà. Allo stesso tempo, gli ucraini sono diventati vittime di una concorrenza che ricorre alla coercizione attraverso un’invasione militare – in breve, una guerra. Ma non bisogna pensare che la competizione sia tra i capitali russi e i capitali ucraini, anche se l’Ucraina ne sta risentendo.
Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, il mondo è cambiato; non è più bipolare, e non ha campi ideologici. Tuttavia, questo evento non ha portato alla pace, come pensavano i liberali ingenui, e i comunisti non erano la minaccia terrena, un anticristo (mi scuso per l’uso di una terminologia biblica). Invece, il capitalismo è stato l’anticristo che ha cementato la sua egemonia, portando a più conflitti di prima. E oggi siamo dentro il teatro delle operazioni della GRANDE GUERRA PER I MERCATI. La guerra ucraino-russa è un’altra battaglia sulla scacchiera della guerra economica condotta dai principali paesi capitalisti. Se le persone pensano che le guerre economiche siano migliori di quelle reali, si sbagliano perché sono un’arma a doppio taglio. Nel nostro mondo, le guerre non si sono mai fermate; hanno appena cambiato forma. Una guerra economica sfocia sempre in un vero bagno di sangue, e un bagno di sangue finisce con l’avvento di una guerra economica; questo è il circolo vizioso.
Nel nostro precedente articolo, si può leggere qualcosa di più su come la guerra economica tra i paesi capitalisti abbia portato ad una vera guerra guerreggiata in Ucraina. Nel frattempo, permetteteci di indicare i motivi approssimativi per cui la Russia ha mostrato i suoi denti in Ucraina. E voglio dire subito che non stiamo parlando di proteggere la popolazione di lingua russa o di liberare l’Ucraina dal nazismo: no, la verità è coerente con il pensiero marxista, ed è tutta nello spirito del capitalismo.
Torniamo indietro al 2010, quando in Ucraina non c’era la guerra, ma una condizione relativamente pacifica, stavamo comprando il gas naturale russo ed eravamo abbastanza dipendenti da quel carburante. Nel 1999, l’Ucraina importava oltre l’80% di ciò che consumava. Le importazioni di gas naturale si sono ridotte negli anni successivi, anno dopo anno, principalmente a causa della deindustrializzazione. Nel 2019, l’Ucraina produceva 20,7 miliardi di metri cubi di gas naturale e la sua domanda interna annuale era di 26 miliardi di metri cubi. Cosa è successo nel 2010? Sono stati scoperti due grandi giacimenti di gas di scisto: il giacimento di Oleske, situato tra Leopoli, le regioni dei Carpazi e di Ternopil, e quello di Yuzivske, situato nella parte orientale dell’Ucraina, tra le regioni di Kharkiv e Donetsk.
Prima di allora, nessuno prestava molta attenzione al gas di scisto. In URSS non veniva prodotto perché la procedura di estrazione era ritenuta troppo costosa. Negli Stati Uniti, l’estrazione è iniziata negli anni ’80 in Texas. Con il tempo, gli Stati Uniti sono diventati il più grande produttore di questo tipo di gas a livello globale, ed è stata proprio la produzione di gas di scisto che ha aiutato gli Stati Uniti a riprendersi dalla crisi economica del 2009. Ma all’inizio del 2012, i prezzi del gas naturale negli Stati Uniti sono scesi a un livello molto inferiore al costo di produzione del gas di scisto, il che ha costretto le imprese del settore a limitare la produzione per evitare perdite di denaro.
La produzione di gas di scisto è una sfida anche per le condizioni ecologiche dell’area. Gli attivisti ecologisti sono radicalmente contrari all’estrazione del gas di scisto che, a loro avviso, distrugge il territorio in cui è estratto e può causare terremoti. Vyacheslav Voloshin, presidente dell’Università tecnica statale di Pryazovskyi, che dirige il dipartimento per la protezione del lavoro e l’ambiente, non condivide un approccio così radicale. Secondo Voloshin, l’estrazione può essere condotta in sicurezza, ma ciò richiede ulteriori ricerche sui metodi di estrazione. In molti paesi europei l’estrazione di gas di scisto è stata vietata perché potrebbe danneggiare l’ambiente, ma paesi come Cina e Stati Uniti vanno avanti imperterriti: continuano ad aprire nuovi giacimenti di gas e ad estrarne.
Supponiamo di credere a dati più o meno realistici. In tal caso, l’Ucraina ha in questi giacimenti un potenziale di circa 7,55 trilioni di metri cubi di gas (4,05 trilioni di metri cubi nel giacimento di Yuzivske e 3,5 nel giacimento di Oleske). Se aggiungiamo gli 0,2 trilioni di gas dalla regione petrolifera e del gas del Mar Nero-Crimea, la somma prevista delle riserve di gas dell’Ucraina (a partire dal 2013) sarebbe di 7,75 trilioni di metri cubi, il che la rende settima al mondo dopo l’Arabia Saudita. Tuttavia, stiamo semplicemente facendo dei ragionamenti sulle riserve ipotetiche, mentre il rating si basa su quelle “provate”.
Per la prima volta, l’Ucraina ha avuto la possibilità di diventare un paese energeticamente indipendente, ha avuto l’opportunità di esportare gas all’estero, ostacolando la Russia che è abituata ad avere un solo concorrente in Europa: la Norvegia. Gli esperti hanno notato che le riserve di gas in Ucraina potrebbero cambiare radicalmente la situazione energetica non solo in Ucraina ma nell’intera Europa.
“Secondo gli ultimi dati comprovati emessi dagli americani, si può vedere chiaramente che potrebbero essere estratti 3,6 trilioni di metri cubi. È una cifra notevole perché se l’Ucraina aumenterà la sua produzione di 15-20 miliardi di metri cubi, diventerà un paese esportatore”, ha sottolineato nel 2014 Oleksander Kharchenko, amministratore delegato del centro di ricerca sull’industria energetica.
Le élite ucraine hanno visto i giacimenti di gas ucraini prima di tutto come un’opportunità per firmare accordi da miliardi di dollari. Di conseguenza, Viktor Yanukovich ha firmato un accordo che consente lo sfruttamento dei giacimenti di gas e il coinvolgimento diretto è stato svolto dal suo ministro della produzione di energia, Eduard Stavytskyi.
Il 25 gennaio 2013 l’Ucraina ha firmato un accordo con la Royal Dutch Shell [multinazionale anglo-olandese – n.], che consente all’azienda di sfruttare il giacimento petrolifero di Yuzivske per 50 anni. L’accordo da 10 miliardi di dollari è diventato l’investimento estero diretto più significativo nell’intera storia dell’Ucraina. L’estrazione del gas di scisto è dipesa dalla riuscita perforazione di 15 buche di prova. Il giacimento di gas avrebbe dovuto iniziare a funzionare correttamente entro il 2017. La società ha dato il via a due perforazioni di prova nel 2014. Tuttavia, tutti i lavori di questo progetto sono falliti una volta che è iniziata l’attività militare nella regione del Donbass.
Nel novembre 2013 la società statunitense Chevron ha firmato un accordo con la società ucraina Nadra Oleska per lo sfruttamento del giacimento di gas di Oleske. Chevron prevedeva di investire oltre 12 miliardi di dollari nell’esplorazione geologica e nell’estrazione di gas. Nonostante ciò, nel 2014 Chevron ha deciso di lasciare l’Ucraina e nel 2015 ha chiuso i suoi uffici a Kiev. Philp Vorobyev, direttore commerciale di JKX Oil & Gas, che è la struttura madre di Poltava Petroleum Company, ha annunciato che il prezzo per la perforazione dei suoli per estrarre il gas di scisto è di 3,5 milioni di dollari in Texas e di 15 milioni di dollari in Ucraina. Nel frattempo, come ha sottolineato nella stessa conferenza l’ingegnere capo della Sibneft, Iskander Diyashev, la base delle risorse ucraine di gas è molto migliore di quella americana. Tuttavia, la capacità del pozzo è solo un decimo della media americana.
Lo stesso gas non tradizionale non è attraente come quello tradizionale a causa dei bassi margini di profitto, che hanno spinto gli investitori a lasciare l’Ucraina e la vicina Polonia.
In un’intervista con la stampa estera, Oleg Prokhorenko, capo di UkrGasVydobuvannya, ha affermato che la speranza di estrarre da giacimenti di gas sia tradizionali che non tradizionali emergerà in Ucraina una volta che il costo del carburante raggiungerà un livello commercialmente interessante. Secondo le sue parole, l’estrazione del metano cablato ha un senso economico quando ha un prezzo di 300 dollari per mille metri cubi. Il gas di scisto è economicamente interessante se ha un prezzo superiore a 265-350 dollari. Ad oggi, il prezzo del gas offshore è di $ 180-260 per mille metri cubi. “Intanto l’estrazione di gas tradizionale è già economicamente praticabile quando ha un prezzo di 150 dollari”, ha osservato Prokhorenko.
Anche prima di Maidan, il governo russo era piuttosto turbato dalla possibilità che l’Ucraina diventasse energeticamente indipendente e competitiva. E dopo il Maidan, la Russia ha dato inizio alla cosiddetta “primavera russa”, mentre nelle regioni più ricche di gas e di altre risorse ha avuto inizio l’azione separatista nelle cosiddette “repubbliche popolari”.
Non è un segreto per nessuno che la Russia avrebbe voluto vedere ancora più repubbliche popolari di quante ne esistano attualmente. Ma sfortunatamente tutte le azioni russe non hanno significato la liberazione della popolazione russa dai nazisti, bensì l’astuta liquidazione di un potenziale concorrente impossessandosi delle sue risorse. Come risultato della “primavera russa”, la Russia non ha solo inflitto colpi ai giacimenti orientali ricchi di gas e di altri combustibili fossili, ma ha anche “nazionalizzato” (non a beneficio del popolo, però) Chornomornaftogaz e sottratto all’Ucraina la capacità di estrarre gas nella regione petrolifera e del gas del Mar Nero-Crimea.
Pertanto, a seguito dell’azione militare nel Donbass, dell’annessione della Crimea e dell’abbandono degli investitori stranieri, l’Ucraina non solo ha perso l’opportunità di diventare energeticamente indipendente, ma ha anche subito perdite significative nei suoi depositi e nel loro potenziale sviluppo. Nascondendosi sotto la parola d’ordine della giusta liberazione dei russi, la Russia ha sferrato un colpo ad un suo potenziale concorrente. Si potrebbe dire che questa è la ragione per cui il popolo del Donbass è morto negli ultimi otto anni, e il popolo ucraino sta morendo proprio ora.
Per quanto riguarda la situazione attuale, in uno dei primi giorni della guerra, la Russia mirava a conquistare l’isola di Zmiinyi, che avrebbe potuto essere un tentativo di catturare più giacimenti di gas.
Il tentativo di creare una nuova repubblica popolare controllata dalla Russia a Kherson (e potenziali piani simili per Odessa e Mykolayiv) indica i piani della Russia per assumere il controllo totale della regione petrolifera e del gas del Mar Nero e della Crimea. Pertanto, è del tutto possibile che l’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina non sia dovuta all’oppressione della popolazione russa da parte del fascismo ucraino e dell’imperialismo occidentale, ma al desiderio di ridistribuire il mercato [del gas] a proprio vantaggio. I dati di cui sopra spiegano anche perché il governo ucraino sta afferrando così saldamente la Crimea e il Donbass, anche se le popolazioni di questi territori sono piene di atteggiamenti separatisti e ucrainofobici. Queste terre possono portare molti profitti alle élite dorate dell’Ucraina.
La cattura della regione petrolifera e del gas del Mar Nero e della Crimea da parte di Mosca, l’incorporazione coatta della Crimea come parte della Federazione Russa e l’indipendenza delle regioni di Lugansk e Donetsk consentiranno alla Russia di scrollarsi di dosso molte sanzioni e sfruttare attivamente i nuovi giacimenti, che renderanno miliardi.
E anche se gli attuali nazionalisti (ucraini) insistono sul fatto che l’Ucraina si difende dalla barbarie e protegge la civiltà, abbiamo nell’Occidente un altro barbaro, che ha tanto interesse nell’iniziare questa guerra quanto la Russia è interessata ai nostri giacimenti.
È piuttosto spiacevole comprendere quanto è ingiusta la situazione in cui migliaia di persone muoiono a causa di guerre economiche, condotte da un piccolo gruppo di individui con grandi tasche e ambizioni maniacali. Costoro non sono interessati alla cultura, alla lingua, alla religione, alla nazionalità, alla libertà; non sono interessati alle nostre vite. E infatti, come possiamo chiamarla se non un’”era dell’anticristo”? Ci piacerebbe molto anche vedere il secondo avvento di Cristo se questo fosse il caso.
Sebbene questa guerra non sia stata iniziata da noi e sia parte della contesa tra i servi di Mammona, coinvolge e colpisce il proletariato, e l’unico modo per combatterla è la buona, vecchia unità dei proletari. E l’unico modo per realizzare questa unità è sul fondamento della presa di coscienza perché, come disse un uomo che tendeva a pronunciare male la sua “r” [Lenin]:
„Le persone sono sempre state le sciocche vittime dell’inganno e dell’autoinganno in politica, e lo saranno sempre fino a quando non avranno imparato a cercare dietro tutte le belle frasi o le dichiarazioni morali, religiose, politiche e sociali, e le relative promesse, gli interessi dell’una o dell’altra classe sociale.“