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[ITALIA] Polizia contro lavoratori disoccupati e precari. Tagliare la guerra, non il reddito. A Roma repressione dei percettori di Rdc

Se nella giornata di ieri a piazza Santi Apostoli non si è consumata una vera e propria mattanza di manifestanti ad opera delle forze dell’ordine, ciò è dovuto solo e soltanto al senso di responsabilità dei disoccupati dei movimenti “7 novembre” e “Cantiere 167”, giunti a Roma non certo per mettere la capitale a ferro e fuoco: bensì, in sostegno di una loro delegazione che doveva incontrare i rappresentanti istituzionali competenti alla definitiva risoluzione della vertenza decennale che riguarda oltre 600 disoccupati napoletani.

Essendo presenti in piazza al fianco dei disoccupati, abbiamo chiarito già nella giornata di ieri la reale dinamica degli eventi e delle ragioni della manifestazione, entrambe agli antipodi da quanto narrato dai media ufficiali, dai suoi giornalisti prezzolati e dagli sciacalli che siedono sulle poltrone di governo e di gran parte della stessa opposizione parlamentare:

https://www.facebook.com/sicobas.lavoratoriautorganizzati.9/videos/282278851325562

Dunque, non ci interessa in questa sede tornare sui “dettagli” ,A rimarcare e denunciare il clima sempre più irrespirabile per chiunque intenda manifestare le proprie ragioni e il proprio dissenso nelle vie della capitale.

Non è la prima volta che una manifestazione pubblica, pur regolarmente autorizzata dalla Questura di Roma, viene letteralmente sigillata in un fazzoletto di pochi metri quadri, circondata da tutti lati da uno schieramento abnorme di forze dell’ordine e obbligata a stare in un recinto da cui non è possibile uscire ed entrare se non rigorosamente “uno alla volta” e sorvegliati a vista dagli uomini della digos.

La dinamica di ieri si discosta dai precedenti ed analoghi episodi solo per l’intensità della violenza adoperata dalle forze dell’ordine, la quali hanno letteralmente sospinto a forza i manifestanti nel recinto della piazza non appena questi erano discesi dagli autobus, impedendo a chiunque di entrare e di uscire dal quadrilatero transennato ad hoc e tenendo così centinaia di persone in ostaggio per più di 5 ore in un clima di afa asfissiante: una condotta scellerata, che non a caso ha provocato l’intervento di un ambulanza per soccorrere un manifestante in preda a un malore perché impossibilitato a sedersi, andare in bagno e rifocillarsi.

Avevamo già assistito a questi veri e propri “checkpoint” simili a quelli approntati dal regime israeliano nei confronti del popolo palestinese in almeno due occasioni, sempre riguardanti i disoccupati: circa 2 anni fa nella stessa piazza (Santi Apostoli) e pochi mesi dopo nella piazza antistante gli uffici del Mise.

Ciò è dunque reso possibile dell’applicazione di dispositivi e circolari adottate dai comitati per l’ordine pubblico ben prima dell’insediamento del governo Meloni, e nel silenzio totale.

Tutti coloro che ancora amano trastullarsi con la retorica dei “diritti democratici” e della “costituzione più bella del mondo”, non solo dovrebbero domandarsi quanto questi diritti (a partire dalla libertà di circolazione e di accesso degli individui in un luogo pubblico) siano oramai carta straccia di fronte alla militarizzazione alla repressione preventiva di ogni forma di protesta: ma, anche e soprattutto, chiedersi quanto le stesse forze “democratiche” e “progressiste”… compresi i vertici di Cgil-Cisl-Uil, abbiano avallato e favorito questa escalation repressiva, già prima dell’avvento al governo delle destre estreme.

La lotta contro le derive autoritarie si combatte sempre, non a corrente alternata e a seconda di chi siede nei palazzi del potere.

Il SI Cobas, oramai da anni principale bersaglio della repressione padronale e poliziesca perché “colpevole” di non aver mai accettato di svendere i propri principi e le proprie battaglie sull’altare dei rapporti “diplomatici” con gli apparati e le istituzioni dello stato borghese, ne tantomeno di rendersi complice con un sistema di “relazioni sindacali” fondato sullo sfruttamento e sull’oppressione di milioni di proletari, continuerà a denunciare e a lottare contro questi abusi intollerabili in nome dell””ordine pubblico”.

Consapevoli che anche su questa battaglia elementare di democrazia e di civiltà i lavoratori e i disoccupati non troveranno mai al loro fianco i partiti e i sindacati sedicenti “democratici”.

SI Cobas nazionale


DENUNCIAMO LA MANIPOLAZIONE DELL’INFORMAZIONE

Denunciamo con forza la manipolazione dell’informazione che stravolge come sempre il senso ed i contenuti delle nostre mobilitazioni.

Oggi eravamo a Roma come platea storica che dopo 9 anni chiede con forza l’inserimento al lavoro dopo anni di percorso di lotta che a livello istituzionale si è tradotto in un percorso formativo.

Lo avevamo chiarito ampiamente anche se non c’era bisogno per chi conosce la nostra lotta.

Tutti i telegiornali, giornali, fino alle dichiarazioni di Ministri ed esponenti politici, intitolano “Reddito di cittadinanza: tensioni a Roma”.

Tutto appiattito ed incentrato sul RdC.

Noi, che siano chiaramente contro il taglio del reddito per evidenti motivi per le conseguenze in termini sociali e di vita di migliaia di famiglie, eravamo a Roma oggi per sbloccare i passaggi finalizzati all’inserimento lavorativo delle platee che organizziamo da anni.

Lo abbiamo chiarito in tutte le interviste ma bastava vedere l’indizione della manifestazione per capire l’obiettivo ed i contenuti della giornata: per il prosieguo del nostro percorso.

Ci opponiamo con forza alla criminalizzazione e manipolazione dell’informazione finalizzata a creare confusione per favorire una narrazione utile a chi vuole creare contrapposizioni e l’immagine dei disoccupati fannulloni che non vogliono lavorare.

Così come le tensioni determinate esclusivamente da una militarizzazione surreale che voleva costringere in pochi metri quadri oltre 600 disoccupati senza poter manco andare in bagno.

Chiediamo a tutti di prende posizione contro questa vergognosa operazione.

Movimento di lotta – disoccupati “7 Novembre”

https://www.facebook.com/sicobas.lavoratoriautorganizzati.9/videos/282278851325562


Grande mobilitazione dei disoccupati organizzati che invadono Roma: risposte concrete!

Decine di pullman nella capitale per andare dal Ministero del Lavoro e Ministero degli Interni per dare continuità e finalità per l’inserimento lavorativo dei disoccupati appartenenti alle platee storiche.

Tensioni in piazza dovute ad una militarizzazione completa per chiudere i disoccupati in una piazza dopo essere stati scortati.

Dopo una lunga giornata di lotta abbiamo incontrato il Ministero del Lavoro per il coordinamento tra Governo, Prefettura, Comune e Città Metropolitana.

Siamo ancora fuori al Ministero del Lavoro ed a Piazza Santi Apostoli.Con noi non si scherza.

Fino alla vittoria!

20 settembre,

Movimento di lotta – disoccupati “7 Novembre”

Cantiere 167 Scampia


ATTENZIONE: UN ASSURDITÀ ROMANA

BASTA TRATTARCI COME PROBLEMA DI ORDINE PUBBLICO

QUA CI SONO FAMIGLIE

Domani dalle 10:00 Piazza Santi Apostoli

Domani come annunciato decine di pullman organizzati dal movimento dei disoccupati appartenenti alle platee storiche sono previsti per andare a Roma e chiedere al Ministero del Lavoro e Ministero degli Interni i passaggi necessari per sbloccare definitivamente la vertenza e valorizzare la formazione finalizzata al lavoro per centinaia di famiglie.

Tutti i pullman sono pagati esclusivamente dall’autorganizzazione del movimento dei disoccupati, dal supporto dei solidali lavoratori e studenti, disoccupati che pagano migliaia di euro essendo autonomi da partiti e partitini.

Ora la Questura di Roma a poche ore impone alle compagnie di viaggio di arrivare fino al centro storico perché devono scortare i disoccupati da Napoli fino alla piazza dove “rinchiuderci” senza la possibilità di fermarci ad Anagnina per arrivare in metro.

Una scelta che, oltre l’assurdità di per sé, comporta centinaia di euro in più che la compagnia dei pullman sta chiedendo ai disoccupati/e per “il percorso maggiore da percorrere”.

Questo si somma ad un livello di controllo assurdo.Insomma noi paghiamo dei pullman per arrivare come sempre ad Anagnina, loro impongono che bisogna scortarci fino a Santi Apostoli e noi a poche ore di distanza dovremmo pagare questa maggiorazione, nella già complessa situazione dei disoccupati?

Pagassero loro questa assurda gestione dell’ordine pubblico e soprattutto si preoccupino le istituzioni di discutere le soluzioni per la vertenza.

Noi veniamo a Roma per sapere che fine devono fare centinaia di famiglie, uomini e donne, delle nostre periferie e se c’è la volontà politica di sbloccare il lavoro come da tavolo interistuzionale in Prefettura.

19 settembre,

Movimento di lotta – disoccupati “7 Novembre”

Cantiere 167 Scampia


LA NOSTRA LOTTA

ARRIVA IN BRASILE ED ARGENTINA

PER LA SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE

Tra pochi giorni saremo a Roma fuori i Ministeri del Governo per dare risposte concrete al movimento dei disoccupati organizzati di lunga durata e la lotta senza confine condotta in questo 9 anni.

Mentre politicanti, liste e affaristi provano a infiltrarsi nella nostra lotta sudata con una mobilitazione permanente per creare divisione e guerra tra poveri.

Ma in questi ultimi dieci giorni una nostra delegazione è a San Paolo insieme a delegazioni di tutto il mondo dalla Palestina all’America Latina, dall’Africa all’Europa ed ora nelle terre di Buenos Aires, nei quartieri del movimento piquetero argentino.

Un’esperienza straordinaria che riporteremo dettagliatamente nei prossimi giorni:

https://www.facebook.com/photo?fbid=695024845992278&set=a.462416459253119

Il 25 saranno loro qui a Napoli!

Movimento di lotta – disoccupati “7 Novembre”