Zurigo, Basilea, Berlino e Firenze: ieri giornata di #convergenza europea davanti ai negozi #Montblanc.
Ci siamo mobilitati in varie città d’Europa per lottare contro l’ingiustizia nelle filiere della moda e lo strapotere dei grandi fondi finanziari multinazionali, come la Richemont, proprietaria del brand Montblanc, 2.2 mld di utili nel 2022.
Mentre i signori della finanza globale fanno i conti di un altro anno di profitti miliardari, i lavoratori in appalto Montblanc di Campi Bisenzio sono in cassa integrazione ed il 2024 per loro rischia di aprirsi con una lettera di licenziamento.
Altro che “etica”, “responsabilità sociale” e “sostenibilità”.
Il lavoro per loro c’era finchè non c’erano diritti: turni di 12 ore, sabati obbligatori, negazione di ferie e permessi, paghe sui 3,5 euro l’ora.
Poi, da quando si sono iscritti al sindacato per rivendicare la settimana lavorativa di 40 ore, il brand ha deciso di delocalizzare la produzione, probabilmente in un’altra delle centinai di fabbriche della schiavitù nella piana tra Firenze e Prato, per mantenere bassi i costi e massimi i profitti.
Continuiamo quindi a convergere per smascherare e combattere questi meccanismi diabolici di iper-sfruttamento neoliberista nelle filiere globali della moda e del lusso!
24 dicembre,
SI Cobas Prato e Firenze
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SABATO A FIRENZE CONTINUA LA MOBILITAZIONE
A SOSTEGNO DEI LAVORATORI MONTBLANC
La produzione delle borse di lusso è appaltata dai grandi brand della moda a piccole aziende che violano sistematicamente i diritti fondamentali dei lavoratori.
Attraverso questo sistema i grandi brand ottengono il massimo risparmio che per loro vuol dire massimo profitto.
Per chi lavora in queste filiere (soprattutto immigranti e rifugiati), invece, vuol dire massimo sfruttamento: turni di 12 ore al giorno dal lunedì al sabato, lavoro nero, negazione dei diritti stabiliti da leggi e contratti.
Tutto questo per uno stipendio che spesso è meno della metà del valore di una singola borsa.
Cosa è questo se non l’emblema dell’ingiustizia?
Montblanc fa parte di questo sistema.
Da anni la produzione è stata esternalizzata a società a conduzione cinese alle porte di Firenze, dove i lavoratori hanno lavorato senza alcun diritto sotto la supervisione dei responsabili alla produzione del brand.
Nel mese di febbraio del 2023 i lavoratori delle aziende in appalto si univano al sindacato ed al movimento 8×5 e conquistavano così i diritti stabiliti dal contratto nazionale di lavoro e la fine di turni massacranti e lavoro nero.
La reazione del Gruppo Richemont (proprietà del brand Montblanc) è stata violenta.
L’azienda ha annunciato infatti l’intenzione di chiudere ogni rapporto di appalto con le aziende in appalto per cui lavorano dal prossimo 31 Dicembre.
Questo vuol dire che decine di lavoratori rischiano di perdere il posto di lavoro.
La scelta non è giustificata da una crisi di mercato o di altro tipo.
Monblanc è uno dei brand di proprietà della holding finanziaria Gruppo Richemont che ha chiuso il 2022 con 19,2 miliardi di euro di fatturato e 2,02 miliardi di profitto.
E’ il classico schema di una delocalizzazione: portare il lavoro dove il lavoro costa meno per ottenere i massimi margini di profitto.
E scoraggiare allo stesso tempo ogni rivendicazione da parte dei lavoratori.
Anche se si tratta del rispetto delle leggi sull’orario di lavoro e dei contratti nazionali di lavoro!
19 dicembre,
SI Cobas Prato e Firenze