Atto intimidatorio ai danni di un’altro operaio della #Acca che la mattina di ieri ha trovato la propria auto con tutti i vetri distrutti e le ruote bucate.
Anche lui è iscritto al sindacato ed in prima linea nella lotta a caporalato e sfruttamento.Solo due settimane prima un altro operaio della Acca veniva aspettato sotto casa ed aggredito da sconosciuti con il volto coperto, facendo arrivare a cinque la conta degli agguati violenti subiti in pochi mesi dai lavoratori iscritti al Cobas in azienda.
Questo accade a distanza di pochi giorni dal tavolo sindacale di venerdì 16 febbraio.
A quel tavolo l’azienda dovrà formalizzare l’impegno ad allontanare il soggetto individuato come caporale nel magazzino e più volte denunciato come autore di minacce nei confronti dei lavoratori sindacalizzati.
Ma non solo.
Alla Acca la battaglia sindacale, con i recenti scioperi, sta continuando per richiedere un cambio di passo nella gestione dei lavoratori “in appalto” oggi privi di ogni diritto e sotto ricatto tramite l’abuso dei contratti a tempo determinato e part-time.
I lavoratori della Acca non possono essere lasciati soli in questa battaglia, a maggior ragione dopo essere diventati bersaglio di atti di violenza ed intimidazione criminale.
Abbiamo intenzione di promuovere una mobilitazione popolare contro il caporalato, lo sfruttamento e la violenza.
Bisogna rompere il silenzio che alimenta l’impunità e riproduce l’ingiustizia.
Il territorio deve alzare la voce unendo la propria a quella dei lavoratori in lotta per i diritti.
Lanceremo un appello all’associazionismo e alle forze democratiche a schierarsi e partecipare ad una manifestazione in cui fare muro al dilagare dello sfruttamento selvaggio e della violenza.
La questione riguarda tutta la piana.
E’ inutile oggi invocare la “emergenza sicurezza” di fronte all’omicidio avvenuto pochi giorni fa a pochi metri dal magazzino Acca di Seano.
Fatti tragici come questi avvengono perchè questo distretto è stato trasformato in una “zona economica speciale” dove i diritti muoiono e l’economia criminale detta le leggi.
Finchè non si avrà il coraggio di affrontare l’origine del problema, non si troveranno vere soluzioni.
E’ per un futuro diverso per questo distretto che bisogna battersi.
E questo vuol dire battersi contro chi su questo sistema fa profitti da capogiro.
Per questo abbiamo intenzione di scendere in piazza nelle prossime settimane.
13 febbraio,
SI Cobas Prato e Firenze