Ieri con lo sciopero che abbiamo indetto e a cui hanno aderito i sindacati di base e la Cgil abbiamo replicato il 22 settembre, nella logistica ancora di più è stato un vero e proprio successo per l’adesione di massa dei lavoratori.
Oggi, 4 ottobre “un fiume in piena”, una marea umana ha attraversato la città di Roma. Davanti i palestinesi organizzatori di questa manifestazione, dietro, noi e gli altri sindacati di base e per tutto il tragitto milioni di persone ai bordi della strada ad applaudire il corteo. Centinaia di migliaia di persone ( qualche giornale dice un milione) hanno sentito la causa palestinese come la loro, gli slogan ed i cori venivano agitati dai partecipanti al corteo ma come un eco si diffondeva orizzontalmente nella massa umana che in alcuna maniera si sentiva parte del tutto.. Il SI Cobas dietro ai palestinesi esprimeva nella sua essenza ciò che ha sostenuto e costruito, in un percorso che è durato due anni, 4 scioperi ( questo è il quinto) a favore della resistenza palestinese.
Da molti anni non si vedevano in piazza cosi tante persone organicamente in rapporto alla marea di operai che l’hanno caratterizzata.
Un buon risveglio della talpa proletaria che comincia a scavare e in questi giorni viene sbalzata alla cronaca nel movimento che in Italia si è agitato in seguito ai terribili avvenimenti che hanno visto il massacro della popolazione palestinese da parte dell’esercito d’Israele e il tentativo della flotilla di superare lo sbarramento militare davanti alle coste di Gaza atto a soccorrere la popolazione, che non solo veniva bombardata con tonnellate di bombe, ma affamata per accentuare la disperazione dei sopravvissuti.
Una guerra imperialista, dove una popolazione inerme subisce un genocidio e comunque resiste con i suoi uomini e donne e insegna a noi, ai lavoratori delle metropoli, che esiste e che può tenere testa ad un esercito appoggiato dai più importanti paesi imperialisti tra cui l’Italia. Ci è stato chiesto dai sindacati palestinesi un sostegno.
Noi, SI Cobas abbiamo risposto con 5 scioperi di solidarietà, nel nostro piccolo abbiamo compreso che potevamo e dovevamo solidarizzare con i resistenti palestinesi, perché la nostra borghesia, ed il suo stato non solo è complice del macello che si conduce a Gaza ma anche il nemico in casa nostra.
In questi giorni come operai abbiamo colpito con più vigore i signori della logistica, chiudendo porti,, bloccando alcune delle fabbriche e magazzini che forniscono merci varie e materiale bellico.
Colpendo l’economia dei nostri padroni contrastiamo coloro che tendono anche nelle metropoli ad affamarci (centinaia di migliaia di poveri in più prodotti dall’economia di guerra che la crisi del modo di produzione capitalista produce nel Paese)come lavoratori .
Continuiamo la lotta, siamo nel vortice di una crisi del sistema capitalistico, le contraddizioni che ne derivano creeranno le condizioni favorevoli per rafforzare la nostra resistenza politica in rapporto diretto alla resistenza dei nostri fratelli e sorelle palestinesi (con il consenso di una parte di popolazione che si è dimostrata favorevole alla lotta e alla denuncia del criminale atto che si sta attuando contro la popolazione palestinese). Per noi è fondamentale sviluppare la nostra autonomia classista perché l’opportunismo degli avvoltoi si traveste da colomba per deviare il movimento sul terreno parlamentare.
SI COBAS NAZIONALE