Foglio di via ai diritti sindacali. Il provvedimento della Questura suona come una rappresaglia contro le lotte dei «facchini» Ikea.
C’è un settore dove lo sfruttamento dei lavoratori è «ad alta intensità» ed i diritti sono praticamente assenti: quello della logistica e della
movimentazione delle merci per la grande distribuzione.
Sarà che i «facchini» sono in gran parte migranti, sarà che sono dipendenti di cooperative che vincono appalti e sub appalti in base al minor costo, sarà che vengono pagati una miseria e – come è accaduto di recente e Basiano, alle porte di Milano – se si permettono di rivendicare condizioni migliori, vengono licenziati per essere sostituiti da altri «disposti» a lavorare per qualche euro all’ora.
È complicato organizzarsi in quelle condizioni, eppure ci stanno provando, ad esempio al polo logistico dell’Ikea di Piacenza. Non sono metalmeccanici quei lavoratori, ma stanno ingaggiando una vertenza per i diritti.
Qualche giorno fa il questore di Piacenza ha emesso tre fogli di via, in relazione alle mobilitazioni dei lavoratori della cooperativa di logistica dell’Ikea. Uno dei destinatari del provvedimento è Aldo Milani.
Milani non è della Fiom, ma questo non ha alcuna importanza: è un sindacalista. E impedire ad un sindacalista di «fare il proprio mestiere» utilizzando una misura amministrativa che viene applicata in genere a soggetti considerati «dediti alla commissione di reati» è un atto grave, un precedente pericoloso. È inaccettabile.
Lella Bellina