Dopo il presidio a Caserta indetto dai lavoratori e disoccupati del Movimento di Lotta ARM IN ARM, supportati dal SI Cobas e numerose realtà di lotta, disoccupati e il gruppo dei licenziati politici FIAT, i lavoratori delle campagne nella provincia di Caserta avevano ottenuto un tavolo immediato con la Prefettura di Caserta che si è svolto nella mattinata successiva, il 9 Agosto, alla presenza di una delegazione composta da Arm in Arm, Si Cobas e Iskra Aversa.
La delegazione ha avanzato numerose proposte per mettere nell’agenda delle istituzioni le condizioni di sfruttamento nelle campagne, la disoccupazione e il degrado sociale che ne segue sul territorio di Castel Volturno, e l’assenza di servizi che consentano l’autodeterminazione degli immigrati.
Sappiamo bene che le rivendicazioni portate avanti non risolveranno nell’immediato le dinamiche di sfruttamento e lavoro nero, ma continueremo a fare pressione su tutti gli enti istituzionali per l’ottenimento a breve termine di risultati imprescindibili per continuare un dialogo istituzionale, rompendo dalle posizioni di associazioni di categoria e dei sindacati confederali abituati a mantenere lo status di pace sociale fra i lavoratori e i responsabili di ghettizzazione e sfruttamento sui territori.
Abbiamo posto sul tavolo della discussione la nostra necessità di promuovere modelli di sviluppo alternativi per tutto il territorio casertano e in particolare di Castel Volturno, coscienti che i problemi legati all’assenza di trasporto e sanità a livello pubblico sono allargati anche alla fetta di proletari autoctoni.
Inoltre siamo convinti che le parole di prevenzione e contrasto al caporalato inghiottite dalle istituzioni, oggi espresse dal vice prefetto, siano insufficienti e getteranno altro fumo negli occhi dei proletari se non troveranno riscontro reale sui nostri territori.
Allo stesso modo, pensiamo che sia insufficiente parlare di denunce legali contro il lavoro nero se non avremo le tutele necessarie per tutti i lavoratori che ricattati dal reato di clandestinità, non possono rivolgersi alle istituzioni per uscire dalla schiavitù del lavoro irregolare in campagna.
Su questo premeremo ancora, non solo ai canali della Prefettura ma facendo pressione sulle Questure e sul Ministero del Lavoro e dell’Interno, affinché il contrasto al lavoro nero e allo sfruttamento nelle campagne venga risolto non con più controlli da parte di polizia e ispettorato, ma con la reale regolarizzazione dei contratti in agricoltura e la concessione dei documenti a tutti i lavoratori e disoccupati.
Abbiamo accordato misure di prevenzione per la sicurezza sul lavoro con presidi mobili sanitari sul territorio coordinati insieme ai promotori e chi ha supportato queste iniziative.
Ma come anche ribadivano i lavoratori, tutto questo non basta: per la ripresa del territorio casertano e delle periferie più degradate, servirà continuare la discussione tra enti e abitanti, in maniera da mettere sul tavolo altri temi che riguardano sempre i lavoratori stagionali: dalla disoccupazione al diritto all’abitare continueremo a chiarire le nostre proposte dal breve a lungo termine, continuando a mobilizzarci e allargando le fila del movimenti di sfruttati di Castel Volturno.
Alle nostre proposte sembra che la Prefettura abbia accordato una serie di trattative iniziali da calendarizzare entro gli inizi di Settembre.
Per oggi sappiamo solo che la lotta paga, e costruendo un fronte ancor più determinato potremo avere la possibilità di ottenere conquiste materiali senza deleghe, sul campo della lotta.
Arm in arm, we will fight!
UNITI SI VINCE.
Movimento di lotta ARM IN ARM
SI Cobas