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[COMUNICATO] La tragedia a Genova: un disastro del capitalismo!

La tragedia a Genova:

un disastro del capitalismo!

Mestizia, silenzio, cordoglio, pietà per i morti.

Ma elaborato il dolore è tempo di riflessioni e di domande sulle condizioni in cui opera la modernità.

La tecnica delle costruzioni, del passato e del presente, è il campo degli architetti e degli ingegneri.
La matematica delle costruzioni ha fatto passi da gigante, rispetto alle rigide regole del passato, può avvalersi del cemento armato che ha tutte le caratteristiche per essere modellato, plasmato, sperimentato e studiato nel suo impiego spazio-temporale.
Ma la scienza e le sue applicazioni tecniche quanto può essere vera scienza se deve operare in un contesto dominato dal profitto?
Quanto di questa scienza che dovrebbe ispirare opere sicure e durature nel tempo, deve piegarsi alla logica cinica del mercato?
Evidentemente non è solo sui materiali impiegati e nell’arte che l’ingegneria dispiega che bisogna indagare.

Entrambi i fattori devono sottostare alle regole della committenza.
Le regole sono date ed ineludibili: la speculazione, il conto economico, i termini mercantili, la riduzione dei costi di manodopera, dei materiali della sicurezza, le pressioni di chi presta i capitali, la standardizzazione dei progetti, la riduzione delle grandezze dei materiali (meno cemento e meno ferro), le concessioni ai privati attenti solo al profitto, l’affarismo.
E in questo contesto, in questa selva di interessi che maturano le tragedie.
Responsabile non è il cemento, non è il singolo ingegnere.
Responsabile è la catena di determinazioni economiche orientata e condannata al profitto.
Responsabile è un sistema di produzione che muove violenza alla natura, agli uomini e ignora la scienza.
Tragedie come quelle di Genova sono ormai sempre più frequenti in tutto il mondo.
In Italia si aggiunge come specificità un surplus di ipocrisia e di moralismo da quattro soldi.
Il governo Salvini – Di Maio, accusa la Società Autostrade per coprire la corresponsabilità dei propri partiti: la Lega per avere amministrato l’Italia e il Nord da decine di anni, i 5S per avere assicurato, con il loro super-esperto-guru-pagliaccio Grillo, che il ponte sarebbe restato in piedi “per altri cento anni”.

Un’operazione da capo bastone: fuori i Benetton, dentro “gente nostra”, altri loschi affaristi del genere Belsito o Anzalone.

E’ noto che esistono in Italia altre centinaia di strutture a rischio come il ponte Morandi, e interi territori da mettere in sicurezza. Ma per affrontare di petto, e in profondità, un simile compito servirebbero ingenti risorse da spostare immediatamente, ad esempio, dalle spese militari.
Sennonché Conte che annuncia a Genova un piano straordinario di monitoraggio delle strutture a rischio, è lo stesso che pochi giorni fa a Washington ha assicurato a Trump che l’Italia aumenterà le sue spese militari e non ridurrà in alcun modo il costosissimo acquisto degli F-35, mentre il duo Salvini – Di Maio hanno promesso a padroni e padroncini una finanziaria di grossa riduzione delle tasse
Oggi i tributi di rito ai Vigili del fuoco ai medici, agli infermieri ma ieri e domani tagli al personale, ai servizi, alla sicurezza.
Solo con un’altra società sarà possibile evitare disastri, dominare la natura e trovare con essa uno sviluppo equilibrato a favore della socialità umana.

Noi siamo non solo per una difesa, contro il capitalismo, delle nostre condizioni ma per abbattere il dominio capitalistico che difende questo stato di cose e che non può che condurre al disastro l’umanità  e a produrre barbarie in continuità.

Il S.I.Cobas è vicino alle famiglie che hanno perso i loro cari.
S.I.Cobas Coordinamento Provinciale di Genova
 
S.I.Cobas Nazionale

15 agosto 2018