Sabato 23 marzo a Roma decine e decine di migliaia di persone hanno manifestato per il clima e contro le grandi opere inutili, in una grande corteo anticapitalista che ha unito le lotte dei territori, della casa e del lavoro.
Una grande, rumorosa dimostrazione di forza di fronte in grado di raccogliere e compattare le migliori energie da ogni angolo del Paese, smosse soprattutto dall’incancrenirsi della crisi globale dovuto alla devastante e stupida ricerca del profitto a ogni costo – umano ed ambientale – perpetrata da ormai tre secoli dai capitalisti di ogni paese e che sta ora minacciando la vita delle specie e del pianeta.
Innanzitutto, dimostrazione della forza del proletariato quando si muove unito e organizzato: questa é la cifra della giornata di lotta del 23 marzo, in cui più di 200 pullman di persone hanno fatto confluire un’enorme e determinata massa di proletari nella capitale, già semi-militarizzata per la concomitante visita di Stato del presidente cinese, giunto in pompa magna seppur tra mille polemiche per ambasciare l’ennesima spettacolare “offerta che non si può rifiutare” dei padroni, quella di uno sviluppo “infinito” benché “armonioso”, questa volta in salsa orientale (per ora proposta non con la violenza delle armi ma con la diplomazia delle Nuove Vie della Seta, in un mix di credito infrastrutture e merci) ma che, al di là delle mirabolanti parole delle “istituzioni” e dei “mercati”, nulla potrà cambiare rispetto all’attuale corso capitalista di distruzione accellerata e incontrollata dell’umanità e dellla natura.
Qui sotto, pubblichiamo l’intervento del compagno che ha parlato a nome dei lavoratori e delle lavoratrici organizzati con il S.I. Cobas, dei disoccupati e delle disoccupate del comitato di lotta 7 Novembre di Napoli e dei compagni e delle compagne in lotta a Bagnoli:
Distruggere il capitalismo per fermare il cambiamento climatico
Il 23 Marzo: tutti/e a Roma!
La questione ecologica è una delle più grandi questioni mondiali del nostro tempo ed è inutile ripetere dati conclamati.
Ma anche gli ecologisti più seri restano imprigionati in visioni parziali, che tentano di trovare rimedi senza però aggredire la causa profonda: la crisi del sistema capitalistico.
Il capitalismo in crisi é responsabile dei cambiamenti climatici, della devastazione e disastro ambientale, della deforestazione, dell’estinzione di molte specie, della pauperizzazione delle risorse fondamentali, del surriscaldamento globale, del saccheggio delle risorse, del caos dell’umanità ad un orizzonte di distruzione che condanna a morte la natura e la vita stessa.
L’unica risposta è una radicale lotta contro la dittatura distruttrice del capitale sulle nostre vite e sulla natura.
Non c’è spazio per ridurne gli effetti o per trovare rimedi alternativi presuntamente meno selvaggi dentro al capitalismo, nel tentativo di risolvere dall’interno i problemi ecologici ed il disastro irreparabile.
Sono infatti proprio le regole di funzionamento del meccanismo capitalistico che non hanno come obiettivo la soddisfazione dei bisogni dell’uomo e della natura ma al contrario il saccheggio e depredazione di entrambi.
Per questo, le mobilitazioni mondiali che si stanno sviluppando ed espandendo in tantissimi paesi e che vedono la partecipazione di migliaia di persone – in particolare giovani – non possono che essere un segnale necessario ed importante per chi si pone sul terreno della trasformazione radicale dell’esistente.
E’ altrettanto chiaro come molte di queste mobilitazioni vengano promosse, amplificate e patrocinate anche da organismi internazionali ed istituzioni statali di ogni livello, colo solo obiettivo di “rinsaldare le fila” e supportare quei settori dell’economia che provano a fare profitti tramite la “green economy” utilizzando al massimo, benché opportunisticamente, proprio il tema della “transazione ecologica”.
Tuttavia, nella realtà sono i lavoratori, i proletari, gli sfruttati a venire colpiti maggiormente dall’inquinamento nei luoghi di lavoro e nelle periferie, nonché dalla minore disponibilità di risorse per le cure necessarie alla salute e per uno stile di vita più salutare.
Il nostro ruolo, quindi, è quello di scendere in campo non sottraendosi alla partita, senza pensare che queste mobilitazioni siano solo frutto di complotti o cospirazioni ma anzi contribuendo alla costruzione di un fronte anticapitalista che faccia egemonia nei movimenti di massa, per unire la lotta contro i cambiamenti climatici alla lotta di classe – cioé alla forza dei lavoratori e di tutti gli oppressi – costruendo l’orizzonte politico di una nuova società ecologica e sostenibile, che possa garantire la riproduzione della specie, della società e della Terra contro la catastrofe irreparabile del sistema capitalistico.
Senza organizzarsi nella lotta per togliere alla borghesia le leve del controllo di tutta l’economia, ovvero la proprietà dei mezzi di produzione, non sarà possibile contrastare la ricchezza e il potere dei responsabili dell’inquinamento, i grandi padroni industriali e finanziari.
L’attuale sistema di sfruttamento e oppressione – dell’uomo e della natura – non potrà che aggravare le sue contraddizioni rendendole ancora più insolubili, perché il capitalismo non è un malato da curare ma é la malattia.
È per questo che parteciperemo la manifestazione nazionale del 23 marzo per il clima contro le grandi opere inutili e la devastazione ambientale, sostenendo tutte le lotte e le resistenze territoriali.
Invitiamo tutti i compagni e le compagne, i lavoratori e le lavoratrici, i disoccupati e le disoccupati ed i nostri iscritti a mobilitarsi: appuntamento alle ore 12:00 a Porta Pia, insieme a movimenti di lotta per la casa, disoccupati e collettivi studenteschi, per partire dal Ministero delle Infrastrutture e raggiungere insieme il concentramento generale delle 14:00 a Piazza della Repubblica.
SI COBAS – LAVORATORI AUTORGANIZZATI
23 MARZO CORTEO A ROMA
PER IL CLIMA CONTRO LE GRANDI OPERE INUTILI
CONTRO IL GOVERNO DEL CAMBIA-NIENTE
Nel nostro paese la situazione globale si evidenzia in modo drammatico.
La mancanza di manutenzione delle infrastrutture (ossia meno spese = più profitti e dividendi per la borghesia finanziaria), la corruzione e la cementificazione selvaggia seminano morti e feriti a ogni temporale, a ogni ondata di maltempo, a ogni terremoto sopratutto nelle zone in cui sono relegati dai più bassi prezzi delle abitazioni i proletari, immigrati o italiani che siano!
Ed ancora il governo del cambianiente tergiversa sulla TAV, dopo aver fatto re-tromarcia su tutte le altre grandi opere: il TERZO Valico, il TAP e la rete SNAM, le Grandi Navi a Venezia, il MOSE, l’ILVA a Taranto, il MUOS in Sicilia, la Pedemontana Veneta, oltre al tira e molla sulle trivellazioni petrolifere, con rischio di esiti catastrofici nello Jonio, in Adriatico, in Basilicata ed in Sicilia, e della catastrofe dei rifiuti che in nome dei profitti ha portato, soprattutto al Sud alla devastazione di interi territori e al genocidio per cancro di migliaia di adulti e bambini.
Ed ancora il governo del cambianiente salva dal processo per sequestro degli immigrati sulla “diciotti” il suo ministro, ammettendo che di detto reato tutto il governo era ben conpartecipe.
Per ogni evenienza poi, il tribunale di sé stessi – detto dei ministri (?!) – ha assolto ministro e governo con tanto di voto parlamentare, grazie ai voti dei seguaci di Berlusconi, Salvini e Di Maio, e grazie ai quali, da oggi, ogni reato commesso da qualsiasi governo non è più tale ma niente altro che «interesse pubblico»!
Proprio come ogni sciopero, picchetto, vertenza sindacale per il rispetto di diritti operai legalmente sanciti dai contratti nazionali e aziendali di lavoro diventa per loro «ricatto», «estorsione» alle aziende»!
Proprio come ogni «occupazione» di alloggi e palazzi sfitti da parte di proletari senza casa diventa per loro un «furto», un reato ai danni di «proprietari» che aspettano ben pasciuti, che il «loro» bene si valorizzi, magari con tanto di «mazzette» all’urbanistica locale, grazie a nuovi, adiacenti, insediamenti pubblici e privati.
Presunti «reati» perseguibili penalmente (galera) e civilmente (multe) che svelano la natura antiproletaria di questo governo.
Contro sfruttamento e devastazione ambientale rispondiamo in maniera unitaria: il 23 marzo tutti e tutte a Roma in corteo!
SOLO LA LOTTA PAGA
SOLO UNITI SI VINCE
LAVORATORI E LAVORATRICI S.I. COBAS