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[SANITÀ] Genova, ospedale San Martino: accordo per il passaggio di fascia o un concorso a premi?

Genova, ospedale San Martino: accordo per il passaggio di fascia o un concorso a premi?

Sono ammessi al “concorso”:

  • chi deve ancora raggiungere il massimo della progressione orizzontale: per le categorie A, B, Bs, C, la 5^ fascia, per D e Ds la 6^
  • chi non ha subito condanne penali e sanzioni disciplinari con ritenuta di stipendio, il personale in servizio da almeno due anni
  • chi è fermo da almeno due anni nella stessa posizione
  • chi nelle ultime tre schede di valutazione può vantare una media pari o superiore a 60 punti

Di questi solo il 60% potrà accedere al passaggio di fascia.

Una platea volutamente ristretta utile ad affermare il principio della premialità funzionale a dividere e e mettere l’uno contro l’altro i lavoratori.

Considerando che, con i fondi a disposizione, si poteva raggiungere una percentuale più alta di passagi, magari riducendo le “posizioni organizzative”si capisce bene che l’azione del sindacato doveva essere indirizzata al contrasto di tale impostazione.

A tal fine la nostra delegata ha proposto una più meditata discussione in ambito RSU.

Ancora una volta il rifiuto da parte di tutte le sigle di aprire una discussione conferma che questi sono interessati solo ad un confronto nelle segrete stanze del palazzo.

Ecco i punteggi per vincere al “torneo beffa”…

Solo un 1 punto per due anni di servizio e 2 punti per ogni anno di permanenza nella fascia.

Mentre la valutazione individuale media dell’ultimo triennio assegna:

  • 50 punti per le valutazioni da 100 a 85
  • 35 punti da 84,99 a 75
  • 25 punti da 74,99 a 65
  • 15 punti da 64,99 a 60
  • 0 punti sotto i 60.

E’ evidente la sproporzione tra l’ alta pesatura della performance e la bassa considerazione per gli anni di servizio trascorsi nelle corsie e tutto il corteo dei meriti maturati sul campo che segnano anno dopo anno il superamento di esami e criticità sempre crescenti in relazione agli anni che avanzano e a carichi di lavoro crescenti.

Potrebbe prodursi in conseguenza di tale diabolica impostazione, il non avanzamento di chi ha speso una vita trentennale in corsia a favore di chi pur con pochi anni di servizio può vantare una “pagellina”d’eccellenza.

E’ oltremodo divisivo per i lavoratori un criterio fondato su una discrezionalità di valutazione che serve solo a minare l’unità e la solidarietà tra i lavoratori.

Da una parte c’è la retorica sul lavoro di squadra, presupposto di un lavoro di qualità, dall’altro si va a premiare chi insegue obbiettivi individuali spesso in contrasto con quelli collettivi.

Favorire il ricorso ad una obliqua intesa con chi ti deve valutare è senza ombra di dubbio uno scadimento dell’etica professionale.

Ancora una volta le OOSS al tavolo: CGIL, CISL, UIL, NURSIG UP, hanno dato il loro peggio persino laddove i vincoli contrattuali lasciavano margini per contrastare la politica della premialità, tutto a detrimento di uno degli ultimi presidi in difesa dello stipendio.

Le fasce sono un diritto dei lavoratori non un concorso a premi.

S.I. Cobas