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[MODENA] I lavoratori in lotta: politica, industria, cooperative, istituzioni e criminalità organizzata… conoscere il sistema per abbatterlo

Ieri si è svolto presso la Sala “G. Ulivi” il convegno organizzato dal S.I. Cobas “Il Sistema-Modena”: le vertenze degli ultimi mesi hanno definitivamente mostrato come nella nostra città operi un capillare sistema di potere che lega politica, industria, cooperative, istituzioni e criminalità organizzata: è dunque necessario comprendere il sistema per poterlo abbattere.

Le conferenze del mattino ne hanno analizzato i meccanismi da un punto di vista tecnico-giuridico (appalti, intermediazione di manodopera, degenerazione del mondo cooperativo, trasformazione delle leggi sul lavoro e torsione autoritaria dallo stato sociale allo “stato penale”).

Nel pomeriggio si sono invece riunite numerose organizzazioni di base del territorio per fare il punto sul “che fare?”, per tentare un bilancio di questa fase politica e rilanciare una nuova stagione di lotte.

Ringraziamo tutte e tutti per l’alta partecipazione e per la qualità degli interventi.

22 settembre,

S.I. Cobas Modena


IL SISTEMA-MODENA
Convegno

La ricchezza delle aziende del territorio modenese poggia su una solida base di caporalato industriale.

Le cosiddette “eccellenze del territorio” – l’alimentare, i motori, le ceramiche, il tessile, la logistica – sono il frutto del sudore e delle lacrime di migliaia di lavoratori e lavoratrici, ingabbiati in un meccanismo di sfruttamento costruito e perfezionato in diversi decenni.

In questo meccanismo si innestano i capitali della malavita organizzata, che spesso gestisce direttamente la manodopera mediante il sistema degli appalti.

Naturalmente il funzionamento di questo sistema implica la connivenza delle istituzioni e dei cosiddetti “corpi intermedi”, in primo luogo dei sindacati confederali.

Le segnalazioni e le denunce da parte dei lavoratori si scontrano con una cortina di silenzio e formalismi burocratici che, nei fatti, fa cadere nel vuoto ogni possibilità di riscatto della propria condizione: le istituzioni svolgono un ruolo di copertura e, laddove nascono conflitti e rivendicazioni non addomesticabili, di feroce repressione antioperaia.

Le lotte del S.I. Cobas, così come le tante lotte che si sono sviluppate sul territorio negli ultimi anni – dal diritto alla casa a quelle per la difesa ambientale – hanno smascherato questo sistema, aprendo crepe sempre più ampie nei muri che lo chiudevano alla vista pubblica.

Ormai nessuno può ancora dire “io non sapevo”.

La vertenza Italpizza è esemplare in questo senso: davanti alla forza e alla determinazione delle donne e degli uomini che per 9 lunghi mesi si sono battuti davanti ai cancelli per veder riconosciuti i propri diritti, il sistema ha fatto quadrato.

Ognuno ha fatto la sua parte per impedire che cadesse l’aggressiva avanguardia del modello modenese: Confindustria, Legacoop e Confcooperative, il Ministero dell’Interno, la Procura, il Sindaco, la Lega, il Partito Democratico e – infine – i sindacati confederali CGIL-CISL-UIL, che quel modello già avevano siglato con un accordo in Italpizza nel 2015 (salvo poi dissociarsene con imbarazzo una volta reso pubblico).

Nove mesi di minacce, intimidazioni, violenze, offerte di denaro, culminate nell’attentato incendiario contro uno dei delegati sindacali e nel pestaggio poliziesco del responsabile nazionale S.I. Cobas, a cui sono state rotte quattro costole.

Eppure non è stato sufficiente: Italpizza ha dovuto piegarsi alla lotta operaia e alla solidarietà che l’ha circondata, accettando di rivedere quel modello e affrettandosi a siglare con i confederali un nuovo accordo che potesse parzialmente accontentare almeno una parte di lavoratori.

La stagione della conquista dei diritti, cominciata nella logistica, proseguita nel distretto carni, che ora si estende al resto del tessuto produttivo modenese ha raggiunto con la vertenza Italpizza un punto di svolta: a fronte della forza dimostrata dalla lotta, il sistema ha deciso di sbarazzarsi della facciata “democratica” mantenuta finora, dichiarando pubblicamente che il nostro sindacato non deve essere riconosciuto, ma anzi che deve essere escluso d’ora in avanti da ogni tipo di tavolo negoziale, delegando la gestione delle vertenze sindacali alle Forze dell’Ordine.

La stessa strategia usata contro gli abitanti della Valsusa nella loro lotta contro il TAV, o contro le Ong impegnate nel Mediterraneo: basta un’ordinanza, un contratto, un cavillo legale per mettere fuorilegge interi settori della società.

È in questo contesto che si fa impellente l’esigenza di delineare delle prospettive politiche per contrastare un sistema di potere che minaccia direttamente le nostre vite e il nostro territorio.

Per farlo è necessario partire dall’analisi dei meccanismi tecnico/legali attraverso i quali il sistema agisce, in modo da poter dirigere l’intelligenza collettiva contro quei meccanismi, per incepparli e spezzarli.

Il convegno del 21 settembre 2019 a Modena vuole essere un primo passo in questa direzione: comprendere il sistema per contrastarlo.

S.I. Cobas Modena

Programma del convegno

Sabato 21 settembre 2019

Istituto Storico della Resistenza – Modena

Viale Ciro Menotti, 137 – 41121 MO

Ore 10:00 Apertura lavori

Avv. Fausto Gianelli, Giuristi Democratici di Modena: “Lavoro migrante e lotte sindacali. Le nuove strategie repressive dei decreti sicurezza”

Avv. Barbara Spinelli, Giuristi Democratici di Bologna: “La condizione della donna migrante nei contesti di lotta. Nuovi limiti giuridici dei decreti sicurezza e loro effetti sulla condizione delle lavoratrici migranti”

Giulia Zaccariello, Millenium – Fatto Quotidiano: “La crisi dei sindacati tradizionali”

Avv. Marina Prosperi, S.I. Cobas: “L’intermediazione illecita di manodopera mediante il sistema degli appalti, con particolare riferimento al contesto emiliano”

Dott. Livio Pepino, Presidente Associazione Studi Giuridici “Giuseppe Borrè”, già magistrato e presidente di Magistratura Democratica: “Rapporto tra movimenti di lotta e repressione: ipotesi di incostituzionalità dei decreti sicurezza”

Dibattito

Ore 13:00 Pranzo a buffet

Tavolo di lavoro aperto tra le organizzazioni sociali e politiche del territorio

Ore 17:30 Chiusura lavori

Qui, l’evento del convegno:

https://www.facebook.com/events/2375335926073565/