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[PAVIA] Scioperano insieme i lavoratori a Broni e Padova per rivendicare diritti uguali nei due magazzini dove si fa lo stesso lavoro

SCIOPERIAMO INSIEME  A BRONI E A PADOVA PER RIVENDIVCARE DIRITTI UGUALI NEI DUE MAGAZZINI DOVE OPERANO LAVORATORI CHE FANNO LO STESSO LAVORO.

Come è risaputo Gottardo, dopo le lotte portate avanti da Adl Cobas negli scorsi anni, che hanno portato alla conquista di importanti diritti nel magazzino di Padova e alla cancellazione di forme odiose di sfruttamento gestite con metodi mafiosi da caporali senza scrupoli, Gottardo ha deciso di aprire da circa un anno un nuovo magazzino a Broni in provincia di Pavia, non rinnovando più a Padova una ottantina di contratti a tempo determinato e  dove sono state riprodotte in buona misura condizioni di sfruttamento che avevamo conosciuto in precedenza a Padova: tre società che gestiscono l’appalto, contratti a tempo determinato spropositati, orari infiniti,  applicazione di un contratto diverso rispetto a Padova (il commercio), ricatti continui per aumentare la produttività.

Il tutto con lo scopo esplicito di ridimensionare la forza di Adl Cobas a Padova e lasciare spazio a sindacati compiacenti.

L’opera di intimidazione messa in atto a Padova si è basata soprattutto sullo spostamento di molti colli da movimentare a Broni e la minaccia di chiudere Padova qualora non si fossero raggiunte le produttività richieste.

Tutto questo è durato fino a qualche giorno fa, quando, da un lato a Broni una cinquantina di lavoratori, stanchi di subire minacce e ricatti una cinquantina di  assunti con contratto a tempo determinato, ha deciso di iscriversi al Si Cobas  rivendicando prima di tutto la stabilizzazione del posto di lavoro e l’applicazione delle stesse condizioni contrattuali esistenti a Padova, dall’altro un certo numero di lavoratori ( prevalentemente preparatori)  che erano iscritti alla Cisl sono venuti ad iscriversi all’Adl Cobas. 

Questi due fattori hanno cambiato le carte in tavola e si è creato uno stretto rapporto tra Broni e Padova  che ha portato alla decisione comune di aprire lo stato di agitazione nei due magazzini, chiedendo in primo luogo la proroga dei contratti a tempo determinato in scadenza a Broni, che non vi fossero azioni di rappresaglia di tipo antisindacale nei confronti di chi si era iscritto e l’accettazione delle proposte relative al premio di risultato a Padova.

Nella giornata di ieri 30 settembre si è tenuto un incontro presso la Prefettura di Pavia per verificare se ci fossero  o meno le condizioni per arrivare almeno a garantire la proroga dei contratti in scadenza con il 30 settembre per avviare con più calma un confronto sulle problematiche che avevamo indicato.

La proposta uscita dall’incontro è stata quella di prorogare solo ad 8 dei 16 contratti in scadenza volendo con questo gesto lanciare un atto molto preciso di sfida ai lavoratori di Broni e di Padova  e alle nostre Organizzazioni Sindacali.

Un atto esplicito di sfida ben rappresentato dal rappresentante di Flexilog Sig. Cassetti, il quale, anche a Padova si era ben distinto invano nel volere fare piazza pulita di Adl Cobas.

La risposta immediata dei lavoratori di Broni e del Si Cobas è stata quella di continuare il presidio davanti ai cancelli del magazzino.

OGGI A PADOVA SIAMO QUI A SCIOPERARE PER RIBADIRE CHE ESISTE UNA UNICA LOTTA TRA BRONI E PADOVA  E CHE NON POSSIAMO ACCETTARE CHE SI RIPRODUCANO ALL’INFINITO SITUAZIONI DI PRECARIETA’ ASSOLUTE E FORME DI SFRUTTAMENTO INACCETTABILI.

OGGI INIZIAMO CON UN PRIMO SCIOPERO DI 2 ORE PER TURNO A PADOVA

PER FAR CAPIRE A FLEXILOG E A GOTTARDO (CASSETTI E’ ANDATO A DIRE  CHE NESSUNO AVREBBE SCIOPERATO A PADOVA)  CHE  SE VOGLIONO  CHE IL LAVORO PROCEDA IN MODO REGOLARE DEVONO SMETTERE DI ADOTTARE METODI RICATTATORI.

SIAMO APERTI AL CONFRONTO E AL DIALOGO, MA PRIMA DI TUTTO DEVONO ESSERE RIMOSSI GLI OSTACOLI POSTI OGGI IN PREFETTURA.

S.I. Cobas – Adl Cobas