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[PUBBLICOIMPIEGO] Inps: il licenziamento di Mauro è ingiusto e illegittimo! Presidente, dov’è il “cambio di passo” tanto annunciato?

IL LICENZIAMENTO DI MAURO È INGIUSTO ED ILLEGITTIMO!

ANCHE UNA RECENTE CIRCOLARE INPS IN MERITO ALLE LAVORAZIONI DELLE RENDITE VITALIZIE IMPONE ALL’INPS DI FARE CHIAREZZA SULLA VICENDA DI MAURO!

Denunciamo ancora una volta che all’INPS di Roma Monteverde è stato licenziato Mauro per presunti errori in alcune pratiche di rendita vitalizia che sono state da lui istruite e regolarmente controllate e firmate, e quindi accolte dai responsabili di ufficio e direttori di sede succedutisi negli anni.

Le pratiche in questione istruite da Mauro risalgono al periodo 2010-2015 e l’INPS soltanto in data 29 maggio 2019 emana la circolare n.78 con la quale per la prima volta cerca di dare indicazioni operative in merito alle lavorazioni dei riscatti ex art. 13 Legge n.1338/1962 (rendite vitalizie).

Fino al 29 maggio 2019 l’unico riferimento normativo risulta l’art. 13 della legge n.1338/1962 che prevedeva tale tipo di riscatto.

Nella premessa  della circolare suindicata si segnala che in seguito ad attività di controllo sulle pratiche di rendita vitalizia l’Istituto ha rilevato nella gestione di tali pratiche criticità, particolare complessità, carenza normativa, “impossibilità di tipizzare e fissare in un numero chiuso la fattispecie”.

Viene poi precisato in tale circolare che “nei casi concreti” l’ultima decisione circa la valutazione della documentazione e l’accoglimento delle domande è in capo al Responsabile dell’ufficio competente. 

Inoltre da una relazione della Direzione centrale audit, trasparenza e anticorruzione su una indagine condotta in merito ad alcune pratiche di rendita vitalizia, accolte dalle sedi INPS romane, emerge per la sede di Roma EUR una situazione ancor più grave, ma che a quanto pare non ha determinato l’avvio di alcun provvedimento disciplinare.

MA ALLORA IL LICENZIAMENTO DI MAURO È ASSOLUTAMENTE INGIUSTO ED ILLEGITTIMO!

Perché il Presidente dell’INPS non sente il bisogno di fare chiarezza in merito alla vicenda di Mauro per dimostrare concretamente il “CAMBIO DI PASSO” annunciato nella conferenza dei dirigenti dello scorso 10 settembre?

Si allegano nona lettera aperta di Mauro indirizzata al Presidente dell’INPS – Circolare INPS n.78/2019 – Relazione della DC Audit.

15 ottobre 2019                                       

S.I. COBAS Pubblico Impiego


Mauro Gennari un lavoratore della sede INPS Roma Monteverde, vittima di
licenziamento disciplinare, si rivolge al Presidente dell’INPS attraverso
alcune lettere aperte (inviate all’organizzazione sindacale S.I. Cobas).

NONA LETTERA APERTA

Al Presidente dell’INPS
Prof. Pasquale Tridico
(tramite il S.I. COBAS)

Oggetto: la situazione di tutte le altre sedi Inps in materia di rendite vitalizie che
emerge dagli atti ufficiali del procedimento disciplinare a mio carico. Il clamoroso
caso della sede Roma Eur.

Egregio Presidente,

con la presente lettera vorrei segnalarLe la reale situazione di tutte le sedi Inps riguardo le lavorazioni dei riscatti ex art. 13 L. n. 1338/1962 (rendite vitalizie), situazione che emerge con chiarezza dagli atti ufficiali del procedimento a mio carico e dalla recente circolare Inps n. 78 emanata in data 29/5/2019.

Nella memoria di costituzione in giudizio Inps del 24/4/2019 gli avvocati dell’Istituto, nella “premessa” (pag. 2) scrivono:

“La Direzione Centrale Audit Trasparenza e Anticorruzione ha condotto negli anni 2015, 2016 e 2017 un’attività di audit sulle Rendite vitalizie in generale.

Tale attività è stata condotta partendo dall’analisi dei dati di 56.054 domande, riferite a 47.194 lavoratori, presentate all’Istituto dal 1° gennaio 2010 al 31 ottobre 2014.

A seguito della campagna di Audit, in taluni casi, si è proceduto con le dovute segnalazioni all’allora competente Direzione Centrale Ispettorato (oggi Funzione di Coordinamento ispettivo della DC Risorse umane). Tali segnalazioni sono state effettuate, a seconda dei casi, direttamente dalla DC Audit o, su segnalazione della stessa Direzione Centrale, dai Direttori Regionali e Provinciali territorialmente competenti”.

Come ampiamente spiegato nelle successive note autorizzate che i miei avvocati hanno presentato al giudice in data 16/5/2019, non si capisce la rilevanza di tale premessa con riferimento al procedimento disciplinare a mio carico (e non si capirà anche negli atti successivi), visto che dalle 3 relazioni ispettive è emerso che in circa 20 mesi (da novembre 2016 a luglio 2018) sono state controllate 122 pratiche di rendita vitalizia che i “controllori esperti in materia di rendite vitalizia” mi hanno attribuito (di cui almeno 18 erano state invece lavorate da altri operatori!) e riferibili ad un arco temporale 2005-2015 (e quindi nulla a che vedere con la campagna Audit suindicata, visto anche che i primi controlli sulle pratiche di rendita vitalizia da me istruite sono iniziati nel 2016).

Tuttavia gli avvocati Inps omettono di riportare i risultati di tale campagna Audit.

Perchè?

Eppure dichiarano che “segnalazioni sono state effettuate…….. dai Direttori Regionali e Provinciali territorialmente competenti”, ammettendo quindi che problemi sulla lavorazione di rendite vitalizie sono stati riscontrati nelle sedi di tutte le Regioni.

Perchè allora sono l’unico dipendente Inps che riceve una contestazione disciplinare e una successiva così grave sanzione?

Questo comportamento della dirigenza Inps è ancora più inspiegabile dal momento che l’Inps di recente è stato costretto ad emanare la circolare n. 78 del 29/5/2019 con la quale per la prima volta detta una organica normativa interna in materia.

Nella premessa di tale circolare il Direttore Generale Inps Gabriella Di Michele ammette che “Recentemente, l’attività di Audit svolta dall’Istituto ha rilevato criticità nella gestione delle pratiche in oggetto (cioè le rendite vitalizie) evidenziando la necessità di un intervento chiarificatore e di riordino riguardo a delicati profili istruttori.

L’esame delle domande di costituzione di rendita vitalizia, infatti, è caratterizzato da una particolare complessità………..”.

Inoltre aggiunge che “Stante l’impossibilità di tipizzare e fissare in un numero chiuso la fattispecie, la documentazione e le attività di riscontro, con la presente circolare si riepilogano quindi i principi inderogabili in materia, si forniscono alcuni chiarimenti e, infine, si rammentano le regole e comportamenti di cautela imprescindibili che, nei casi concreti, dovranno comunque essere integrati secondo il prudente apprezzamento del Responsabile del procedimento in ordine alla concludenza della prova e alla sua rispondenza ai requisiti di certezza e attendibilità”.

Credo che più chiaro di così il Direttore Generale Inps non poteva essere, considerando anche che l’unica norma regolatrice della materia fino alla data suindicata, la sola riportata anche dall’Ispettore centrale A.Z. nelle 3 relazioni ispettive, era stata proprio l’art. 13 della legge n. 1338/1962 istitutiva di tale tipo di riscatto.

Ricapitolando: l’Istituto nella gestione di tali pratiche ha rilevato criticità, particolare complessità, carenza normativa, “impossibilità di tipizzare e fissare in un numero chiuso la fattispecie” e ha ribadito che “nei casi concreti” l’ultima decisione circa la valutazione della documentazione e l’accoglimento delle domande è in capo al Responsabile dell’ufficio competente.

Le domando allora come sia potuto accadere che il sottoscritto, che ha curato per alcuni anni l’istruttoria (ribadisco l’istruttoria, non la liquidazione/definizione come erroneamente riportato in tutti i documenti ufficiali Inps) di tali pratiche in contemporanea a tutti gli altri tipi di riscatto e agli altri complessi prodotti assegnatigli (accrediti figurativi, ricongiunzioni, versamenti volontari, estratti conto certificativi ………), effettuando annualmente migliaia di lavorazioni ampiamente documentate in tutte le fasi del procedimento disciplinare e giudiziario, sia stato così pesantemente sanzionato per eventuali errori nell’istruttoria che i Responsabili dell’ufficio e i Direttori di sede, in fase di controllo e di assunzione di responsabilità nell’emanazione del provvedimento, non hanno mai rilevato.

E Le domando inoltre come mai il sottoscritto, in qualità di semplice operatore/istruttore, sia l’unico a pagare per tutti.

Le mie domande risultano ancora più pertinenti alla luce del documento n.4 che gli
avvocati Inps allegano alle note autorizzate presentate al giudice del lavoro il 24/5/2019.

Tale documento, affermando preliminarmente che il 15/12/2017 “la Direzione Centrale Pensioni ha reso noto……. ricorrenti criticità riguardanti la costituzione delle rendite vitalizie ai sensi dell’art. 13 della legge 12 agosto 1962, n. 1338”, contiene una relazione della Direzione centrale audit, trasparenza e anticorruzione su una indagine condotta, in collaborazione con la DCM di Roma, su un elenco di “pratiche di rendita vitalizia accolte riguardanti tutti i dipendenti delle aziende interessate dagli interventi del settore editoria……… in servizio in almeno uno degli anni compresi tra il 2010 e il 2017”.

In particolare sono stati richiesti alla DCM Roma, per essere sottoposti a controllo, 72 fascicoli di varie sedi dell’area romana, di cui 29 della sede di Roma Eur.

Di questi fascicoli ne “sono stati prodotti solo 47”.

Di questi 47, “9 fascicoli non sono stati consegnati in quanto sottoposti a sequestro giudiziario” mentre “16 fascicoli invece non sono stati esibiti in quanto non rinvenuti negli archivi delle rispettive sedi” e pertanto “In caso di esito negativo delle ricerche, vista la delicatezza delle vicende in questione, si suggerisce di procedere alle relative denunce all’Autorità Giudiziaria”.

Inoltre “In riferimento ai 47 fascicoli esaminati, è emerso che per 17 pratiche…. (segue un elenco)….. la rendita è stata accolta in assenza di documentazione probante l’esistenza, la durata e/o la continuità del rapporto di lavoro”, cioè le stesse contestazioni (che l’Inps definisce “gravi irregolarità”) che hanno portato al mio licenziamento.

In questa mia lettera, signor Presidente, vorrei segnalarLe quanto già evidenziato
nell’oggetto, e cioè IL CLAMOROSO CASO DELLA SEDE ROMA EUR, sede situata a brevissima distanza da Roma Monteverde e appartenente alla stessa Filiale.

Infatti dalla relazione della DC Audit emerge che 29 dei 72 fascicoli richiesti per essere sottoposti a controllo erano della sede Inps di Roma Eur.

Di questi 9 sono stati sottoposti a sequestro giudiziario, 11 non sono stati trovati e per uno la lavorazione è risultata irregolare (quindi gravi problemi per 21 su 29).

Le faccio presente che a Roma Monteverde i fascicoli delle pratiche in questione sono stati trovati tutti!

Poiché nella sede Monteverde si è diffuso velocemente il nome dell’autore delle lavorazioni (“sono state trovate anche a Roma Eur delle rendite vitalizie errate e le lavorava …….”) le chiedo: ma è la stessa persona che nel 2016, insieme ad altri 2 dipendenti, ha controllato le pratiche (19 + 33) che hanno determinato rispettivamente 2 contestazioni disciplinari con proposta di licenziamento senza preavviso?

Ma è la stessa persona che, anche grazie alle pratiche da lui lavorate e sequestrate dall’autorità giudiziaria o introvabili o errate è stato promosso a direttore di un’agenzia dell’area romana, ruolo che attualmente sta tranquillamente ricoprendo?

Se così fosse, perchè tale enorme disparità di trattamento rispetto al sottoscritto visto che nel 2016 sono bastate 19 pratiche ritenute dall’Inps irregolari e a danno zero (per queste non era stata erogata prestazione pensionistica e, per le regole applicate ai Responsabili, non mi dovevano neanche essere contestate – vedere mia lettera aperta n. 6) per formulare nei miei confronti una proposta di licenziamento senza preavviso?

Inoltre: può verificare chi era il Direttore della sede Roma Eur nel periodo di lavorazione delle pratiche oggetto dell’indagine della DC Audit?

E inoltre: chi era il Direttore di Filiale?

Chi era il Direttore Regionale?

Signor Presidente, sono 4 mesi che le scrivo segnalando e denunciando i fatti che stanno ingiustamente e pesantemente danneggiando me e la mia famiglia da ormai tre anni e mezzo, privandomi del lavoro e della retribuzione dal mese di aprile 2019.

Le ho chiesto più volte un Suo autorevole e risolutore intervento.

Immagini cosa abbiamo provato io, mia moglie, i miei figli e tutti quelli che mi vogliono bene, in attesa e fiduciosi di una Sua risposta, leggendo la Sua recente lettera ai dipendenti Inps che li informava dell’imminente consegna della spilletta con il logo Inps e dell’invito ad indossarla.

Evito qualsiasi ovvio commento in proposito. Le domando però: quale senso di appartenenza e quali valori può rappresentare tale spilletta alla luce della mia vicenda?

Quali valori dell’Istituto può e potrà mai esprimere quando si permette di attuare nei confronti di un dipendente un simile trattamento palesemente ingiusto, discriminatorio e persecutorio che, se non viene ammesso e fermato, potrebbe benissimo ripresentarsi per qualsiasi altro dipendente?

E’ questo il CAMBIO DI PASSO DELL’INPS oggetto della conferenza dei dirigenti Inps dello scorso 10 settembre da Lei presieduta?

La saluto cordialmente.

Roma, 11/10/2019

Mauro Gennari