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[ALGERIA] Solidarietà ai lavoratori della logistica Numilog in sciopero a Bejaia: la vostra lotta é la nostra lotta

Cari fratelli di Numilog,

siamo un sindacato di lotta con una forte presenza nella logistica, e con molti membri immigrati, anche dalle vostre terre.

Apprendiamo oggi della vostra lotta e vogliamo esprimere la nostra solidarietà. Siamo solidali con voi perché non avete lasciato soli i tre compagni che hanno organizzato il sindacato per migliorare le condizioni di tutti. Siamo con voi perché alla repressione avete reagito con la lotta e ancora oggi state lottando per ottenere il reintegro sul posto di lavoro che vi è stato riconosciuto dal Tribunale, ma che il governo non impone al padrone.

Nel 2019 abbiamo seguito con grande partecipazione la lotta del popolo e dei lavoratori algerini contro il sistema corrotto, espressione del sistema capitalistico che dà ai ricchi il potere di sfruttare e opprimere la grande massa. Anche in Italia i padroni spesso licenziano i lavoratori che si organizzano con il nostro sindacato per migliorare le condizioni di tutti; anche in Italia troppo spesso il governo e la polizia reprimono i lavoratori che scioperano per difendere le loro condizioni al posto dei padroni che non rispettano leggi e contratti.

Per questo la vostra lotta è la nostra lotta. In questi giorni i lavoratori di diverse imprese della logistica sono in sciopero per ottenere misure più efficaci contro il contagio, per migliorare le loro condizioni e per il ritiro dei licenziamenti. I lavoratori di Fedex-TNT, una multinazionale della logistica sotto controllo americano, sono in lotta contro un piano di ristrutturazione che prevede fino a 6.300 licenziamenti in Europa, e in solidarietà con i lavoratori belgi già colpiti da 671 licenziamenti.

Il 29 gennaio parteciperemo a uno sciopero generale per ottenere il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro, per un salario garantito ai tanti disoccupati per la crisi, per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, per far pagare la crisi ai ricchi con una forte imposta patrimoniale e per la parità di diritti ai lavoratori immigrati.

Ci impegniamo a far conoscere la vostra lotta ai lavoratori italiani e immigrati, e a promuovere una concreta solidarietà con la vostra lotta.

SI Cobas – Commissione per la Solidarietà internazionale

[Lavoratori Numilog in sciopero nel November 2020 – foto da Section Syndicale Numilog su Facebook]


Algeria: la lotta per l’organizzazione in sindacato dei lavoratori della logistica Numilog fa scattare una campagna di solidarietà

di Shelagh Smith – Mena Solidarity Network (vedi qui)

Lo sciopero dei lavoratori della Numilog a Bejaia, in Cabilia, sta giocando un ruolo importante nella costruzione della fiducia e della solidarietà nel movimento dei lavoratori algerini.

Il loro conflitto con l’impresa di trasporti e logistica, che fa parte dell’enorme gruppo Cevital, è iniziato a luglio quando tre lavoratori sono stati licenziati per aver creato una sezione sindacale del sindacato nazionale UGTA. I lavoratori si erano lamentati delle loro condizioni di lavoro, per esempio la mancanza di periodi di riposo, gli orari lunghi, l’assenza di norme di sicurezza, le umiliazioni e le ripetute minacce di licenziamento, oltre ai bassi salari. I lavoratori hanno scioperato in solidarietà con i tre sindacalisti, dopodiché 195 dei 250 dipendenti sono stati licenziati perché membri del sindacato. Da allora hanno condotto uno sciopero combattivo, con marce, riunioni e sit-in.

Il 18 novembre i tribunali si sono pronunciati a favore dei lavoratori e hanno ordinato la loro reintegrazione, ma la direzione della Numilog si è rifiutata di cedere. Il Ministero del Lavoro e le autorità locali di Béjaïa non hanno fatto nulla per far rispettare la sentenza, così il 25 novembre i lavoratori si sono recati nella capitale Algeri per tenere un sit-in al Ministero. Dieci lavoratori sono stati arrestati, così come due membri del Parti Socialiste des Travailleurs (PST): Kamel Aïssat e Samir Larabi. Sono stati tutti rilasciati più tardi lo stesso giorno. Il PST è stato attivamente coinvolto nella costruzione della solidarietà con i lavoratori della Numilog. Sia Kamel che Samir hanno contribuito alle pubblicazioni di MENA Solidarity.

Il PST chiede solidarietà con altri tre attivisti che devono comparire in tribunale l’8 dicembre con l’accusa di aver partecipato a un raduno pacifico (“attroupement non armée”): Said Benarab del FFS, Lemnouar Hamamouche del PST e Yanis Adjilia, attualmente in prigione. L’accusa risale a diversi mesi fa, ed è un altro esempio di come il sistema giuridico venga utilizzato per reprimere la libertà di espressione.

La lotta alla Numilog è stata d’ispirazione per altri lavoratori. A settembre i lavoratori della fabbrica di birra BSA, a El Kseur, hanno terminato il loro sciopero dopo aver ottenuto le loro richieste. Hanno sottolineato l’importanza di portare lo sciopero al di fuori del luogo di lavoro, l’importanza della fiducia e della solidarietà, e soprattutto l’enorme contributo dello sciopero di Numilog con il suo esempio di coraggio e determinazione.

Numilog fa parte del gruppo Cevital, il più grande conglomerato privato in Algeria, creato da Issad Rebrab, la cui fortuna personale è di 3,9 miliardi di dollari. Anche se i suoi affari hanno prosperato sotto il presidente spodestato Bouteflika, ha appoggiato le proteste contro di lui iniziate nel febbraio 2019, e ha definito Cevital una “impresa dei cittadini”. Più tardi quell’anno è stato condannato a sei mesi di carcere per reati fiscali, bancari e doganali, in una campagna anti-corruzione vista da molti come una manovra per disinnescare il movimento e regolare i conti. La maggior parte dei lavoratori della Numilog ha partecipato a marce in Béjaïa per sbloccare gli investimenti del gruppo Cevital di allora, e ora si ritrova in strada, accusando Rebrab della sua ingratitudine. Non è la prima volta che le imprese del gruppo Cevital si rifiutano di riconoscere i sindacati, installando invece sindacati gialli.

La lotta alla Numilog mette a fuoco la realtà dei diritti dei lavoratori in Algeria oggi, dove nonostante le garanzie legali, le imprese private e pubbliche/private licenziano i lavoratori che organizzano sezioni sindacali, e l’ispettorato del lavoro chiude un occhio. Questo nel contesto del continuo movimento popolare per un cambiamento completo del sistema, uno stato civile e non militare, e una difesa dei diritti umani e delle libertà democratiche, tra cui la libertà di stampa e i diritti dei lavoratori.

La “Nuova Algeria” rivendicata dal regime sta calpestando tutto questo.