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[TEXPRINT] La bandiera “8 ore X 5 giorni” al Centro per l’Arte contemporanea di Prato: il 6/3 mobilitazione cittadina

FLASH MOB: LA BANDIERA DELL’8X5

Al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci

Anche gli operai della TEXPRINT, in sciopero da più di 40 giorni e in picchetto permanente davanti ai cancelli della stamperia dal 18 febbraio, hanno voluto portare un contributo alla mostra “Protext!” del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato.

E’ stata issata una grande bandiera davanti al Museo con su scritto “8×5” (8 ore x 5 giorni), per porre sotto gli occhi di tutti la realtà che si vive nelle fabbriche del Macrolotto.

Tre parole semplici per dire basta allo sfruttamento e all’illegalità sistematica nel distretto tessile.

La mostra esplora il rapporto tra tessuto e protesta: per noi questo rapporto vive davanti ai cancelli della Texprint, dove si sta lottando per smettere di lavorare 12 ore per 7 giorni alla settimana, per un contratto regolare, ferie, malattia; vive quotidianamente in tutte le battaglie per l’8×5 nel Macrolotto pratese, contro il sistematico sfruttamento del distretto tessile.

Crediamo che l’arte possa dare un grande contributo in questo senso: l’arte è bellezza, è vita, e davanti ai cancelli di Texprint, come testimonia uno degli striscioni esposti, si sta lottando per una vita più bella di quella che migliaia di lavoratori, soprattutto migranti, sono costretti a fare in questa città.

Dal mondo della cultura e dell’arte in molti si stanno già esprimendo: è di oggi la sottoscrizione dell’appello in solidarietà ai lavoratori Texprint da parte dello storico Alessandro Barbero, che va ad aggiungersi ai fumettisti Zerocalcare e Sted, al drammaturgo Moni Ovadia e ai musicisti Modena City Ramblers.

Sabato alle 16:00 in piazza del Comune si terrà la manifestazione “In piazza per i lavoratori Texprint”.

https://www.facebook.com/SiCobasFirenze/videos/1311811059200378

S.I. Cobas Prato e Firenze


ANCHE ALESSANDRO #BARBERO FIRMA L’APPELLO

A SOSTEGNO DEI LAVORATORI #TEXPRINT

Dal 18 gennaio gli operai della Texprint di Prato sono in sciopero. Dall’11 febbraio sono in presidio permanente, notte e giorno, davanti ai cancelli della fabbrica.

Dalle loro voci abbiamo ascoltato la denuncia di condizioni intollerabili di sfruttamento: turni di dodici ore al giorno per sette giorni la settimana, paghe misere, negazione di tutti i più elementari diritti.

Abbiamo visto sui loro corpi i segni degli incidenti causati da un lavoro svolto senza riposi, con turni massacranti, senza sicurezza.La loro denuncia può e deve accendere i riflettori sullo stato di salute dei diritti e della dignità del lavoro nel distretto tessile pratese.

Le sempre più frequenti inchieste della Magistratura e i risultati dei controlli portati avanti dall’Ispettorato del Lavoro, da anni fanno emergere un vero e proprio “sistema” di sfruttamento sistematico della manodopera (soprattutto migrante e richiedente asilo), nonché gli intrecci tra criminalità organizzate e imprenditoria.

Lo sfruttamento nel distretto tessile è stato oggetto di ricerche istituzionali, osservatori, studi universitari, provvedimenti speciali (pensiamo al progetto Lavoro Sicuro della Regione Toscana e ai controlli interforze), inchieste giudiziarie.

E’ un sistema di cui possiamo dire di sapere molto.

Ma che, nonostante gli sforzi, continua a riprodurre come un cancro le sue metastasi sul territorio ed il nostro tessuto sociale.Non chiudere gli occhi, non rimanere indifferenti di fronte a questa realtà è un dovere civico. Per le istituzioni è un dovere politico.

Non è accettabile che le lancette dei diritti, nella Prato del 2021, siano ferme agli inizi dello scorso secolo.

Per questo motivo esprimiamo il nostro sostegno ai lavoratori della Texprint in sciopero che non rivendicano altro che “8×5”: lavorare otto ore per cinque giorni la settimana e il rispetto dei contratti nazionali.

Non dobbiamo dimenticare mai una cosa: siamo di fronte a un sistema di cui a fare le spese, da anni, nel silenzio, sono stati e continuano ad essere i lavoratori impiegati in queste filiere della produzione dell’abbigliamento.

Chi tiene ai diritti e alla dignità del lavoro non può che essere dalla parte di questi lavoratori che hanno scelto di rompere il silenzio e intraprendere una strada, tutta in salita, per il riconoscimento dei propri diritti e della propria dignità.

S.I. Cobas Prato e Firenze