IL TENTATO OMICIDIO DAVANTI ALLA MILIARDO YIDA NON E’ UN INCIDENTE: GIU’ LE MANI DAI LAVORATORI IN LOTTA!
Le ragioni degli operai della Miliardo Yida in sciopero dai cancelli.
Mercoledì 30 Giugno mattina, poco dopo l’inizio dello sciopero davanti ai cancelli della Miliardo Yida, sbucando all’improvviso dalla via Emilia col suo camioncino, il responsabile interno (e caporale) dell’azienda si è lanciato a folle velocità contro gli operai e i solidali presenti, consapevole di investirli indiscriminatamente.
Ad un operaio, salvo per miracolo perché riuscito a schivarsi grazie anche all’intervento dei compagni, il responsabile col camioncino è passato sopra, ferendolo e facendolo finire in ospedale. L’operaio colpito ha ricevuto una prognosi di 3 giorni per le ferite riportate ad una gamba e ad un braccio.
Ancora una volta, davanti ai cancelli delle fabbriche e dei magazzini, durante uno sciopero si è sfiorato per pelo l’ennesimo omicidio padronale ai danni degli operai in lotta.
Come lavoratori che lottano per rivendicare miglioramenti delle condizioni di lavoro e vita, non accettiamo che chi fa sciopero diventi bersaglio e vittima di crumiri scatenati e assassini.
Questi criminali – dopo i fatti di Biandrate (NO) e anche della Brt di Campogalliano (MO), a causa del clima antioperaio creato dalla violenza di padroni e Stato – si sentono ulteriormente spinti e legittimati a provare a ferire e addirittura uccidere i lavoratori che scioperano per tutti: rivendicando salario, diritti e dignità contro licenziamenti, precarietà e repressione.
Nonostante tutto, lo sciopero è proseguito senza arretrare di un passo; d’altronde, da ormai due anni, questi lavoratori hanno imparato sulla loro pelle che nessuna istituzione – Ispettorato del lavoro, Spresal ASL, Prefettura… – ha interesse a risolvere i loro problemi.
Alle ragioni degli operai, le forze dell’ordine hanno risposto come di consueto: facendo intervenire una camionetta di agenti antisomossa e numerose volanti di polizia e carabinieri, con l’unico scopo di fare pressione sui lavoratori in sciopero e minacciare lo sgombero manu militari del presidio.
Non basta che gli operai rischino di essere uccisi barbaramente mentre fanno sciopero; non basta che le condizioni di sfruttamento dei lavoratori nelle aziende – come la Miliardo Yida – siano note a tutte le istituzioni; non basta il clima di paura che si respira nei magazzini e nelle fabbriche: in questa reazionaria situazione, la risposta dello Stato è ultreriormente aumentare il livello di tensione e scontro, collaborando coi padroni per colpire quei lavoratori che alzano la testa e lottano per i diritti di tutti, quindi disinteressandosi dei loro problemi e ostacolandone la risoluzione.Grazie allo sciopero e alla lotta davanti ai cancelli, dopo una lunga trattativa mediata dalla Questura, i lavoratori della Miliardo Yida sono riusciti a strappare un tavolo in Prefettura per la settimana prossima alla presenza dell’azienda, per discutere di: reintegro dei 6 operai licenziati e stabilizzazione dei lavoratori in fabbrica trasformando i contratti in tempo indeterminato; internalizzazione con cessazione della giugla degli appalti e di ogni pratica illegale (come l’intermediazione di mano d’opera); la messa in sicurezza di questa fabbrica pericolosa ed inquinante; il rispetto della libertà sindacale dei lavoratori.
La lotta continua fino al reintegro dei lavoratori licenziati, fino a che tutte le legittime rivendicazioni degli operai non saranno accolte.Il clima repressivo antioperaio ed antiproletario non fermerà la nostra battaglia per salario, diritti, salute e dignità, sia sul territorio che a livello nazionale.
Abbiamo buttato via la paura quando abbiamo iniziato a scioperare davanti ai cancelli: lo faremo ogni volta che servirà, non cedendo alle intimidazioni di chi ci vuole schiavi e passivi.
Invitiamo, perciò, tutti i lavoratori e le realtà solidali a partecipare al Presidio che verrà indetto in concomitanza con l’incontro in Prefettura: nei prossimi giorni comunicheremo pubblicamente data e ora della manifestazione.
Con Adil nel cuore.
Lotta dura senza paura!
S.I. Cobas Alessandria e Tortona