UNES TRUCCAZZANO (MI):
ANCORA STATO D’ASSEDIO CONTRO I LICENZIATI IN LOTTA.
Dopo 9 ore di blocco totale del magazzino, il film della repressione antioperaia alla Unes si ripete ancora una volta: assedio delle forze dell’ordine giunte a centinaia per assolvere il loro compito di cani da guardia dei padroni, scontri, sgombero coatto con tanto di caccia all’uomo e aggressione gratuita ai lavoratori.
I lavoratori con il S.I. Cobas resisteranno anche stavolta, come hanno fatto i loro fratelli di classe della FedEx di Piacenza e in tanti altri magazzini.
La Unes oggi rappresenta una delle poche trincee reali di lotta e di resistenza allo strapotere dei padroni, ai licenziamenti e all’escalation securitaria e repressiva del governo Draghi: in ogni caso, la vertenza nella quale lo scontro di classe sta avvenendo senza esclusione di colpi e fino alle più estreme conseguenze.
Tutti coloro che a chiacchiere o da dietro una tastiera evocano scioperi generali, lotta di classe e opposizione al governo Draghi, sarebbe il caso che iniziassero a spegnere i pc e a ad affrontare il mondo reale al fianco degli operai in lotta
.LA SOLIDARIETÀ È UN ARMA: USIMOLA!
Contro licenziamenti e repressione: avanti fino alla vittoria!
15 gennaio
https://www.facebook.com/sicobasmilano/videos/1166892310742439
S.I. Cobas
LICENZIAMENTI LGD DEPOSITO UNES
Comunicato stampa
Milano, 14/10/2021
Abbiamo appena appreso attraverso un articolo apparso su un giornale on line che la cooperativa LGD ha proceduto con i licenziamenti di 40 lavoratori che prestano l’attività lavorativa presso il magazzino UNES di Trucazzano.
I licenziamenti arrivano a seguito delle procedure disciplinari aperte ai danni dei lavoratori “rei” di aver esercitato il diritto di sciopero, per i primi due giorni per contestare i sistematici errori nelle buste paga e i metodi vessatori dei responsabili
in magazzino e successivamente per il reintegro sul posto di lavoro, visto l’allontanamento per sospensione cautelare di 52 lavoratori, circostanza utilizzata unicamente come attacco antisindacale e discriminatorio nei confronti dei lavoratori organizzati e sindacalizzati.
La mediazione richiesta dal S.I. Cobas in Prefettura ha portato all’apertura di una fase di analisi delle differenze riscontrate nei cedolini e di confronto con l’azienda sugli altri aspetti.
Contrariamente a quanto leggiamo, dai tavoli sono emersi effettivamente ammanchi e irregolarità.
Non a caso rappresentare l’azienda in Prefettura il dott. Ichino, giuslavorista sostenitore e ideatore di alcune delle riforme più regressive del mondo del lavoro degli ultimi decenni, tra cui il job’s act e grande oppositore del diritto di sciopero.
Abbiamo approcciato la fase di confronto con le migliori intenzioni e perciò sono state sospese le iniziative di agitazione durante tutta la durata delle discussioni.
Purtroppo mentre da parte nostra si è dimostrata la volontà a dialogare e definire una soluzione conservativa dei posti di lavoro, da parte aziendale il fine unico è stato di imporre con prepotenza un’ammissione di colpa unilaterale dei lavoratori, utile a LGD nei confronti di UNES e soprattutto a scaricare i costi dello sciopero sulle spalle dei propri operai.
Un tale ricatto avrebbe offerto l’occasione al dott. Ichino di impostare un ricorso legale contro i lavoratori per esigere un risarcimento dei danni, chiedendo quindi di pagare a coloro che già sistematicamente erano privati di una parte di retribuzione contrattuale quali maggiorazioni, scatti retributivi, festività etc. Inoltre avrebbe rappresentato la svendita di un diritto costituzionale di fronte alla minaccia di licenziamento senza alternative.
Da parte nostra un compromesso leale si deve basare non sul ricatto, ma sul riconoscimento delle argomentazioni dell’interlocutore nel tentativo semmai di impostare un futuro rapporto basato sull’eliminazione di ruggini precedenti, sulla
correttezza verso i lavoratori e l’utilizzo del dialogo per la risoluzione delle controversie, per questo abbiamo proposto ogni formula sindacale utile a questo scopo.
L’atteggiamento di LGD è ormai evidente, lasciare che i lavoratori scoprano i licenziamenti dalla stampa è l’atteggiamento di chi vuole mettere le mani avanti per non essere colto in fallo, dietro questi attacchi tesi a mostrare gli operai
come criminali si nasconde l’obiettivo economico di sostituirli con altri, non sindacalizzati e dal costo molto più ridotto.
D’altronde davanti alla fame di profitto non contano gli anni passati a spaccarsi la schiena al freddo delle celle frigorifere, la vita degli operai conta meno della merce che lavorano e alla scadenza si aprono le porte della rottamazione.
Il mondo delle cooperative della logistica è noto ai più, proprio grazie a lavoratori come questi che negli ultimi dieci anni si sono mobilitati e organizzati.
Chiediamo la solidarietà di tutti, perchè la nostra lotta non serve solo a noi, ma a tutti coloro che credono nella giustizia sociale e a chi si sente ancora isolato a prendere coraggio.
Uniti siamo tutto.
S.I. Cobas Milano