Giorgia Meloni a Bagnoli? Ai nostri posti ci troverete
– Laboratorio politico Iskra
La campagna elettorale è arrivata al suo apice con l’ultima settimana di proclami e passerelle dei principali leader nazionali, pronti a racimolare fino all’ultimo voto e a stringere rapporti e alleanze in ottica di future redistribuzioni di potere e ricchezze.
È arrivata così la notizia che Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d’Italia e personaggio attorno al quale tutti i leader di partito hanno costruito la loro campagna, sarà a Bagnoli per il suo comizio di chiusura.
Come compagne e compagni del territorio attivi da anni su vari fronti, ci sentiamo in dovere di spiegare le ragioni dell’iniziativa da mettere in campo in quella giornata e in quelle ore.
1. Giorgia Meloni non è lo spauracchio fascista che Partito Democratico e forze centriste stanno agitando in questi mesi per raccogliere voti. Giorgia Meloni è l’espressione più credibile del sovranismo nazionalista che vuole, dentro la crisi rappresentata dall’accomunarsi di guerra, pandemia e crisi economica e climatica, il rafforzamento dell’economia nazionale con particolare interesse alle piccole-medio imprese storicamente sostenute dal centro-destra che fa breccia anche tra settori di lavoratori.
Una leader più accreditata di Matteo Salvini e che ha scientificamente occupato il ruolo di finta opposizione agli ultimi governi nonostante sia stata complice e votante di tutte le leggi (vedi la Legge Fornero) che lei stessa sta contestando in questa campagna elettorale.
Quel che preoccupa dei consensi raccolti dalla Meloni è che il baricentro del prossimo governo sarà molto spostato sulle necessità di aggredire ulteriormente la classe lavoratrice e di rimettere a posto i conti dell’imprenditoria italiana a suon di sgravi fiscali e di inasprimento delle condizioni di lavoro.
2. L’opposizione degli altri candidati contro la Meloni è un’opposizione che è lontana dai bisogni della maggior parte degli strati popolari e della classe lavoratrice.
Lo scontro tra le recenti forze di governo e la Meloni è centrato quasi esclusivamente sui temi civili, sui quali queste stesse forze hanno costruito ben poco dei loro propositi negli anni in cui hanno rappresentato appieno il potere governativo.
L’unico altro tema di scontro, quello del Reddito di cittadinanza, viene difeso in questi giorni di corsa ai consensi dell’elettorato che più probabilmente non si recherà alle urne, a fronte di un’azione di governo che ha provato in tutti i modi a limitarne l’utilizzo per chi ne ha urgente bisogno.
3. Allo stesso modo, nonostante solidarizziamo, lottiamo e siamo al fianco di chi mette i propri corpi di fronte alle politiche discriminatorie, sessiste, razziste promosse da questo nuovo centro-destra, crediamo che la contestazione pura e semplice, specialmente se improntata solo su tematiche sulle quali l’elettorato di Fratelli d’Italia è inamovibile perché appartenente ad una cultura primatista e patriarcale, tenda esclusivamente a rafforzare la leader di Fratelli d’Italia e non ne scalfisca né l’immagine né il futuro ruolo di governo.
4. In questa campagna elettorale sarebbe stato necessario contestare la totalità delle forze che si sono presentate, come in parte ha fatto a Napoli il movimento dei disoccupati organizzati sul terreno delle rivendicazioni attorno al lavoro.
Come ormai assodato in questi anni, il principale nemico della classe lavoratrice e di studenti, disoccupati/e e di tutto l’arco degli sfruttati e delle sfruttate, rimangono i partiti esecutori degli interessi del grande capitale nazionale e internazionale.
Sentire il PD, responsabile principale delle politiche antipopolari e antiproletarie dal JobsAct alla Buona scuola, urlare al pericolo fascismo è davvero imbarazzante.
Contemporaneamente vediamo però schierate forze sovraniste cosiddette “di sinistra” che al pari del centro-destra propongono di difendere i lavoratori difendendone i padroni e i loro interessi specifici; il tentativo di ripulitura dei 5 stelle dopo un governo di leggi repressive e razziste; gli ennesimi proclami rivoluzionari dell’ex sindaco ribelle della città di Napoli sul cui operato basterebbe citare i disastri lasciati in città per i segmenti più poveri e in difficoltà, e che ora riporta la sua retorica riformista su un piano nazionale.
Insomma, non salvando nessuno, avremmo dovuto gridare allo scandalo di fronte alla presenza di chiunque di queste forze politiche ad un evento elettorale sul nostro territorio e non solo di fronte alla presenza della “fascistissima” Giorgia Meloni.
5. La presenza della Meloni a Bagnoli fa rabbia e scandalo anche perché ospitata all’Arenile, la principale attività economica del territorio. Non ci stupisce la disponibilità data dal suo gestore, Umberto Frenna, a far chiudere la campagna elettorale nel suo spazio ad una probabile futura premier, come già lo stesso ha fatto con tutti i principali leader politici che erano pronti a concorrere per un ruolo di potere in città.
L’Arenile, però, rappresenta alcune delle principali contraddizioni del territorio, e una delle attività economiche che finora ha sostenuto e portato avanti quegli interessi particolari che, come andiamo dicendo da sempre, sono stati i veri blocchi rispetto alla bonifica e alla rigenerazione che spetta al quartiere di Bagnoli.
Una leader di destra che viene a chiudere la propria campagna elettorale in questo luogo e in un quartiere operaio martoriato dalle politiche affaristiche e speculative è uno schiaffo a tutti coloro i quali subiscono quotidianamente i ritardi della bonifica che non c’è stata.
6. Dopo le recenti contestazioni, l’entourage di Fratelli d’Italia ha scelto Bagnoli per chiudere la campagna elettorale chiedendo a gran voce un meccanismo di protezione della propria leader che evitasse contestazioni di vario tipo.
È curioso che questo avvenga in un quartiere dove sorgono spazi sociali occupati e dove sanno bene sia i membri del partito che i funzionari della Questura, vige un sentimento antifascista che ha portato quasi sempre a dure contestazioni ad ogni passerella politica svolta sul territorio.
Questa scelta arriva all’indomani della richiesta espressa direttamente da Giorgia Meloni al ministro Lamorgese di garantire lo svolgimento democratico della campagna elettorale. Sappiamo già cosa questo vuol dire: dispositivo di sicurezza da grande vertice, centinaia di uomini delle forze dell’ordine, gestione dell’ordine pubblico affidato ad alti funzionari del ministero dell’interno, probabile facilità ad usare la forza dura per non permettere contestazioni.
Quindi perché tutto questo? Il sentore del “trappolone” che vede la Meloni e Fratelli d’Italia pronti a sfregarsi le mani di fronte all’ennesima contestazione dei “centri sociali” è forte.
7. Al netto di queste valutazioni politiche che sembrano generali ma che hanno ricadute tutte materiali sulle condizioni di vita dei proletari della città di Napoli e sugli abitanti dei nostri territori, la presenza di Giorgia Meloni a Bagnoli comporta un problema immediato e quasi staccato dalla mera campagna elettorale.
Fratelli d’Italia, così come fatto da altri partiti negli anni scorsi, sdogana completamente la presenza degli aderenti al fascismo storico ai suoi raduni, raccogliendo il peggio delle città in cui offre i suoi comizi tra ex mazzieri, accoltellatori, aderenti al gioco della violenza facile nei confronti di omosessuali, extracomunitari ecc., esponenti o soggetti di contatto con la criminalità organizzata.
Per questo motivo, così come abbiamo sempre fatto da più di 10 anni in un quartiere in cui questi personaggi si limitano ad essere una manciata di nostalgici fuori da ogni tipo di radicamento, venerdì non regaleremo alla Meloni nelle ultime giornate della campagna elettorale la possibilità di accomunarci alla “sinistra dei centri sociali” con una contestazione fuori l’Arenile.
Presidieremo il nostro territorio per l’intera giornata, per garantire con l’autodifesa popolare la protezione dalla fuoriuscita di questi soggetti che la presenza della Meloni potrebbe garantire.
Napoli e con essa Bagnoli e tutto il territorio flegreo, è una città e un territorio che guarda ad un altro mondo possibile, è radicalmente antifascista, antirazzista, anti sessista, e non ha mai temuto di dover scacciare omofobi e xenofobi anche con mazze e pietre.
Il circo elettorale è arrivato quasi alla fine e all’indomani della scadenza del 25 settembre le condizioni di vita e di lavoro della maggioranza della popolazione saranno sempre le stesse, costrette da sfruttamento, disoccupazione e carovita ad una prospettiva di miseria.
Non possiamo però permettere che lo sdoganamento dato da alcuni partiti politici dia spazio e agibilità locale ai fascisti e ai loro lacchè e per questo motivo gli impediremo di poter stare tranquillamente nel quartiere di Bagnoli che di passerelle, promesse e slogan ne ha visti già troppi e di fronte ai quali solo la capacità di organizzazione autonoma dei suoi abitanti è riuscita a garantire dei miglioramenti oggettivi sui temi del lavoro, della bonifica, della vivibilità e degli spazi sociali
Sarà un’occasione ulteriore per incontrarci e ribadire che solo la mobilitazione di massa, partendo dai nostri territori, potrà cambiare il corso delle cose anche dopo le elezioni.
Napoli, 20 settembre
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