Ieri anche il SI Cobas è sceso in piazza con centinaia di compagni e compagne oggi 15/01/2023 alla manifestazione di Milano a sostegno di Alfredo Cospito, contro il 41 bis e contro la repressione in ogni sua forma.
Per Alfredo e per tutti i compagni/e che sono stati colpiti e vengono colpiti ogni giorno dallo stato borghese.
16 gennaio
SI Cobas
Riceviamo e pubblichiamo dai compagni della redazione Il Pungolo Rosso questo contributo, già disponibile sul loro sito (vedi qui):
Riprendiamo da Il Rovescio questo grido di lotta perché chi può e deve farlo, provveda immediatamente a liberare il compagno Alfredo Cospito dalla condanna a morte del 41 bis.
Redazione Il Pungolo Rosso
Prima che si consumi il delitto perfetto.
Fuori subito Alfredo Cospito dal 41 bis!
– Il Rovescio
Miei signori, avete torto!
Il delitto perfetto
non è privilegio
del criminale.
Ma del boia.
Il delitto davvero perfetto
è quello finanziato dallo Stato.
Il perfetto assassino
è un funzionario con l’auto di servizio.
La giustizia è un lupo
con la sola differenza
che i lupi sono meno feroci.
Certo, anche i lupi spezzano
bianchi colli,
ma non ululano mai sui cadaveri:
siamo servitori della legge.
(Stig Dagerman, Il delitto perfetto, «Arbetaren», 29 gennaio 1953)
Oggi cadono cinquantatré anni dalla strage di Stato di Piazza Fontana. Il lavoro infame di impedire a qualsiasi costo ogni trasformazione rivoluzionaria della società, cominciato con quei diciassette morti e ottantotto feriti, non si è mai fermato. Oggi cadono cinquantatré giorni dall’inizio dello sciopero della fame di Alfredo Cospito e trentacinque da quello di Anna Beniamino.
In questo Paese, insanguinato dai massacri organizzati e diretti dai funzionari statali dei vari Uffici per gli Affari Riservati, gli unici condannati per «strage politica» – «una strage senza strage attribuita senza prove» – sono due compagni anarchici, parte di quel movimento rivoluzionario che alla violenza indiscriminata dello Stato contro gli oppressi ha contrapposto e contrappone la violenza discriminata contro gli oppressori.
Si può trovare un esempio di falsificazione ideologica e materiale della storia più ripugnante sul piano etico, più sfacciato su quello giuridico-istituzionale e più pericoloso sul piano delle lotte? È come se, grazie alla sproporzione delle forze in campo, la controrivoluzione poliziesca, giudiziaria e mediatica degli ultimi cinquant’anni dispiegasse il suo programma per intero: legislazione di guerra; carcere di guerra; gestione militare del conflitto sociale. A questo mira l’estensione ad libitum del 41 bis, con i suoi effetti sul resto delle carceri, sulle aule di tribunale e nelle piazze.
O si resiste o si capitola.
Se il nostro dovere è innanzitutto quello di salvare la vita di due compagni, il cui stato di salute è già allarmante, in questa battaglia si gioca tanto della libertà di tutte e di tutti. Chi lo ha capito, in Italia e in giro per il mondo, sta dando alla parola «solidarietà» cuore, gambe, fuoco. Chi non lo vuol capire, o si limita a riportare qualche altrui comunicato di sostegno senza muovere un dito, non venga domani a blaterare di «fronti comuni contro la repressione».
Per alcuni è affinità con i compagni prigionieri. Per altri è condivisione di uno stesso ideale. Per altri ancora è posizionamento in un comune orizzonte di trasformazione rivoluzionaria della società. Per tutti dovrebbe essere questione di autodifesa collettiva.
Prima che si compia il delitto perfetto; prima che i lupi in toga e in uniforme ululino ancora una volta sulla pelle di un compagno e di una compagna, poche parole.
Per le anime ardenti: all’azione!
Per le donne e gli uomini che non hanno smarrito il senso del giusto: mettete qualcosa in questa battaglia affinché qualcuno non debba metterci tutto!
Per i «funzionari con l’auto di servizio»: guai a voi!
Stragista è lo Stato!
Fuori subito Alfredo dal 41 bis!