Dal Comitato Antirazzista Milanese, ottobre 2010: report sulle iniziative.
1) Fermato lo sfratto di Hafida in via Cavezzali. Ma altri se ne profilano all’orizzonte: la battaglia continua!
Si era ormai giunti al quarto tentativo di cacciare la famiglia di Hafida, donna marocchina precaria, con marito disoccupato e due figli che vanno al nido. 4 persone in un appartamento di 20 mq per i quali bisognerebbe pagare oltre 600€ mensili. Lo scenario è quello di un palazzo di 8 piani, con 176 appartamenti, nato come residence oltre 30 anni fa e successivamente trasformato in un alveare di mini-appartamenti ognuno dei quali “regolarmente” affittato in nero, con servizi sono pressochè totalmente assenti, (ascensore compreso); alle spalle l’omicidio di Abdel nel 2006 da parte di una guardia giurata incaricata di riscuotere il pizzo per conto della Vanzoni ed Ambrosiana Immobiliare, protagoniste di una losca vicenda di palazzinari che continua a tutt’oggi
Ma anche stavolta Hafida non era sola. Alcune famiglie del palazzo che hanno deciso di schierarsi, alcuni abitanti del quartiere (ormai ci si conosce), alcuni rom provenienti dalla casa recentemente occupata in via Sangallo; in tutto una ventina quelli che hanno raccolto l’appello del comitato antirazzista ed hanno presidiato l’appartamento fin dalle 8,30.
Sufficienti a contrastare le bellicose intenzioni del proprietario (tal Bortot) e così ben presto i poliziotti, la Digos, l’ufficiale giudiziario e il medico legale si sono resi conto di avere in mano una bella patata bollente; tutti consapevoli della situazione losca che stavano difendendo con quello sfratto e della polveriera rappresentata da quel palazzone in cui vivono oltre 300 persone.
La messinscena dell’intervento nella casa di Hafida non può essere evitata ma alla fine nulla da fare: il rischio di uno scontro è troppo alto e il bottino troppo miserevole per lorsignori; il rischio é quello di dover caricare le famiglie presenti, senza certezza di poter passare; il bottino massimo é quello di spedire una famiglia proletaria in mezzo alla strada premiando l’ingordigia del palazzinaro.
Dopo un paio d’ore di scontata tiritera lo sfratto viene così rinviato al 17 gennaio del prossimo anno e tutti (tranne Bortot, ovviamente) ne escono soddisfatti.
Ma prima di allora c’è un altro appuntamento importante gia fissato per il 24 novembre. Accenniamo qui brevemente al succo delle questioni che attraverseranno quella giornata: dev’essere espulsa una famiglia che al momento in cui è stato emesso lo sfratto (settembre 2009) stava pagando regolarmente l’affitto, addirittura attraverso una trattenuta direttamente in busta paga; Già! Bortot è palazzinaro e schiavista allo stesso tempo. Che ne dite? Noi diciamo che respingeremo lo sfratto di Patricia e che…ci sarà da divertirsi
2) Triboniano: verso la soluzione finale della questione rom
Nelle ultime settimane le sorti del campo rom più grande della città è stato oggetto di vertici politici e articoli sul giornale. A scatenarle la prevedibile campagna politica delle forze del centro-destra che hanno urlato allo scandalo per l’assegnazione a 25 famiglie rom di altrettante case ex-Aler, non assegnabili ad altri perchè inagibili.
La linea governativa a tal proposito è ben sintetizzata da Maroni: “nessuna casa popolare ai rom, demolizione del campo entro fine ottobre, soluzioni da rintracciare nel privato per le famiglie che lo meritano, rimpatrio forzato per tutti gli altri“. Per contro Don Colmegna che si vede mandare in vacca tutti i suoi tentativi di vantaggiosa (per lui) mediazione, arriva addirittura a dichiarare che se non si troverà una soluzione positiva fermerà lui stesso le ruspe per….impedire che si crei terreno favorevole agli agitatori del conflitto e ai violenti (che saremmo noi). In mezzo il Prefetto e un pezzo del Pdl che non sanno come fare marcia indietro, visto che 11 appartamenti sono già stati assegnati e che sono già iniziati i lavori per la loro ristrutturazione.
Sullo sfondo di questa vicenda milanese c’è un pesante scenario internazionale dominato dall’operazione propagandistica di Sarkozy e da un business di diversi milioni stanziati dalle istituzioni europee che si affiancano a quelli di Expo 2015 per la cui realizzazione sarebbe necessario far sparire il campo e lasciar spazio ad una impossibile bretella stradale (per realizzare la strada raderanno al suolo anche il Cimitero adiacente o distruggeranno la ferrovia Torino-Milano? Si aprono le scommesse fra i giornalisti).
I rom intanto, dopo gli sbandamenti estivi, parzialmente illusi di poter trovare finalmente casa, o di ricevere un congruo indennizzo per lo sfratto, hanno fatto i loro conti e hanno disertato il piano di auto-evacuazione proposto e gestito dall’accoppiata Mojoli-Don Colmegna.
Riferiremo dettagliatamente dei passaggi assembleari che si succederanno settimanalmente non appena terminato il periodo di lutto che ha fatto seguito alla scomparsa di Zobar (lutto che ha colpito non solo la sua famiglia ma anche tutti coloro che, come noi, se lo ricordano sorridente e pronto a combattere sulle barricate di maggio.
Una cosa è certa: fine ottobre (come vuole la Lega Nord) o più in là (come probabilmente si auspicano in tanti, anche nella maggioranza) il tentativo di sgombero di Triboniano pare lo sbocco inevitabile della poltica razzista e xenofoba che continua ad inseguire i rom. E con esso si rendono invevitabili le lotte e le barricate che lo fronteggeranno. Prepariamoci come si deve!
3) Cooperative: avanza la lotta dei nuovi schiavi
La campagna politica di solidarietà con gli operai della “Papavero” licenziati a Cerro al Lambro prosegue. Da una parte sono stati raccolti finora 3600€ attraverso varie iniziative che proseguono nel milanese e non solo. Dall’altra è stata fissata una prima udienza per il 7 ottobre, in cui i lavoratori, affiliati al S.I. Cobas, contestano la pratica discriminatoria utilizzata contro i licenziati. L’udienza si svolgerà alle 17,30 in via Pace a Milano ed è stato conseguentemente indetto un presidio cui farà seguito, se ce ne saranno le forze, un corteo in centro.
Rimandiamo ad altra sede la necessità di inquadrare questa battaglia in senso più generale (così come è emerso anche dall’incontro di martedì con l’avvocato Giovannelli) e senza sostituirci ad istanze unitarie che stanno cercando di coordinare gli sforzi per dare più linfa a questa lotta, segnaliamo che stanno aumentando le situazioni disposte a scendere in campo per nuove lotte e vertenze in siti della logistica lombarda e quindi la possibilità di considerare la data del 29 ottobre (data prevista per un possibile sciopero nazionale degli immigrati) come possibilità di raccordare queste diverse esperienze di autorganizzazione dal basso e contribuire così al loro rafforzamento politico.
4) Corelli: Vittorio Addesso rinviato a giudizio
E’ freschissima la notizia che Vittorio Addesso, l’Ispettore capo di Corelli denunciato da Joy per tentata violenza sessuale, è stato rinviato a giudizio. La nostra sfiducia nella giustizia borghese e la repulsione per le galere non ci spinge ad esultare per il fatto in sè, nè a fare apertamente il tifo per qualche possibile esito giuridico-penale. Ci interessa invece rimarcare che uno dei tanti soprusi perpetuati all’interno di questi lager, è diventato finalmente oggetto di dominio pubblico, premiando il coraggio di Joy ed Hellen e anche gli sforzi di chi, come noi, è proteso incessantemente a cercare di rompere l’isolamento dei detenuti e a sostenerne le rivolte, nella prospettiva chiara ed inequivocabile della distruzione definitiva di quell’aberrazione sociale e morale rappresentata dai CIE.
Per questo non possiamo certo accontentarci che a finire sotto giudizio ci sia un semplice rappresentante di quei poteri che hanno creato il terreno nel quale i soprusi si riproducono incessantemente. Sono questi poteri che vogliamo finiscano sul banco degli imputati, senza che nessun giudice possa intervenire a salvarli.
Per intanto ci prepariamo ad assistere all’udienza preliminare; il fatto che tutti i media abbiano ripreso la notizia, arrivando addirittura a restituire dignità al famigerato striscione (“La polizia nei CIE stupra”) che scatenò le cariche di Cadorna è indicatore che l’udienza preliminare contro Vittorio Addesso riceverà senz’altro una particolare attenzione mediatica; per noi sarà senz’altro occasione per dimostrare che il caso di Joy non è certo l’unico e che quanto detto sopra corrisponde al vero.